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Il 26 dicembre del 2006 ci lascia Gerald Ford: 38esimo presidente degli States

È diventato il 38esimo presidente degli Stati Uniti dopo le dimissioni di Richard Nixon, a seguito dello scandalo Watergate. Il suo nome è Gerald Ford

Gerald Rudolph “Jerry” Ford Jr. (nato Leslie Lynch King, Jr.) è stato un politico statunitense, 38esimo presidente degli Stati Uniti d’America dal 1974 al 1977. Divenne Presidente degli USA a seguito delle dimissioni di Nixon del quale era vicepresidente; è stato l’unico a divenirlo senza essere stato eletto nemmeno come vicepresidente in quanto venne nominato come tale da Nixon dopo le dimissioni di Spiro Agnew.

26 dicembre 2006: muore Gerald Ford, 38esimo presidente degli Stati Uniti d’America

Nato a Omaha il 14 luglio del 1913, divenne Presidente degli USA a seguito delle dimissioni di Nixon del quale era vicepresidente; è stato l’unico a divenirlo senza essere stato eletto nemmeno come vicepresidente in quanto venne nominato come tale da Nixon dopo le dimissioni di Spiro Agnew, vicepresidente eletto con Nixon.


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La casa dove Ford visse la sua infanzia a Grand Rapids (Michigan).

Membro del Congresso dal 1949 e per 24 anni per il Partito Repubblicano, dichiarò più volte di non aver mai voluto correre per la nomination presidenziale. Il suo maggiore sogno politico fu, infatti, quello di diventare speaker della Camera. Ford fece parte della Commissione Warren, che indagò sull’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, avvenuto a Dallas il 22 novembre 1963. Fu anche il leader del partito repubblicano alla Camera dei Rappresentanti, carica che detenne dal 1965 al 1973.

Presidente degli Stati Uniti d’America

Dopo le dimissioni di Spiro Agnew, giunte a seguito di gravi accuse (poi confermate) di corruzione e riciclaggio di denaro, il 12 ottobre 1973 venne scelto da Nixon come vicepresidente. Fu la prima volta che venne applicato il 25esimo emendamento: prima, qualora fosse venuto a mancare (perché morto o dimessosi) un vicepresidente, la carica restava vacante fino alle successive elezioni presidenziali.


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L’emendamento dava invece la possibilità al presidente di nominare un nuovo vice purché con l’approvazione di entrambi i rami del Congresso. Il Senato degli Stati Uniti votò per confermare Ford il 27 novembre: solo tre senatori, tutti democratici, votarono contro, Gaylord Nelson del Wisconsin, Thomas Eagleton del Missouri e William Hathaway del Maine. Il 6 dicembre la Camera dette il suo voto definitivo, con 387 voti favorevoli e 35 contrari; un’ora dopo il voto di conferma in Aula, Ford prestò giuramento come Vice Presidente degli Stati Uniti.

Ford divenne presidente il 9 agosto 1974, allorquando Nixon dovette rassegnare le dimissioni a seguito del cosiddetto scandalo Watergate. In seguito ricordò che dovette accettare controvoglia quel gravoso incarico. Circa un mese dopo la sua entrata in carica, concesse il “perdono presidenziale” a Nixon: utilizzando un potere previsto dalla Costituzione degli Stati Uniti d’America Gerald Ford cancellò ogni addebito penale per quanto l’ex presidente poteva aver commesso di illegale. Fu un provvedimento molto discusso e considerato dai suoi oppositori un aggiramento della costituzione, tanto che Ford è ricordato come the man who pardoned Nixon, ossia l’uomo che graziò Nixon.


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Ford spiegò che la crisi era conclusa, che Nixon era stato estromesso dal potere e che sarebbe stato inutilmente lacerante per il paese affrontare anni di processi e ricorsi a un suo ex presidente eletto. Fu presidente dal 1974 al 1977, e scelse quale vicepresidente il Governatore dello Stato di New York, Nelson Rockefeller. Dick Cheney fu il suo Capo di gabinetto. Onesto e dal carattere mite, ma decisamente privo di carisma, il nuovo presidente scelse di mantenere un basso profilo. Oppose il veto a molte leggi promosse dal Congresso a maggioranza democratica.

L’ultima “contested convention”, massoneria e morte

Alle primarie, a differenza della consuetudine che vuole i presidenti uscenti portati in carrozza alle elezioni presidenziali, Ford venne sfidato dal carismatico ex attore e governatore della California, Ronald Reagan. Le primarie – comunque vinte da Ford – furono molto combattute e incerte, e quella del 1976 viene ricordata come l’ultima contested convention.


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Alle elezioni presidenziali del 2 novembre 1976, in cui ebbe come candidato vicepresidente Bob Dole (futuro sfidante di Clinton nelle elezioni del 1996), fu sconfitto da Jimmy Carter. Lyndon B. Johnson, suo acerrimo rivale, coniò una frase su Ford, che rimase celebre e che venne ricordata nel 1975 dalla stampa, all’indomani di una clamorosa caduta dalle scalette dell’aereo presidenziale, all’arrivo all’aeroporto di Salisburgo: “Ford non è capace di scorreggiare e masticare una gomma contemporaneamente”, riportata poi dai giornalisti nel meno irriverente “Ford non è capace di camminare e masticare una gomma contemporaneamente”. Ford cadde poi in pubblico una seconda volta suscitando perplessità (anche in campo repubblicano) sul suo stato di salute.

Gerald Ford morì il 26 dicembre 2006, all’età di 93 anni, a Rancho Mirage, in California, e venne sepolto presso il Gerald R. Ford Presidential Museum a Grand Rapids nel Michigan. Fu uno dei presidenti degli Stati Uniti membri della Massoneria e raggiunse il 33esimo e massimo grado del Rito scozzese antico ed accettato.

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