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Il 6 gennaio del 1412 nasce Giovanna d’Arco: la leggendaria pulzella d’Orléans

Vita di Giovanna D'Arco, eroina francese nota anche come la pulzella d'Orléans. Percorriamo le sue gesta belliche, la cattura, il processo e la morte

Giovanna d’Arco (in francese Jeanne d’Arc) è un’eroina nazionale francese, venerata come santa dalla Chiesa cattolica, oggi conosciuta anche come «la pulzella d’Orléans» (in francese «la pucelle d’Orléans»).

Riunì, nel proprio Paese, parte del territorio caduto in mano agli inglesi, contribuendo a risollevarne le sorti durante la guerra dei cent’anni, guidando vittoriosamente le armate francesi contro quelle inglesi. Catturata dai Borgognoni davanti a Compiègne, Giovanna fu venduta agli inglesi. Questi la sottoposero a un processo per eresia, al termine del quale, il 30 maggio 1431, fu condannata al rogo e arsa viva.

Giovanna d’Arco, tutto quello che c’è da sapere sulla pulzella d’Orléans

Giovanna nacque a Domrémy il 6 gennaio 1412 (circa) da Jacques d’Arc e Isabelle Romée, in una famiglia di contadini della Lorena, ma appartenente alla parrocchia di Greux e alla castellania di Vaucouleurs, soggetta alla sovranità francese. Secondo le testimonianze del tempo, era una ragazzina molto devota e caritatevole; nonostante la giovane età visitava e confortava i malati e non era insolito che offrisse il proprio giaciglio ai senzatetto per dormire lei stessa per terra, sotto la copertura del camino.


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Giovanna d’Arco all’incoronazione del re Carlo VII nella cattedrale di Reims, olio su tela di Jean-Auguste-Dominique Ingres, 1854, Museo del Louvre, Parigi.

Nel 1420, dopo anni di lotte sanguinose, la situazione precipita: un re inglese si fa riconoscere sovrano del Regno Unito di Francia e d’Inghilterra, senza che Carlo VII (detto il Delfino), riesca a fronteggiare la disperata situazione in cui versa il suo paese.

In testa all’esercito francese

Nel 1429, forte della sua fede, convinta di essere stata scelta da Dio per salvare la Francia piegata dalla guerra dei Cent’anni, Giovanna D’Arco, umile pastorella diciassettenne e analfabeta, dopo aver percorso 2500 chilometri si presenta alla corte di Carlo VII chiedendo di poter cavalcare – senza nessun comando – alla testa dell’esercito che andava a soccorrere Orléans, stretta d’assedio dall’esercito di Enrico VI.


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Statua equestre di Giovanna d’Arco, opera di Emmanuel Fremiet, 1874, Parigi, place des Pyramides.

«Ero nel tredicesimo anno della mia vita, quando Dio mandò una voce per guidarmi. Dapprima rimasi spaventata: “Sono una povera ragazza che non sa né guerreggiare né filare” risposi. Ma l’angelo mi disse: “Verranno a te Santa Caterina e Santa Margherita. Opera come ti consigliano, perché loro sono mandate per consigliarti e guidarti e tu crederai a quanto esse ti diranno».

Nonostante la diffidenza dei consiglieri Giovanna D’Arco convince il Delfino che cede alle sue richieste. Così Giovanna, che aveva infiammato l’animo di tutti i francesi, sostenuta dalle acclamazioni delle genti dei villaggi e degli uomini d’armi, con un bianco stendardo sul quale vi erano scritti i nomi di Gesù e Maria, si pone alla testa dell’esercito che si proponeva di condurre alla vittoria.

L’incoronazione di Carlo VII

Tra maggio e luglio la Pulzella e il suo esercito rompono l’assedio di Orléans, liberano la città e sconfiggono i nemici; il 7 luglio 1429 Carlo VII viene finalmente consacrato re. Alla grande vittoria purtroppo il sovrano, incerto ed esitante, non fa seguire un’azione militare risolutiva e Giovanna D’Arco viene lasciata sola.



Invano l’8 settembre organizza un’azione sotto le mura di Parigi; nonostante fosse stata ferita dalla freccia di un arciere nemico continua a combattere ma, alla fine, suo malgrado, deve obbedire ai capitani e ritirarsi da Parigi.

Compiègne e martirio

Giovanna però non si arrende; nella primavera del 1430 vuole marciare su Compiègne per difenderla dagli anglo-borgognoni. Durante una ricognizione cade in un’imboscata subendo l’umiliazione di essere catturata e consegnata a Giovanni di Lussemburgo, che la cede a sua volta come bottino di guerra agli Inglesi. Carlo VII non tenta neppure di liberarla.


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Giovanna d’Arco malata viene interrogata in prigione dal cardinale di Winchester, Paul Delaroche, olio su tela, 1824, Musée des beaux-arts, Rouen.

Comincia allora il martirio del carcere e l’onta dei processi; tradotta a Rouen, davanti a un tribunale di ecclesiastici, nel 1431 viene incolpata di eresia ed empietà, false accuse che tendevano a celare il significato politico della sua condanna.

Morte e riabilitazione

All’alba del 30 maggio 1431 la Pulzella d’Orlèans viene arsa viva. Tra il fumo e le faville, mentre già il suo corpo era avvolto dalle fiamme, fu udita gridare con voce forte, per sei volte: “Gesù!” – poi chinò la testa e spirò. «Siamo tutti perduti! – gridarono i carnefici – abbiamo bruciato una santa».



Diciannove anni dopo, quando Carlo VII rioccupa Rouen, Giovanna viene riabilitata. Canonizzata nel 1920, Giovanna d’Arco ha ispirato scrittori e musicisti, come ShakespeareSchillerGiuseppe VerdiLiszt e G. B. Shaw, esaltata come simbolo di fede, di eroismo e di amore patriottico.

 

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