Cronaca

Rischio sicurezza e privacy, c’è il rischio che Google e Facebook possano monitorare i siti vm18

Stando a quanto riporta un recente studio, dove si analizzano più di 20.000 siti web vm18, Google e Facebook potrebbero conoscere e monitorare le abitudini degli utenti attraverso delle verifiche sui dati personali dell’utenza, anche se si accede con la modalità privata.

Google e Facebook potrebbero monitorare i siti vm18

Per quel che concerne il tema della privacy e della sicurezza, i nostri dati sono sempre in prima linea, dato in questi periodi la maggior parte delle persone in tutto il mondo utilizza costantemente il web inserendoci all’interno la propria identità.

I siti vm18, sono nello specifico tra i più frequentati, sia da uomini che da donne, e sembra che, nonostante si utilizzi la modalità in incognito, i dati di ognuno possono essere utlilizzati per scorgere le nostre preferenze e venduti per pubblicità mirata.

Un recente studio condotto da ricercatori di Microsoft, Carnegie Mellon University e University of Pennsylvania, ha avuto modo di analizzare più di 20.000 siti web vietati ai minori ed i risultati, pubblicati lo scorso lunedì, hanno rilevato che circa il 93% dei siti analizzati cede dati dell’utenza a terzi. 

Tale ricerca, sostiene che la raccolta dei dati si verifica attraverso una serie di servizi: quelli appertenenti a Google o Facebook, come le API e gli strumenti di analisi di Google o gli strumenti di sviluppo di Facebook, sarebbero stati trovati su più del 50% dei siti in questione. Ciò non comporta necessariamente che queste aziende utilizzino le informazioni raccolte ma, sicuramente, hanno accesso a molte di esse.

Le ricerche dell’azienda californiana

I ricercatori hanno dichiarato che nonostante l’azienda californiana si rifiuti di “ospitare” la pornografia, non si pone limiti nell’osservare come gli utenti ne facciano uso. I dati di coloro che frequentano questi siti, inoltre, ne rivelano tutti i dati sensibili, rappresentati dall’URL della piattaforma web a cui si accede, e rappresentano un rischio ulteriore se vengono tracciati, dato che ipotesi sull’identità e sulle preferenze sessuali sono collegate a informazioni di identificazione personale.

La modalità in incognito o privata, non sarebbe sufficiente per impedire al browser web di salvare le attività di ricerca ma ISP, siti Web e servizi di tracciamento ricevono comunque tutte le informazioni e la sicurezza non aumenta, a meno che il sito in questione non utilizzi la crittografia ma, dai risultati della ricerca, è emerso che solamente il 17% dei siti analizzati la supporta.

Quindi, è estremamente probabile che l’utenza utilizzatrice dei siti web vm18 analizzati, possano essere monitorati da terzi, a causa della sicurezza insufficiente, rischiando la condivisione e l’utilizzo dei propri dati non semplicemente per l’acquisto o altro.

Si spera che questa ricerca possa spingere le autorità competenti ad indurre controlli ancor più rigidi sulle attività di monitoraggio online.

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