Cronaca

Green Pass in scadenza, cosa fare? Possibile proroga o terza dose

A ottobre centinaia di medici e infermieri che si sono vaccinati a gennaio potrebbero ritrovarsi senza Green pass valido

Green pass in scadenza per migliaia di medici ed operatori sanitari che si sono vaccinati nei primi mesi dell’anno. La validità della certificazione verde è infatti di nove mesi a partire dalla inoculazione della seconda dose e di dodici mesi per coloro che sono guariti dal virus. Quindi ad ottobre, chi si è vaccinato a gennaio, potrebbe ritrovarsi senza Green pass valido a meno che non si decida per una proroga del lasciapassare o che si debba procedere alla terza dose.

Green pass in scadenza, ecco cosa fare

Per ora non ci sono indicazioni precise e anche il ministero della Salute prende tempo per valutare il da farsi a seconda dell’andamento dei contagi che sinora, proprio grazie ai vaccini, sono contenuti se si escludono le regioni, Sicilia, Sardegna e Calabria, dove le inoculazioni vanno a rilento. In attesa della decisione sulla terza dose, è possibile che si proceda con un semplice prolungamento della durata considerando la persistenza degli anticorpi, seppur in misura minore, ben dopo il nono mese.

Il nodo terza dose

La decisione si intreccia inevitabilmente con la possibile somministrazione della terza dose che in altri Paesi, Israele in testa, stata già avviata partendo dai sessantenni. Per il richiamo si intende però valutare se procedere con dosi dei già noti vaccini Rna o con i nuovi sieri anti-varianti che le case farmaceutiche stanno mettendo a punto. Sinora il Comitato Tecnico Scientifico si è espresso in maniera favorevole per i soggetti fragili e immunodepressi, malati oncologici e trapiantati, ma il dibattito è destinato ad ampliarsi a seconda del procedere dei contagi dovuti a varianti.

Oms contro la terza dose

Nel frattempo l’Oms, più che una terza dose, chiede di spingere per allargare le vaccinazioni ai Paesi che non sono coperti. “Ci opponiamo fermamente alla terza dose per tutti gli adulti nei paesi ricchi, perché non aiuterà a rallentare la pandemia – sostiene l’esperta dell’Oms Soumaya Swaminathan – togliendo dosi alle persone non vaccinate i booster favoriranno l’emergere di nuove varianti”. Il sottosegretario alla Salute Sileri non ha però dubbi: “Credo che la terza dose sia necessaria e noi siamo pronti”.


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