Cronaca

Nuova vita per Giovanni Brusca: identità pulita, casa in luogo segreto e stipendio dello Stato

Giovanni Brusca libero: lo Stato gli dà casa segreta e stipendio. Lo prevedono gli accordi tra Stato e collaboratori di giustizia

Giovanni Brusca avrà una casa in una località segreta ed una sorta di stipendio statale. Il boss di San Giuseppe Jato, accusato di un centinaio di omicidi tra cui quello di un bambino sciolto dell’acido, non ha ottenuto solo la scarcerazione dopo 25 anni di detenzione. Per lui una casa in una località segreta, una nuova identità, pulita, e quella che tecnicamente si chiama indennità di mantenimento.

Per Giovanni Brusca una casa segreta ed uno stipendio statale

Solo il Servizio centrale di protezione del Ministero dell’Interno conosce i termini dell’accordo firmato da Giovanni Brusca prima di lasciare il carcere di Rebibbia nella giornata di lunedì 31 maggio. Si tratta di una documentazione riservata, anzi classificata considerando che Brusca non è un collaboratore di giustizia da poco come riportato dall’edizione odierna de Il Mattino.

Dove vive oggi Giovanni Brusca

L’accordo prevede una serie di regole che il boss dovrà rispettare. Per quattro anni  sarà sottoposto al regime di libertà vigilata, con il probabile obbligo di dimora nel luogo segreto dove adesso risiede. Ovviamente non dovrà tornare a delinquere e non potrà violare alcune regole previste dal programma di protezione al quale ha aderito.

A quanto ammonta lo stipendio statale di Giovanni Brusca

Dal 2000 Giovanni Brusca percepiva in carcere un piccolo stipendio per provvedere alla famiglia. Tra i nuovi accordi invece è previsto anche un mantenimento da parte dello Stato. Solitamente l’indennità per i collaboratori di giustizia oscilla tra i mille e i mille ed i 500 euro al mese ai quali vanno aggiunti altri 500 euro per ogni familiare a carico.

Giovanni Brusca però attualmente è solo. Si sposò nel 2002 con una donna ma anni fa hanno divorziato. C’è un figlio, nato all’unione della coppia prima dell’arresto, il quale ormai è adulto. Lo Stato inoltre paga al boss anche l’affitto, le spese mediche e, nel programma di protezione, possono essere inclusi altri benefit. Strumenti che dovrebbero servire al collaboratore di giustizia, che oramai ha 63 anni, a reinserirsi nella società e a trovare un lavoro.

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