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Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze: l’Unicef s’impegna contro i matrimoni precoci

La Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze (International Day of the Girl Child)  dell’11 ottobre è un’occasione per porre l’attenzione sui matrimoni precoci e le spose bambine una violazione dei diritti umani troppo diffusa che ha conseguenze su tutti gli aspetti della vita di una bambina.

Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze: basta alle spose bambine

Secondo l’Unicef le stime più recenti indicano che 70 milioni di donne tra i 20 e i 24 anni sono state costrette a sposarsi prima dei 18 anni: di queste, 23 milioni addirittura prima di aver compiuto 15 anni. A livello globale, quasi 400 milioni di donne, di età compresa tra 20 e 49 anni si sono sposate in minore età.

«La Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze riflette la necessità di mettere al centro dell’agenda dello sviluppo i diritti delle ragazze», afferma Anju Malhotra, responsabile della sezione Genere e Diritti all’Unicef. «Le Nazioni Unite e i suoi partner stanno lavorando congiuntamente per mostrare gli incredibili progressi fatti e per evidenziare le sfide in corso.»

Giornata Internazionale delle Bambine: un impegno globale contri i matrimoni precoci

L’Unicef, in collaborazione con i governi dei Paesi aderenti, la società civile e le altre Agenzie dell’ONU, sta gettando le basi per porre fine ai matrimoni precoci a livello globale. Nel 2011, 34 uffici UNICEF sul campo hanno attivato progetti per affrontare il matrimonio precoce attraverso riforme legislative e cambiamenti sociali ed economici.

In India, uno dei Paesi al mondo con il maggior numero di ragazze sposate prima del 18° compleanno, il tasso di matrimoni precoci è diminuito in quasi tutti gli Stati: dal 54% del 1992-1993 si è scesi al 43% del 2007-2008, ma il ritmo del calo è ancora troppo lento. L’Unicef ha favorito l’approvazione del Child Marriage Prohibition Act del 2006, e da allora ha sostenuto lo sviluppo e l’attuazione di una strategia nazionale sui matrimoni precoci che mira a coordinare i programmi e le politiche per affrontare sia le cause che le conseguenze di questo fenomeno.

Le esperienze maturate in Paesi diversi come Bangladesh, Burkina Faso, Gibuti, Etiopia, India, Niger, Senegal e Somalia dimostrano come la combinazione di misure legali e il sostegno alle comunità, la possibilità di fornire valide alternative, come la scolarizzazione, e di discutere apertamente del problema nelle comunità, produce risultati positivi.

Spose bambine: la scuola come forma di prevenzione migliore

«Il matrimonio precoce spesso comporta per una ragazza l’abbandono della scuola. Nelle comunità dove tale pratica è diffusa, sposare una bambina è parte di una serie di norme sociali e atteggiamenti che riflettono il basso valore dato ai diritti umani delle bambine» ha aggiunto Anju Malhotra.

L’istruzione è una delle strategie più efficaci per proteggere le bambine dai matrimoni precoci. Quando le ragazze possono continuare gli studi, può verificarsi facilmente anche un cambiamento nei comportamenti che migliora le loro opportunità. L’incidenza del fenomeno delle “spose bambine” è diminuita nel corso degli ultimi 30 anni, ma i matrimoni precoci restano diffusi in diverse regioni del mondo, in particolare nelle zone rurali e tra i ceti più poveri.

Alcune spose bambine sono i soggetti più emarginati e vulnerabili della società. Le giovani spose sono spesso costrette a una vita di totale isolamento: allontanate troppo presto dalla famiglia di origine, escluse dall’istruzione, deprivate anche della possibilità di poter andare a scuola e di avere relazioni con i coetanei e con il resto della comunità.

I matrimoni precoc, le spose bambine e le gravidanze pericolose

I matrimoni precoci, inoltre, mettono le ragazze a rischio di gravidanze precoci e indesiderate, con conseguenze che possono portare anche alla morte. Tra le ragazze di età compresa tra 15 e 19 anni, i decessi legati alla gravidanza e al parto rappresentano una quota importante della mortalità complessiva e, nel mondo, sono circa 50mila le morti causate da queste gravidanze ogni anno.

Inoltre, le ragazze tra i 10 e i 14 anni di età hanno probabilità 5 volte maggiori, rispetto alle ragazze tra 20 e 24 anni, di morire durante la gravidanza e il parto.

«Attraverso gli impegni globali, i movimenti della società civile, la legislazione e le iniziative individuali, le ragazze fioriranno in un ambiente sicuro e produttivo» ha concluso Malhotra. «Dobbiamo accelerare i progressi e dedicare risorse affinché le ragazze possano rivendicare i propri diritti e realizzare il loro pieno potenziale.»

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