Cronaca

Giulia Tramontano, l’ultima bugia del fidanzato: “L’ho colpita al collo per non farla soffrire”

Emergono nuovi scenari inquietanti dietro il delitto horror avvenuto sabato scorso a Senago: l’ultima bugia del fidanzato di Giulia Tramontano prima di confessare l’omicidio della compagna e del figlio che portava ancora in grembo. “L’ho colpita al collo per non farla soffrire”. Ad incastrarlo però anche le ricerche web su come uccidere una persona e far sparire il corpo.

Giulia Tramontano, l’ultima bugia del fidanzato prima di confessare l’omicidio

Intorno alle 20 di sabato 27 maggio Alessandro Impagnatiello, barman 30enne, aspetta che la fidanzata incinta al settimo mese del loro primo figlio torni a casa (dove al culmine di una lite avrebbe consumato il delitto) e si organizza.

Circa un’ora prima infatti cerca sul web: “Ceramica bruciata vasca da bagno”, dove poi metterà il corpo ormai già senza vita di Giulia Tramontano cospargendola di alcol. Il giorno prima si era informato su “Alberto Stati Bollate”, nei giorni successivi poi raccoglie informazioni su “allontanamento volontario” mentre i carabinieri passano setacciano la sua auto, digita ancora “Rimuovere macchie di sangue, di candeggina, di erba”.

Le ricerche web

Tentativi, rivelatisi inutili, di nascondere una verità che all’alba di ieri ha fatto emergere un delitto da horror: il cadavere di Giulia era infatti nascosto in un’intercapedine a meno di due chilometri da casa. Ora il compagno è in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, anche per futili motivi e crudeltà, di occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso.

Per i pm ha una “spiccata capacità manipolatoria e ingannatrice”. Giulia lo ha capito troppo tardi, solo dopo l’incontro con la ex che le rivela tutta la verità sulla vita parallela del compagno. Disperata e furibonanda, perde la testa ma non riesce a salvarsi dal suo destino (deciso dalla mano di qualcun altro): “Fai schifo alla razza umana. Hai fallito nella vita, due figli con due madri diverse. Che tu possa affogare nella m…a che ti crei da solo”, gli scrive. Rientra a casa ma lui aveva già deciso tutto. Il resoconto del massacro (nella confessione ai pm) comincia con l’arrivo della fidanzata, che lo mette di fronte alla sua infedeltà. “La conversazione è durata poco e tra me e lei si è creato il gelo. Dopo di che ho mangiato una piadina, Giulia è andata in cucina per prepararsi la cena e ha iniziato a tagliare dei pomodori. Ha riaperto la discussione dicendomi che la vita per lei era diventata pesante. Con il coltello che stava usando per i pomodori ha iniziato a procurarsi dei tagli sulle braccia, ho cercato di avvicinarmi ma lei mi diceva che non voleva più vivere. Si era inferta già qualche colpo all’altezza del collo e io, per non farla soffrire, l’ho colpita altre tre o quattro volte. Il coltello è caduto, lei era stremata a terra e io le dicevo che era finita, che doveva riposarsi”. Quando Alessandro l’aggredisce, Giulia cerca di divincolarsi «ma in maniera debole», non ha nemmeno la forza di urlare. Muore davanti al divano del salotto. “Ero confuso e annebbiato – prosegue Impagnatiello – Ho portato il suo corpo in bagno trascinandolo e l’ho messo nella vasca e lì mi sono reso conto che l’avevo uccisa. A quel punto volevo in qualche modo liberarmi del cadavere. C’era dell’alcol per le pulizie e le ho dato fuoco”.

Il tentativo fallisce, la porta nel box “con parte degli indumenti già bruciati, ci ho messo un po’ perché mi sono preso delle pause e ripulisco il sangue con panni in microfibra, carta e acqua”. Poi va dalla sua ex e le dice che “Giulia non c’è più, nel senso che non è più un ostacolo per vivere una relazione con lei”. Alle tre e mezza di notte è di nuovo a Senago, si ferma a un distributore e riempie di benzina una bottiglia. “La verso sul corpo di Giulia, ma anche in questo caso non sono riuscito nell’intento di renderla cenere e intorno alle 5 del mattino decido di spegnere le fiamme”. Il tutto non è passato inosservato in quanto una vicina nota “una quantità ingente di cenere provenire dalla porta di ingresso dell’appartamento di Impagnatiello, continuare sulla scale sino al loro box – riferisce agli investigatori – In quantità tale da farmi pensare a una grigliata, sebbene quel giorno non avessi sentito odore di barbecue”.

Alle sette di domenica mattina Alessandro va al lavoro e lascia il corpo nel garage. Martedì lo carica in auto, dove resta fino a mercoledì notte quando se ne disfa. “Io ho comunque usato la macchina andando in giro con il cadavere nel bagagliaio”, puntualizza. Nel frattempo getta passaporto e cellulare di Giulia in un tombino, valuta l’acquisto di uno zaino da trekking per scappare, spera che i tentativi di depistaggio abbiano successo. Come i messaggi che manda alla fidanzata, già morta. “Baby dove sei? Ci stiamo preoccupando tutti”, questo domenica. Il giorno dopo: “Prima guardavo le nostre foto a Ibiza. So che non sono stato un fidanzato ideale negli ultimi mesi”. Martedì: “Dicci solo che sei fuggita in qualche Paese lontano”.

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