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Il primo voto di fiducia alla Camera, Giorgia Meloni ha aperto con un discorso: “La situazione nel Paese non consente di perder tempo”

"Emozione per la solennità del momento", sono queste le prime parole che la presidente del Consiglio ha pronunciato

È iniziato il discorso di Giorgia Meloni in vista del primo voto di fiducia alla Camera dei Deputati che si terrà questa sera, intorno alle ore 19. Al suo ingresso un lungo applauso della maggioranza, immobili i deputati di opposizione. Matteo Salvini l’ha abbracciata ed è stata salutata da tutti i ministri. “Emozione per la solennità del momento”, sono queste le prime parole che la presidente del Consiglio ha pronunciato. Domani toccherà al Senato votare. La presidente del Consiglio ha annunciato un manifesto per i 5 anni della legislatura. Ecco dove poter vedere la diretta tv e streaming.

Il discorso di Giorgia Meloni alla Camera dei Deputati

È iniziato il discorso di Giorgia Meloni in vista del primo voto di fiducia che si terrà questa sera, intorno alle ore 19. Al suo ingresso un lungo applauso della maggioranza, immobili i deputati di opposizione. Matteo Salvini l’ha abbracciata ed è stata salutata da tutti i ministri. “Emozione per la solennità del momento è un momento fondamentale della nostra democrazia a cui mai dobbiamo assuefarci”, sono queste le prime parole che la presidente del Consiglio ha pronunciato.

I ringraziamenti

Dopo le prime parole per il momento tanto atteso di questa sera, è passata ai ringraziamenti: “Un sincero ringraziamento a Sergio Mattarella, che nel dare seguito all’indicazione espressa dagli italiani il 25 settembre scorso non ha voluto farmi mancare i suoi preziosi consigli. Un ‘grazie’ anche a Mario Draghi  che tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale ha offerto tutta la sua disponibilità perché vi fosse un passaggio di consegno veloce e sereno. Così dovrebbe essere sempre, così è nelle grandi democrazie”

“La celerità era doverosa”, perché la situazione del Paese “non consente di perdere tempo e noi non intendiamo farlo”, ha affermato, sottolineando che “noi oggi interrompiamo questa anomalia, dando vita ad un governo pienamente politico e rappresentativo della volontà popolare”.

Governo, tutte le donne citate dalla Meloni alla Camera

Giorgia Meloni durante il suo discorso alla Camera dei Deputati, in vista del voto di fiducia che si terrà nella serata di oggi, ha nominato alcune donne. Ecco la lista di quali donne avrebbe citato. Da Tina Anselmi e Nilde Iotti a Oriana Fallaci e Samantha Cristoforetti.

Le donne che si sono distinte

Le ha citate nel suo discorso chiamandole solo per nome quelle donne che hanno “rotto il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste”, aprendo così la strada anche alla prima donna del Consiglio.

“Donne che hanno osato, per impeto, per ragione, o per amore. Come Cristina (ndr Trivulzio di Belgioioso), elegante organizzatrice di salotti e barricate. O come Rosalie (ndr Montmasson), testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia. Come Alfonsina (ndr Strada) che pedalò forte contro il vento del pregiudizio. Come Maria (ndr Montessori) o Grazia (ndr Deledda) che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese”.

Ma anche “Tina Anselmi, Nilde Iotti, Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci, delle giornaliste Ilaria Alpi e Mariagrazia Cutuli, di Fabiola Giannotti, dell’ex ministro della Giustizia Marta Cartabia e del neo ministro delle Riforma, Elisabetta Casellati.” Tra tutte le donne elencate ci sarebbero anche l’astronauta Samantha Cristoforetti e Chiara Corbella Petrillo. “Grazie per aver dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io.”

L’azione di governo

Meloni ha citato anche i cittadini che “rinunciando al dovere civico sancito nella Costituzione, reputano inutile il loro voto dicendo ‘tanto decide qualcun altro o si decide nei palazzi’ e purtroppo spesso è stato così negli ultimi 11 anni, avendo governi pienamente legittimi ma drammaticamente distanti dalle indicazioni degli elettori. Noi oggi interrompiamo questa grande anomalia italiana con un governo politico e pienamente rappresentativo della volontà popolare”. Un governo che, ha assicurato la leader, durerà cinque anni. “Gli elettori hanno scelto il centrodestra. Manterremo quegli impegni. So bene che ad alcuni osservatori e all’opposizione non piaceranno molte delle nostre proposte, ma non assecondo quella deriva per cui la democrazia è più per qualcuno e meno per qualcun altro”.

L’Europa

Parole volte anche sull’Europa intera. “Chi dall’estero dice di voler vigilare sull’Italia non manca di rispetto a me, ma al popolo italiano che non ha lezioni da prendere – ha evidenziato Meloni -, direi che può spendere meglio il proprio tempo. In questa Aula ci sono valide e battagliere forze di opposizione più che capaci di far sentire la propria voce, senza mi auguro alcun soccorso esterno”. L’obiettivo che ha posto in chiave europea “non è frenare o sabotare l’integrazione europea ma contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia in risposta alle crisi”. La presidente del Consiglio ha portato come esempio il patto di stabilità: “Questo governo rispetterà le regole in vigore e offrirà il proprio contributo per cambiare quelle che non hanno funzionato a partire dal patto di stabilità e crescita. Abbiamo il dovere di stare a testa alta in questi consessi internazionali, senza complessi di inferiorità con spesso accaduto in passato”.

La guerra

È la volta anche di toccare il delicato discorso “guerra”: “L’Italia continuerà ad essere partner affidabile in seno all’Alleanza atlantica, a partire dal sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all’invasione della Federazione russa. Non soltanto perché non possiamo accettare la guerra di aggressione e la violazione dell’integrità territoriale di una nazione sovrana ma perché è il modo migliore per difendere anche il nostro interesse nazionale. Soltanto un’Italia che rispetta gli impegni può avere l’autorevolezza per chiedere a livello europeo e occidentale, ad esempio, che gli oneri della crisi internazionale siano suddivisi in modo più equilibrato. È quello che intendiamo fare, a partire dalla questione energetica. La guerra ha aggravato la situazione già molto difficile causata dagli aumenti del costo dell’energia e dei carburanti. Costi insostenibili per molte imprese, che potrebbero essere costrette a chiudere e a licenziare i propri lavoratori, e per milioni di famiglie che già oggi non sono più in grado di fare fronte al rincaro delle bollette. Ma sbaglia chi crede sia possibile barattare la libertà dell’Ucraina con la nostra tranquillità”.

Energia, trivelle e rinnovabili

“Sarà necessario mantenere e rafforzare le misure nazionali a supporto di famiglie e imprese, sia sul versante delle bollette sia su quello del carburante. Un impegno finanziario imponente che drenerà gran parte delle risorse reperibili, e ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto avviare già nella prossima legge di bilancio. Ma oggi la nostra priorità deve essere mettere un argine al caro energia e accelerare in ogni modo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale. Perché voglio credere che dal dramma della crisi energetica possa emergere, per paradosso, anche un’occasione per l’Italia. I nostri mari possiedono giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare appieno. E la nostra Nazione, in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree e i fiumi. Un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili. Insomma, sono convinta che l’Italia, con un po’ di coraggio e di spirito pratico, possa uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima”.

Pnrr

Meloni si sofferma anche sulle urgenze imposte dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. “La sfida è complessa a causa dei limiti strutturali e burocratici che da sempre rendono difficoltoso per l’Italia riuscire a utilizzare interamente persino i fondi europei della programmazione ordinaria. Basti pensare che la Nota di aggiornamento al Def 2022 ha ridotto la spesa pubblica attivata dal Pnrr a 15 miliardi rispetto ai 29,4 miliardi previsti nel Def dell’aprile scorso. Il rispetto delle scadenze future richiederà ancora più attenzione considerato che finora si sono per lo più rendicontate opere già avviate in passato, cosa che non si potrà continuare a fare nei prossimi anni. Spenderemo al meglio i 68,9 miliardi a fondo perduto e i 122,6 miliardi concessi a prestito all’Italia dal Next Generation EU. Senza ritardi e senza sprechi, e concordando con la Commissione europea gli aggiustamenti necessari per ottimizzare la spesa, alla luce soprattutto del rincaro dei prezzi delle materie prime e della crisi energetica. Perché queste materie si affrontano con un approccio pragmatico, non ideologico. Il Pnrr non si deve intendere soltanto come un grande piano di spesa pubblica, ma come l’opportunità di compiere una vera svolta culturale. Archiviare finalmente la logica dei bonus, per alcuni, utili spesso soprattutto alle campagne elettorali, in favore di investimenti di medio termine destinati al benessere dell’intera comunità nazionale”.

Reddito di cittadinanza

Applausi scroscianti sono arrivati quando Meloni ha criticato il tanto discusso Reddito di Cittadinanza: “Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare. Penso ai pensionati in difficoltà, agli invalidi a cui va aumentato in ogni modo il grado di tutela, e anche a chi privo di reddito ha figli minori di cui farsi carico. A loro non sarà negato il doveroso aiuto dello Stato. Ma per gli altri, per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro, anche sfruttando appieno le risorse e le possibilità messe a disposizione dal Fondo sociale europeo. Perché per come è stato pensato e realizzato, il reddito di cittadinanza ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia”.

La condanna dei totalitarismi

“Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco. E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso. Esattamente come ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del ‘900 hanno dilaniato l’intera Europa, non solo l’Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei. E l’orrore e i crimini, da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni di sorta, e non si compensano con altri orrori e altri crimini”. La presidente del Consiglio ha concluso così il passaggio sui totalitarismi: “Combatteremo qualsiasi forma di razzismo, antisemitismo, violenza politica, discriminazione”.

Le mafie

“Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di Via D’Amelio, nella quale la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino, spinta dall’idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l’indignazione andassero tradotte in impegno civico. Il percorso che mi ha portato oggi a essere Presidente del Consiglio nasce dall’esempio di quell’eroe”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, raccontando poi un aneddoto personale: dopo aver accettato il mandato, “arrivando a Montecitorio per incontrare il presidente Lorenzo Fontana mi sono imbattuta, alla fine dello scalone, nella foto di Borsellino, ed è stato come se si chiudesse un cerchio”.

“Affronteremo il cancro mafioso a testa alta, come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l’esempio a tutti gli italiani, rifiutandosi di girare lo sguardo o di scappare. Magistrati, politici, agenti di scorta, militari, semplici cittadini, sacerdoti. Giganti come Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rosario Livatino, Rocco Chinnici, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Emanuela Loi, Libero Grassi, Don Pino Puglisi, e con loro un lunghissimo elenco di uomini e donne che non dimenticheremo. La lotta alla mafia ci troverà in prima linea. Da questo Governo, criminali e mafiosi non avranno altro che disprezzo e inflessibilità”.

Governo Meloni, primo voto di fiducia alla Camera dei Deputati

Nella serata di oggi, intorno alle 19, si terrà luogo il primo voto di fiducia alla Camera dei Deputati. Ma prima, già a partire dalle 11 è previsto un discorso programmatico di Giorgia Meloni. A seguire, le repliche dei parlamentari e il voto di fiducia.

Poi, nella giornata di domani, sarà la volta del Senato votare per la fiducia al nuovo governo di centrodestra. Salvini indica le sue priorità: “Torneremo a far rispettare i confini, flat tax al 15%, pace fiscale, Quota 41 sulle pensioni senza penalizzazioni e il Ponte sullo Stretto”.

Il programma previsto per oggi

Il programma di oggi prenderà il via alle ore 11 con la convocazione di tutti i 400 parlamentari nei nuovi gruppi appena confermati e con i rinnovati capigruppo. La Premier terrà il suo discorso programmatico di circa un’ora: tra le 12:00 e le 13:00 l’Aula della Camera osserverà una pausa per permettere al premier di recarsi in Senato e depositare il discorso anche a Palazzo Madama. Dalle ore 13:00 alle ore 17:00 ci sarà la discussione generale dove interverranno i rappresentanti di tutti i partiti in Parlamento, schierandosi in favore o contro il neonato Governo di Centrodestra.

Alle ore 17 è attesa la replica della Premier Meloni, mentre dalle 17:30 alle 19 il regolamento approvato dalla conferenza dei capigruppo impone le dichiarazioni di voto delle singole forze politiche: dalle 19 il via all’effettivo voto di fiducia alla Camera con chiamata nominale. Il voto finale è atteso tra le ore 20 e le 20.30.

Come e dove poter vedere il primo voto di fiducia

Il Governo Meloni fa il suo “esordio” nella giornata di oggi alla Camera dei Deputati per il primo voto di fiducia nella nuovo legislatura: dopo la nomina dei Ministri, il giuramento al Quirinale e il primo CdM svolto, ecco che il nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni va alla prova dell’Aula in questi due giorni di voti in Parlamento, prima alla Camera e dopo al Senato.

L’appuntamento, come già anticipato, è previsto già a partire dalle 11 con un discorso della presidente del Consiglio mentre domani si inizierà dalle ore 15. Ma vediamo come e dove poter vedere questi due giorni impegnativi per il nuovo governo e importanti per l’Italia.

La diretta tv e streaming

Il tutto si potrà seguire in diretta video streaming presso i canali ufficiali YouTube di Montecitorio e Palazzo Madama.

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