Curiosità

Ci ha lasciato Gigi Proietti: frasi e battute più famose dell’attore romano

Gigi Proietti è morto. Le frasi e le battute più famose dell'attore romano celebre per il film Febbre da Cavallo

Morto nel giorno in cui avrebbe compiuto 80 anni, Gigi Proietti ci ha regalato frasi battute che resteranno in eterno. Tanti gli sketch e le gag dell’attore romano, la cui carriera si è divisa tra i palchi dei teatri e il piccolo schermo passando per il cinema con alcuni film memorabili come Febbre da Cavallo.

Si è cimentato anche nella poesia, seguendo l’esempio del Belli, di Trilussa e dello stesso Petrolini, componendo diversi sonetti pubblicati negli anni 1990 in una rubrica del quotidiano romano Il Messaggero. È comparso in diversi spot pubblicitari, dal 2002 al 2005 è testimonial del caffè Kimbo con l’agenzia Diaframma di Firenze ed il fotografo Gaetano Mansi .

Ha partecipato al Festival di Sanremo del 1995, insieme a Peppino di Capri e Stefano Palatresi, con il nome di Trio Melody, con il brano Ma che ne sai… (…se non hai fatto il piano bar). Nel 2003 recita l’elogio funebre, in romanesco e in versi, per le esequie di Alberto Sordi.

Gigi Proietti è morto: frasi e battute più famose

Di seguito una raccolta delle frasi battute più famose di Gigi Proietti: 

La televisione è un apparecchio che ha trasformato la cerchia familiare in un semicerchio.

 

Mi diverto e mi pagano pure. È una pacchia.

 

 

[Sulle accuse di ripetitività, rivoltegli da alcuni critici] A volte lo spettatore meno avvertito è proprio il critico. Nel ’76 con “A me gli occhi, please” ho inventato un nuovo modo di stare in scena, quello con la cassa piena di oggetti. Da allora ho fatto numerosi spettacoli, ma quello è rimasto il mio modo di stare in scena. Il repertorio è cambiato. […] Ma bisogna ricordarsi che il teatro non è la tv. In tv ogni settimana devi dire cose diverse perché il pubblico è lo stesso. In teatro ogni sera il pubblico cambia ed è il testo a rimanere lo stesso. Sennò pure Petrolini avrebbe dovuto smettere di fare Gastone.

 

“- Brancaleone: Chi è? Chi sie?
– Morte: Son la tua morte! Non mi chiamasti?
– Brancaleone: I-io?
– Morte: Sì. Fosti tu a invocarmi!
– Brancaleone: Ah, aah sì… parole che sfuggono, nell’empito dei sentimenti… e che si sape mai furon prese a serietà.
– Morte: D’ora innante lo saranno. Preparat’a morire!
– Brancaleone: Lo come? In sull’istante?” 

Manzotin: Ooh a Mandrake, ma ‘ndo vai, al Polo Norde?
– Mandrake: A Manzotì, io anderò al Polo Nord, ma tu devi annà a fanculo!”

“Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, mi insospettisce.”

“Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere.”

“Nella totale perdita di valori della gente, il teatro è un buon pozzo dove attingere.”

“Vivi, lascia vivere ma soprattutto… nun te fa pijà per culo.”

“Signor Conte io non scherzo. Non scherzo mai.. Io gioco. Sì, er gioco è una cosa serissima. Perché chi scherza lo fa pe divertisse, ma chi gioca punta, s’illude, s’inventa un lieto fine.. Che non arriva mai.”

“È un whisky maschio senza raschio!”

“Teatro popolare è uno slogan vuoto che ha senso solo se lo spazio diventa davvero popolare, se la gente avverte che stai lavorando in una certa direzione e non, pardon, per farti le pippe.”

“E’ molto importante seguire i ragazzi per sapere cosa pensano e soprattutto se veramente pensano a qualcosa.”

Le barzellette più belle di Gigi Proietti


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