Un’inchiesta sullo scandalo del sangue infetto in Gran Bretagna ha rivelato che le autorità britanniche e il servizio sanitario nazionale sapevano di esporre consapevolmente migliaia di pazienti a infezioni mortali con sangue e emoderivati contaminati. Il report di 2.527 pagine descrive un insabbiamento durato decenni, coinvolgendo oltre 30.000 persone contagiate tra gli anni Settanta e Novanta. Circa 3.000 persone sono morte, 1.250 sono state infettate dall’HIV, e migliaia hanno contratto l’epatite C cronica.
Scandalo sangue infetto in Gran Bretagna: i dettagli
“Un catalogo di fallimenti” da parte dei governi e dei professionisti del settore medico secondo Brian Langstaff, che ha presieduto l’inchiesta. Per l’ex giudice le autorità hanno rifiutato di ammettere le responsabilità per salvare la faccia e le spese, ma non è tutto. Ci sarebbero stati anche dei ritardi nell’informare i pazienti delle loro infezioni, con l’unico obiettivo di nascondere lo scandalo. Langstaff ha rimarcato: “Questo disastro non è stato un incidente. Le infezioni si sono verificate perché le autorità (i medici, i servizi trasfusionali e i governi che si sono succeduti) non hanno messo al primo posto la sicurezza dei pazienti, la risposta delle autorità è servita ad aggravare le sofferenze delle persone”.