Cronaca

I fratelli Bianchi dal carcere: “Vogliono accoltellarci e ci sputano nel piatto”

I fratelli Marco e Gabriele Bianchi e Mario Pincarelli sono imputati per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte. Le intercettazioni dei colloqui dal carcere

Per i fratelli Bianchi sono finiti i “giorni di gloria”. Niente locali alla moda, champagne e divertimento. Per Marco e Gabriele, rinchiusi in carcere dopo l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, la vita è cambiata totalmente ed ora devono fare i conti con gli altri detenuti. Dalle intercettazioni dei colloqui si evince che i due fratelli non se la passano per niente bene.

Omicidio Willy Monteiro Duarte: le intercettazioni dei fratelli Bianchi dal carcere

Stando alle intercettazioni dei loro colloqui in carcere, ci sarebbe chi – in questi mesi – ha sputato nel loro cibo, chi li ha minacciati e persino chi li ha insultati. Un vero e proprio incubo per i fratelli Bianchi ma anche per Mario Pincarelli, anche lui imputato per l’omidicio del 21enne di origine capoverdiana. Tra i tre c’è stato chi ha pensato al suicidio, chi è scoppiato in lacrime al punto da richiedere l’intervento di un medico, come racconta oggi Repubblica.

“Trattati come infami”

Altro che lussi, Marco Bianchi – come emerge dalle intercettazioni nel carcere di Rebibbia – sta sempre da solo, si fa i capelli da solo, cucina da solo, lava da solo. Lo chiamano infame: “Ci stanno i bravi e ci stanno quelli non bravi, le merde“, racconta al fratello Alessandro. Qualcuno gli avrebbe sputato addosso, altri gli avrebbero messo un chiodo dentro il dentifricio, altri ancora gli avrebbe sputato nella pasta. Gli amici che erano con loro la notte del massacro? “Tutti spariti”, dicono.

E la famiglia, adesso, dice di essere costretta a vendere tutto, comprese le macchine, perché “non c’è rimasto più niente“. Nei colloqui in carcere parlano anche dell’odio sui social: a Gabriele – racconta il fratello Alessandro – hanno mandato “sei milioni di messaggi” pieni di insulti. “Figlio di puttana, tutte le peggio cose“, continua. Il più provato, però, sembra essere Mario Pincarelli che, parlando col padre Stefano, dice: “Che caz*o mi frega a me che mi picchiano“. Come se ormai si fosse rassegnato. Alcuni detenuti, infatti, gli avrebbero urlato di impiccarsi e lui avrebbe pensato di compiere un gesto insano.


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