Cronaca

I genitori del ragazzo morto in stage: “Felice in fabbrica, ora diteci come è successo”

Venezia, ragazzo morto durante stage in fabbrica: il dramma di Giuliano De Seta, una lastra da due tonnellate gli è caduta sulle gambe

Si chiamava Giuliano De Seta il ragazzo morto durante uno stage per l’alternanza scuola – lavoro a Noventa, in provincia di Venezia. Il 18enne, studente, è morto nel pomeriggio di venerdì 16 settembre, schiacciato da una lastra di metallo mentre lavorava alla Bc Service di via Volta. Il giovane era uno studente all’Itis Leonardo da Vinci di Portogruaro e questa era la sua prima settimana in azienda.

Venezia, ragazzo morto durante stage in fabbrica: il dramma di Giuliano De Seta

Per lui non c’è stato niente da fare: una lastra da due tonnellate gli è caduta sulle gambe. E le parole del papà sono toccanti: “Il mio mondo è finito”, afferma, come scrive il quotidiano Il Gazzettino. “Giuliano era il classico bravo ragazzo – aggiunge Luca Sprezzola, amico di famiglia – amato da tutti, con un sacco di amici. Desiderava lavorare nel ramo dell’elettronica e delle nuove tecnologie e intanto avrebbe completato il percorso scolastico, con il diploma all’Itis di Portogruaro”.


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Il dolore dei genitori

In una intervista al Corriere della Sera, i genitori di Giuliano hanno esternato il loro dolore e la loro rabbia. Il padre, Enzo De Seta, sbotta cercando di ricacciare indietro le lacrime. Nelle scorse ore l’operaio è sceso con la moglie, Antonella Biasi, nella camera mortuaria dell’ospedale di San Donà di Piave per un’ultima carezza al corpo di Giuliano, il loro primogenito, maggiorenne da pochi giorni, morto nello stabilimento della B.C. Service, l’azienda di Noventa di Piave che produce stampi di materia plastiche, dove dal 5 settembre stava svolgendo uno stage concordato con l’istituto tecnico che frequentava.

“Giuliano era allegro, sveglio, ma anche curioso e pieno di quegli amici che, in queste ore, stanno venendo in massa qui a casa per farci sentire il loro affetto” racconta il papà Enzo. “Come tutti i ragazzi di quell’età aveva le sue passioni: lo sport, con l’atletica leggera, e la pesca. Io sono di origini calabresi e lui adorava immergersi in quel mare, facendo apnea. E poi amava girare in sella alla vecchia Vespa che gli avevo regalato: se chiudo gli occhi, rivedo Giuliano che scorrazza per le strade di Ceggia con dietro la sua fidanzatina, abbracciata stretta. Erano felici, insieme. All’inizio del mese, per festeggiare la maggiore età, aveva fatto il suo primo volo col paracadute, in tandem. Era euforico: quell’esperienza l’aveva riempito di gioia”.

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