Cronaca

Ragazzino di 16 anni si toglie la vita: per anni era stato vittima di maltrattamenti da parte dei genitori

Drammatico suicidio a Gallura, in provincia di Olbia-Tempio dove un ragazzino di appena sedici anni si è tolto la vita dopo aver subìto per anni maltrattamenti da parte dei genitori e di una zia. L’adolescente è stato trovato senza vita da un’altra zia con la quale viveva dopo che il padre, la madre e l’altra parente erano stati tratti in arresto.

Suicidio a Gallura, ragazzino si toglie la vita dopo anni di maltrattamenti

Una vita segnata da anni e anni di maltrattamenti e poi la tragica scelta di togliersi la vita a soli 16 anni. Quando la zia ha trovato il 16enne esanime nella sua stanza da letto ha prontamente allertato i soccorsi, ma per il giovane non c’è stato nulla da fare.

Da bambino aveva trovato il coraggio di chiedere aiuto per sfuggire ai maltrattamenti dei genitori e di una zia. Ai carabinieri intervenuto per liberarlo aveva raccontato che i suoi genitori lo segregavano per punizione nella sua cameretta, senza letto e con un secchio per fare i bisogni.

I maltrattamenti subìti per anni

Ma non solo, veniva picchiato con un tubo di plastica dietro le ginocchia, nutrito con pane e pasta in bianco. I genitori lo costringevano a fare docce gelate d’inverno e lo facevano vivere senza giochi e indumenti.

Per farlo stare buono il padre e la madre gli facevano ascoltare delle voci che lo minacciavano di portarlo all’inferno, di farlo morire di fame, di essere torturato e ucciso dai demoni. Il piccolo affidava a dei diari i racconti degli orrori subìti.

Gli arresti

Al termine delle indagini i carabinieri arrestarono sia i genitori che una zia, ritenuta l’istigatrice di quelle violenze fisiche e psicologiche. Ad incastrarla alcune telefonate trovate nel cellulare della madre del bambino e registrate attraverso un’applicazione. Tutti hanno ammesso le proprie responsabilità giustificando il tutto come “punizioni” necessarie per la corretta educazione del bambino.

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