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Il 30 luglio del 1950 nasce Gabriele Salvatores, uno dei registi e sceneggiatori più apprezzati della scena cinematografica italiana

Gabriele Salvatores è un eclettico regista italiano, in grado sempre di stupire il pubblico con innovative tecniche registiche. La consacrazione come regista si concretizza nel 1991 con Mediterraneo, per cui vince il premio Oscar come miglior film straniero (per lo stesso film ottiene tre David di Donatello per il “miglior film”, il “montaggio” ed il “suono” e un Nastro d’Argento per la regia).

È uno dei fondatori, insieme a Maurizio Totti e Diego Abatantuono, della casa di produzione cinematografica Colorado Film e dei vari progetti associati dell’azienda, come ad esempio la casa editrice Colorado Noir, quest’ultima fondata nel 2004 insieme sia a Totti che Sandrone Dazieri.

30 luglio 1950: nasce Gabriele Salvatores, regista e sceneggiatore partenopeo

Nato a Napoli il 30 luglio del 1950, ma trasferitosi con i genitori e la sorella a Milano da bambino, il suo primo approccio al mondo dello spettacolo non avvenne attraverso il cinema, bensì con il teatro: iniziò, infatti, la sua carriera artistica fondando nel capoluogo lombardo, assieme a Ferdinando Bruni, il Teatro dell’Elfo nel 1972, col quale diresse molti spettacoli, definibili d’avanguardia.

Sogno di una notte d’estate

Proprio da uno di questi lavori, nel 1983, nacque il soggetto della sua prima regia cinematografica, Sogno di una notte d’estate: ispirato a Shakespeare, il film è un caleidoscopico ibrido di cinema, teatro, musica e danza dalle cadenze di fiaba.


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Del suo periodo teatrale si ricordano Comedians, del 1985, commedia con protagonisti nomi allora poco conosciuti e che in seguito diverranno attori di grande peso (Paolo Rossi, Claudio Bisio, Silvio Orlando) e Chiamatemi Kowalski, del 1987, spettacolo che diede fama definitiva all’istrionismo di Paolo Rossi. Abbandona il teatro nel 1989, anno in cui passa definitivamente al mondo del cinema.

Esordi e Oscar

I film Marrakech Express (1989) e il seguente Turné del 1990 sono stati girati con il suo gruppo di attori-amici tra i quali Diego Abatantuono (insieme al quale possiede e gestisce la società di produzione cinematografica “Colorado”, e del quale ha sposato l’ex-moglie) e Fabrizio Bentivoglio (tra le attrici c’è Laura Morante). Nel 1990 riceve la candidatura agli European Film Awards nella categoria “Giovani” per Turné. Nel 1990 è anche regista dell’unico videoclip girato dal cantautore Fabrizio De André, per la canzone La domenica delle salme. L’anno successivo la consacrazione internazionale con Mediterraneo, film che gli valse l’Oscar al miglior film straniero. La pellicola si aggiudica anche altri premi tra cui il David di Donatello per il miglior film, il montaggio e il suono e un Nastro d’argento per la regia.


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La sua cosiddetta “trilogia della fuga”, composta dai tre film sopra citati, è idealmente proseguita nel 1992 da Puerto Escondido, film tratto dal romanzo omonimo di Pino Cacucci, su tematiche non dissimili dai precedenti, nel quale ad Abatantuono si affianca l’attore Claudio Bisio. L’anno seguente dirige Sud (1993), tentativo di denuncia della situazione politica e sociale dell’Italia dal punto di vista degli emarginati e dei disoccupati, tra cui spicca l’interpretazione di Silvio Orlando.

Temi prevalenti delle sceneggiature sono la fuga da una realtà che non si comprende o non si vuole accettare e della quale è inutile un proprio tentativo di cambiamento, la nostalgia del gruppo e il viaggio, inteso come privo di una predefinita destinazione. Con Nirvana (1997) e le sue atmosfere cyberpunk, Salvatores segna l’inizio di un periodo di sperimentazione narrativa. La pellicola diventa oltre al maggiore successo commerciale del regista, il film italiano di fantascienza più premiato dal pubblico che varrà al regista, un premio Urania Argento alla carriera nel 2013.

Anni Duemila

Il periodo sperimentale-fantascientifico del regista prosegue nei primi anni 2000 con le regie di Denti (2000) e Amnèsia (2002), entrambi con Sergio Rubini come interprete. Salvatores nel 2003 ha diretto Io non ho paura, il cui soggetto è tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti. La pellicola gli vale una nuova nomination all’Oscar e il “Gattopardo d’oro”Premio Luchino Visconti.


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In Quo vadis, baby? (2005), tratto dall’omonimo romanzo di Grazia Verasani, Salvatores riprende la sua sperimentazione usando tecniche digitali per tutta la durata del film e dirigendo un noir sui generis con atmosfere dark e spazi al limite della claustrofobia. Il ruolo di protagonista è stato affidato all’attrice e musicista Angela Baraldi.

Dal film è stata tratta nel 2008 una miniserie di Quo vadis, baby? con la gran parte degli interpreti del film. Nello stesso anno il regista torna a dirigere un film, Come Dio comanda, tratto da un romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti.

Anni Duemiladieci

Happy Family del 2010 è tratto da una commedia teatrale di Alessandro Genovesi. A settembre dello stesso anno Salvatores presenta fuori concorso al Festival del Cinema di Venezia il documentario 1960, interamente realizzato con i materiali delle teche RAI, che vince il World Awards 2011 della Federazione Internazionale Archivi Televisivi. Del 2013 è Educazione Siberiana, tratto dall’omonimo romanzo autobiografico del 2009 di Nicolai Lilin.


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Gabriele Salvatores e Valeria Golino.

Il regista nel 2014 realizza prima il documentario Italy in a day, prodotto da Indiana Production Company, patrocinato da RAI Cinema e ispirato al lavoro di Ridley Scott su La vita in un giorno, poi il film Il ragazzo invisibile, che segna la sesta collaborazione del regista con Fabrizio Bentivoglio, nonché il ritorno di Salvatores al mondo della fantascienza. Con questo film il regista vince un European Film Award venendo scelto dalla giuria dei giovani della European Film Academy.

Nel 2016 è ospite del Torino Film Festival 2016. Nel 2018 esce il suo nuovo film da regista Il ragazzo invisibile – Seconda generazione, sequel del film del 2014.

Vita privata


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Gabriele Salvatores e Rita Rabassini.

Salvatores è compagno della sua collaboratrice Rita Rabassini, ex moglie di Diego Abatantuono. È tifoso dell’Inter. All’età di 30 anni gli è stata diagnosticata una malattia cronica, la policitemia.

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