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Oggi è la giornata mondiale della birra!

Il 6 agosto è la giornata mondiale della Birra: storia, origini e curiosità legate alla bevanda alcolica amata in tutto il mondo

Il 6 agosto si celebra la Giornata mondiale della Birra. Per festeggiarla nel modo giusto occorre essere in compagnia di buoni amici e scegliere un pub che rispetti la tradizione, ma anche sperimentare nuovi sapori, come le birre artigianali dalle varianti più insolite. Scopriamo insieme cos’è la birra, come dove è nata, e quali sono le origini della festa mondiale della birra.

Si celebra la giornata mondiale della Birra: come e dove è nata la birra

La birra è una bevanda alcolica ottenuta tipicamente dalla fermentazione di mosto a base di malto d’orzo, aromatizzata e amaricata con luppolo. Tra le più diffuse e più antiche bevande alcoliche del mondo, viene prodotta attraverso la fermentazione alcolica (con ceppi di lievito di Saccharomyces cerevisiae o Saccharomyces carlsbergensis) di zuccheri derivanti da fonti amidacee, la più usata delle quali è il malto d’orzo, ovvero l’orzo germinato ed essiccato, chiamato spesso semplicemente malto.

La birra è una delle bevande più antiche prodotte dall’uomo, probabilmente databile al settimo millennio a.C., registrata nella storia scritta dell’antico Egitto e della Mesopotamia. La prima testimonianza chimica nota è datata intorno al 3500-3100 a.C. Poiché quasi qualsiasi sostanza contenente carboidrati, come ad esempio zucchero e amido, può andare naturalmente incontro a fermentazione, è probabile che bevande simili alla birra siano state inventate l’una indipendentemente dall’altra da diverse culture in ogni parte del mondo. È stato sostenuto che l’invenzione del pane e della birra sia stata responsabile della capacità dell’uomo di sviluppare tecnologie e di diventare sedentario, formando delle civiltà stabili.


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È verosimile che la diffusione della birra sia infatti coeva a quella del pane; poiché le materie prime erano le stesse per entrambi i prodotti, era solo “questione di proporzioni”: se si metteva più farina che acqua e si lasciava fermentare si otteneva il pane; se invece si invertivano le quantità mettendo più acqua che farina, dopo la fermentazione si otteneva la birra.

Si hanno testimonianze di produzione della birra già presso i Sumeri. Proprio in Mesopotamia sembra sia nata la professione del birraio e testimonianze riportano che parte della retribuzione dei lavoratori veniva corrisposta in birra. Due erano i principali tipi prodotti nelle case della birra: una birra d’orzo chiamata sikaru (pane liquido) e un’altra di farro detta kurunnu. La più antica legge che regolamenta la produzione e la vendita di birra è il Codice di Hammurabi (1728-1686 a.C.) che condannava a morte chi non rispettava i criteri di fabbricazione indicati (ad esempio annacquava la birra) e chi apriva un locale di vendita senza autorizzazione. Nella cultura mesopotamica la birra aveva anche un significato religioso: veniva bevuta durante i funerali per celebrare il defunto ed offerta alle divinità per propiziarsele.

Giornata mondiale della birra: come viene prodotta

Nel processo di fermentazione si utilizzano spesso ingredienti, metodi produttivi e tradizioni diversi: al posto dell’orzo possono infatti venire usati frumento, mais, riso – questi ultimi due specialmente come aggiunte in birre di produzione industriali – e, in misura minore, avena, farro, segale, mentre altre piante meno utilizzate sono invece radice di manioca, miglio e sorgo in Africa, patata in Brasile e agave in Messico; il tipo di lievito e il metodo di produzione vengono tipicamente usati per classificare le birre in alelager o birre a fermentazione spontanea.

Durante il processo di produzione, il malto viene immerso in acqua calda dove, grazie all’azione di alcuni enzimi presenti nella radichetta formatasi durante la germinazione, gli amidi presenti vengono convertiti in zuccheri fermentescibili, con il mosto zuccheroso ottenuto che può essere a sua volta aromatizzato con erbe aromatiche, frutta o più comunemente luppolo; successivamente viene impiegato un lievito dando inizio alla fermentazione, portando così alla formazione di alcool, unitamente ad anidride carbonica (per la maggior parte espulsa) ed altri prodotti di scarto derivanti dalla respirazione anaerobica dei lieviti. Viene arrestato tramite essiccazione o torrefazione quando il germoglio ha raggiunto circa i due terzi della lunghezza del chicco.



Giornata mondiale della birra: come farla in casa

Accanto a questo business mondiale è molto attiva anche la produzione casalinga che rispecchia nel piccolo la produzione industriale. La produzione casalinga di birra è legale in Italia solamente dal 1995, anno in cui venne approvato il decreto legislativo 26 ottobre 1995.

In genere le attrezzature necessarie per una birrificazione casalinga sono raccolte in kit e distribuite da ditte specializzate. Sempre più diffusa è però la tendenza a procurarsi e costruirsi da soli gli strumenti necessari.

Per la produzione casalinga è possibile adottare tre diverse tecniche che differiscono tra di loro per la difficoltà e per la qualità del prodotto finale:

  • birra da estratto di malto luppolato
  • birra da estratto di malto non luppolato con o senza aggiunta di grani speciali
  • birra da all grain (partendo dai grani di malto e dagli altri ingredienti non preparati in precedenza).

La produzione di birra da estratto salta alcune fasi importanti del processo, tra cui l’ammostatura (mashing) e il lavaggio delle trebbie (sparging). Per questa ragione non è da considerarsi propriamente “birrificazione”.

Giornata mondiale della birra: gli ingredienti

La produzione di birra è possibile con qualunque tipo di cereale. Questo però deve essere preparato affinché i suoi zuccheri diventino fermentescibili. In alcuni casi è sufficiente una semplice cottura, come nel caso del mais, mentre in altri casi è necessario “maltare” il cereale.

Quanti tipi di birra esistono

Sono numerose le possibilità di classificare le birre. La classificazione che trova maggior impiego fa riferimento al tipo di lievito utilizzato e, conseguentemente, al tipo di fermentazione. In questo senso le birre si dividono in tre grandi famiglie:

  • Ale: sono prodotte con i lieviti della specie Saccharomyces cerevisiae e seguono un processo ad “alta fermentazione” che predilige temperature elevate. È il procedimento più antico che rimane tuttavia ancora profondamente radicato specie nella cultura birraria britannica e fiamminga.
  • Lager: sono prodotte con i lieviti della specie Saccharomyces carlsbergensis e seguono un processo a “fermentazione bassa” che predilige temperature basse. Il procedimento industriale è più recente e garantisce una maggior stabilità e ripetibilità, permettendo a queste birre di essere di gran lunga le più diffuse sul mercato.
  • Lambic: sono prodotte esclusivamente in una regione del Belgio meridionale, dove il mosto è esposto a lieviti indigeni selvatici, come il Brettanomyces bruxellensis; il processo si sviluppa seguendo una “fermentazione spontanea”, che conferisce a queste birre caratteristiche uniche al mondo.

Spesso alle ale sono riconosciute caratteristiche di maggior complessità grazie ai sapori e agli odori ricchi di aromi floreali, speziati e fruttati, mentre le lager sono più frequentemente “pulite” ed evidenziano soprattutto il carattere di malto e luppolo.


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Quali sono le birre più bevute in Italia

Secondo l’Istat, a consumare birra è 1 italiano su 2, percentuale leggermente più alta al Centro, dove si raggiunge il 53% contro il 51% del Nord e il 49% di Sud e isole. Scopriamo quali sono le birre più vendute.

Sul mercato italiano delle birre operano nove società birrarie con produzione industriale sul nostro territorio:

  • Heineken Italia
  • Birra Peroni
  • Birra Castello
  • Carlsberg Italia
  • Forst
  • Menabrea
  • Drive Beer (Birra Morena)
  • Theresianer
  • Semedorato

Esse gestiscono complessivamente 15 stabilimenti di produzione, ubicati in diverse regioni del Nord e Sud Italia. I primi 4 gruppi realizzano oltre il 65% delle vendite. A questi si aggiungono poi le numerose unità di produzione artigianale. Sul mercato italiano sono inoltre commercializzate oltre 1.500 marche di importazione.

La Nastro Azzurro è una birra premium pilsner italiana prodotta a partire dagli anni sessanta dal birrificio Peroni di Roma. La birra Heineken è una birra molto bevuta e venduta in Italia e in tutto il mondo. I birrifici Heineken Italia, producono anche i marchi Birra Moretti, Birra Ichnusa, Birra Messina e Dreher.

La Birra Moretti è una delle birre più vendute in Italia ed è discretamente famosa anche all’estero. L’Ichnusa è una birra originaria della Sardegna, e prende il suo nome da un’antica denominazione di origine greca dell’isola. La Dreher Breweries Ltd è un’azienda ungherese produttrice di birra. Un’altra birra molto consumata in Italia è la Ceres, marca di birra danese prodotta dalla Ceres Brewery di Aarhus.

La birra fa ingrassare? Quante calorie contiene

In generale una birra commerciale chiara da 33 centilitri – una lattina o una bottiglietta di lager – contiene all’incirca 12 grammi di carboidrati, e copre circa il 7% del fabbisogno calorico giornaliero medio di una persona, calcolato sulle 2000 calorie al giorno.

Anche in questo caso non si può generalizzare più di tanto. Le calorie di una birra variano da un’etichetta all’altra in quelle commerciali, figuriamoci quando si parla di birre artigianali dove la libertà creativa del birraio, su ingredienti e lavorazione, può influire in modo consistente sul prodotto finale, indipendentemente dallo stile.

Giornata mondiale della birra: curiosità e benefici

La birra doppio malto non esiste

Eh già! E’ solo un’invenzione della legislazione italiana la quale, per classificare le birre in base al grado alcolico, le ha suddivise per categorie a seconda della quantità di zuccheri presenti nel mosto, pur non essendoci una relazione diretta tra la quantità di zuccheri e il grado alcolico. Ad esempio una birra definita “speciale” può essere più alcolica di una “doppio malto”!

Londra colpita da uno tsunami di birra

Avete capito bene! Nel 1814 nella fabbrica Meux di Londra si ruppe una cisterna contenente 1.470.000 litri di birra che inevitabilmente finirono per le strade distruggendo case ed annegando 9 persone.

La birra idrata la pelle

Pur essendo una bevanda gassata, fermentata e ottenuta da luppolo e cereali, la birra però è composta principalmente da acqua, precisamente il 90%, infatti è stato dimostrato che berla aiuta ad avere una pelle liscia e idratata.

Obama ha una birra personale

Si chiama White House Honey Ale ed è la birra personale di Barack Obama. Viene prodotta dagli chef della Casa Bianca seguendo una ricetta che include il miele proveniente dagli alveari del giardino della stessa Casa Bianca.

La birra è vietata nel luogo in cui è nata

Un bel paradosso per la birra! Pare che la sua prima produzione risalga a 7.000 anni fa in Mesopotamia, territorio attualmente occupato dall’Iran, dove oggi il consumo di birra è vietato ed è addirittura punito con frustate e carcere.

La birra è stata inventata dalle donne

La professione di mastro birraio era praticata inizialmente solo dalle donne, un ruolo che col tempo è passato agli uomini. Oggi però si sta nuovamente diffondendo tra le donne il mestiere di mastra birraia!

La birra più costosa al mondo

E’ la Vieille Bon Secours, una rara bionda belga che viene venduta solo ed esclusivamente al Bierdrome di Londra, dove una bottiglia da 12 litri costa 780 dollari!

La birra spaziale

Nello spazio la microgravità non permette il consumo di bevande gassate, così il birrificio australiano 4 Pines si è messo a lavoro per risolvere il “problema”. La soluzione si chiama Vostok ed è una birra a gravità zero con un basso contenuto di gas il cui nome deriva dalla prima missione spaziale.

La birra aiuta la formazione delle ossa

La birra contiene silicio, un minerale che contribuisce alla formazione delle ossa. Ovviamente questo accade solo quando bevuta con moderazione!

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