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Green pass per metro, bus, uffici pubblici: il certificato verso l’estensione

Green pass: verso l'estensione del certificato verde per metro, bus e uffici pubblici. Nuova stretta del Governo in arrivo: le novità e ultime notizie

Il Green pass verso l’estensione per metro, bus e uffici pubblici. Con il Natale alle porte, sul tavolo del governo non c’è solo il Super Green pass per vaccinati e guariti dal Covid, escludendo dalle attività ricreative e sociali i No vax nel caso scattassero le restrizioni da zona gialla, arancione o rossa. Nelle ultime ore sta montando anche l’ipotesi di estendere l’uso del Green pass agli utenti e clienti dei servizi pubblici e privati, come uffici postali, sportelli della Pubblica Amministrazione in generale, banche e assicurazioni, commercialisti, notai, bus, metro, etc. Una soluzione già esplorata dall’esecutivo in settembre, ma poi scartata perché i controlli non sono semplici, soprattutto nel trasporto pubblico locale.

Green pass: verso l’estensione a metro, bus e uffici pubblici

La nuova stretta, come scrive anche l’odierna edizione de Il Mattino, non verrà decisa la prossima settimana. Secondo la road map di Mario Draghi, che domani incontrerà i governatori regionali assieme ai ministri Roberto Speranza (Salute) e Mariastella Gelmini (Regioni), il primo step è imporre l’obbligo della terza dose al personale medico e agli ospiti e agli operatori delle residenze per anziani (Rsa). E ridurre a 9 mesi la durata del lasciapassare verde, in modo da alzare il livello di sicurezza e spingere i cittadini a fare la terza inoculazione. Poi, in una cabina di regia che dovrebbe celebrarsi mercoledì, decidere il varo del Super Green pass a partire dal 1° dicembre.

Obbligo vaccinale per alcune categorie: l’elenco

Il governo potrebbe introdurre l’obbligo vaccinale per alcune categorie. Tra le nuove regole allo studio ci sono la riduzione della durata del green pass, la terza dose e si riapre anche il dibattito sull’obbligo vaccinale. Vediamo insieme l’elenco completo.

Le novità

Tra le misure che potrebbero essere attuate vanno “considerate forme di obbligo vaccinale per alcune categorie professionali, in particolare chi assiste o è a contatto con il pubblico”, mentre l’obbligo per tutti è “un’opzione estrema”.

A rilanciare è Confindustria: “Non possiamo permetterci di bloccarci, l’unica cosa che ci può mettere al sicuro è l’obbligo vaccinale, un percorso su cui dobbiamo avere il coraggio di fare una riflessione seria” dice il presidente Carlo Bonomi che teme nuove chiusure.

L’obbligo vaccinale: per chi?

Le forme di obbligo vaccinale potrebbero entrare in vigore per alcune specifiche categorie professionali, in particolare per quelle che assistono o sono in contatto con il pubblico, ad esempio forze dell’ordine, dipendenti della pubblica amministrazione e insegnanti.

“Noi siamo stati i primi a introdurre l’obbligo vaccinale per i sanitari. Bisogna riflettere se farlo con altre categorie. Saranno valutazioni che dovremmo fare seguendo i dati, ma dobbiamo guardare al futuro con fiducia e dobbiamo continuare a rispettare le regole”, ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

La proposta dell’obbligo spacca la maggioranza. Trova l’appoggio di Forza Italia e di Italia Viva con Ettore Rosato, che dichiara: “Dobbiamo iniziare a ragionare seriamente sulla questione”. Ma Matteo Salvini e la Lega continuano ad essere contrari.

Al momento la linea tracciata da Palazzo Chigi è quella della massima attenzione all’evoluzione della curva epidemiologica. Le scelte fatte nei mesi scorsi e ora adottate anche da altri Paesi, a partire dal green pass nei posti di lavoro, hanno permesso di contenere la forza del virus.

I provvedimenti

Per questo i provvedimenti per ora sul tavolo del Consiglio dei ministri, che li valuterà la prossima settimana dopo un parere del Cts, si limitano alla riduzione della validità del pass e all’obbligo di terza dose per i sanitari.

La durata del green pass scenderebbe da 12 a 9 mesi, anche se nella comunità scientifica c’è chi chiede che scenda a 6 mesi dato che è stato provato che dopo un semestre la copertura vaccinale e la protezione calano sensibilmente.

La seconda riflessione che riguarda il green pass è la durata dei tamponi, dato l’alto numero di falsi negativi dati dai test rapidi. La comunità scientifica sta valutando la possibilità di ridurre quella degli antigenici da 48 a 24 ore e quella dei molecolari da 72 a 48 ore.

Prima del Consiglio dei ministri il presidente del Consiglio Mario Draghi vedrà le Regioni, poiché i governatori premono per ottenere misure più drastiche per circoscrivere la diffusione del virus ed evitare le restrizioni dei cambi colore.

Ipotesi super green pass

 

Le Regioni hanno proposto una sorta di “super green pass”, sul modello del 2G tedesco e austriaco, e cioè ottenibile solo da chi è vaccinato o guarito. In questo modo solo loro potrebbero entrare in ristoranti, cinema e stadi. Questa proposta porterebbe a una limitazione per chi non è vaccinato, queste persone sarebbero escluse dalla vita sociale del Paese. Chi non si immunizza potrà fare il tampone per accedere ai servizi essenziali e per andare al lavoro.

Il possibile cambio di colore

Il problema riguarda i possibili cambi di zona e le restrizioni che già dalla prossima settimana potrebbero interessare più di un territorio. La sollecitazione è arrivata dal presidente della Calabria Roberto Occhiuto: “Non si può penalizzare l’85% degli italiani vaccinati” a causa dei cambi di colore.


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