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Francesca Verdini inseguita da un uomo: “Ho avuto molta paura”

Ieri mattina era uscita per fare la spesa, da sola, in una Roma deserta per l’emergenza coronavirus, ma è stata aggredita verbalmente da un uomo che le ha urlato contro: è il racconto di Francesca Verdini, fidanzata di Matteo Salvini e figlia di Denis Verdini, che ha spiegato su Instagram l’episodio avvenuto nella mattinata di domenica in una città deserta a causa della pandemia. Francesca già nelle scorse settimane era finita al centro delle polemiche per alcune foto che la ritraevano mano nella mano con Salvini in pieno centro a Roma, con tanto di scorta, con l’ex ministro che spiegò che erano andati a fare la spesa.

Aggredita a Roma Francesca Verdini, fidanzata di Matteo Salvini

Il racconto della vicenda è arrivato dalla stessa Verdini sul suo profilo Instagram: “Non è successo niente, e forse non era neanche pericoloso, ma solo arrabbiato. Ma ho avuto paura, e all’improvviso ho realizzato perché è tanto importante vedere i nostri vicini che cantano e salutano; perché abbiamo bisogno di speranza. In tutte le sue forme. Ma in qualsiasi forma la vediamo, la speranza è umana e si trova solo attraverso le persone. È sempre così ovvio, ma sempre cosi poco evidente; nessuno si salva da solo. Neanche quel signore arrabbiato”.

Spavento per Francesca Verdini, inseguita

La versione della Verdini parte da un ragionamento pregresso, ovvero la difficoltà di vedere le città prive di vita a causa del coronavirus: “Questa versione del mondo vuota sta iniziando a terrorizzarmi. Sono scesa a fare la spesa, (c’è un sole bellissimo) e ho deciso, per vedere se la chiesa qui accanto ha lasciato rametti di ulivi benedetti, di prevedere una strada diversa, piccolina piccolina, stretta stretta, in discesa.

Mentre la percorro, vedo un uomo che suona ripetutamente ad un campanello e guarda verso qualche finestra, proseguo. Quando siamo vicini, mentre ci incrociamo, mi accorgo che ha smesso di suonare e che si è girato a guardarmi. Non so perché ho avuto un secondo di paura. Abbasso gli occhi e proseguo”.

“Mi grida qualcosa. Proseguo. Grida più forte con tono arrabbiato, ma non lo capisco. Però mi fermo; siamo solo io e lui. Prego? Urla ancora più forte e molto arrabbiato, ancora non capisco, ma intuisco che mi chiede soldi, perché mi sventola sguaiatamente un bicchiere e delle sue parole distinguo chiaramente ‘un euro’, ‘un euro. Ho solo la carta e comunque molta paura, – scusa, non ho niente e proseguo. Riparto accelerando, ma la strada è lunga e stretta. Lui prende a urla furiosamente, come un matto, un urlo profondo stracolmo di rabbia. Fa sicuramente passi nella mia direzione. Ho abbastanza paura – ammette – per non capire per più di qualche secondo che cosa fare. Ho continuato ad accelerare il passo ma la voce era sempre troppo vicina.

Non so quando, ho iniziato a correre. E finalmente la voce si è fatta mano a mano sempre più lontana. Per tutto il tragitto ho guardato terrazze, finestre, ho sperato di incrociare persone. Fino a casa, arrivata ho fatto le scale così velocemente che mi è sembrato di non averle neanche fatte. Ho chiuso la porta e sono corsa alla finestra, ho continuato a cercare persone affacciate”.


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