Almanacco

Guy de Maupassant, uno dei padri indiscussi del racconto moderno

Scrittore, drammaturgo, reporter di viaggio, saggista e poeta francese, Guy de Maupassant è riuscito – anche dopo la sua morte – a consacrarsi come uno dei padri del racconto moderno. Durante il suo massimo periodo creativo, è stato influenzato in modo forte da Zola e Flaubert, nonché dalla filosofia di Schopenhauer. I suoi racconti come i suoi romanzi presentano un’ampia denuncia della società borghese, della sua stupidità, della sua cupidigia e della sua crudeltà. Gli uomini sono spesso descritti come vere e proprie bestie e l’amore si riduce per loro ad una funzione puramente fisica. Questo forte pessimismo pervade tutta l’opera di Maupassant.

Guy de Maupassant, il maestro della novella

Nacque nel castello di Miromesnil-Normandia, il 5 agosto 1850, da Gustave de Maupassant, nobile di provincia, e da Laure Le Poittevin. La prima gioventù, trascorsa in Normandia, fu amareggiata dalle continue liti tra i genitori che si separarono nel 1860. Dalla madre, donna coltissima, ereditò l’amore per l’arte. La passione per la letteratura, invece, fu in parte dovuta all’influenza dell’amico di famiglia Gustave Flaubert.

Inizi

A Rouen, dove nel 1868 conseguì la maturità in lettere, conobbe poi Louis Bouilhet, conservatore alla Biblioteca comunale, poeta ed amico di Flaubert. Entrambi lo stimolarono a leggere i contemporanei: Hugo, Balzac, Baudelaire, e diedero un proficuo orientamento alla sua vena creatrice. Nel 1870 si arruolò nell’esercito in occasione della guerra franco-prussiana. La crudeltà del conflitto lasciò in lui una traccia profonda che si rivela soprattutto nelle prime novelle.


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Nel 1871, tornato alla vita civile, andò a vivere a Parigi, dove svolse un lavoro impiegatizio prima presso il ministero della Marina e delle Colonie, e in seguito al Ministero della Pubblica Istruzione, su intercessione del padre. La vita da impiegato tuttavia non lo soddisfaceva, ed inoltre a Parigi soffriva per la mancanza del contatto con la natura, del mare e delle coste della Normandia.

L’avvicinamento alla scuola zoliana


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Nel 1880 lasciò definitivamente il lavoro per dedicarsi interamente alla letteratura, sotto la guida dell’amico Flaubert. A Parigi conobbe Ivan Turgenev, Edmond de Goncourt, Léon Daudet, ed iniziò a frequentare il gruppo di letterati riuniti intorno alla forte personalità di Emile Zola. Nel 1880 apparve la sua prima novella, “Palla di sego”, inclusa in una raccolta dal titolo “Le veglie di Medan”, a cui collaborarono diversi scrittori della scuola zoliana con racconti ispirati alla guerra del ’70. La morte di Flaubert, il 5 maggio 1880, fu un colpo gravissimo per Maupassant e segnò l’inizio di un periodo di straordinario vigore creativo: scrisse circa trecento racconti (molti dei quali sono variazioni sul tema sempre presente della follia e della crudeltà umana), sei romanzi e numerose opere minori. Al successo letterario fece seguito anche l’agiatezza economica, che gli permise di dedicarsi alle cose che più amava: il lusso, le belle donne ed i viaggi.

Italia e morte

Fu in Italia, in Corsica ed in Africa, e spesso si concedeva lunghe crociere in mare sullo yacht “Bel-Ami”. In questo periodo però la sua salute, minata dalla sifilide che aveva contratto in gioventù (oppure ereditato dal padre), iniziò a peggiorare drammaticamente. Iniziarono i problemi alla vista, le emicranie, l’insonnia, tutti disturbi che lo sottoposero ad uno stress logorante. I dolori continui gli causarono un tracollo psicofisico. Consultò numerosi medici a Parigi e a Nizza, senza riuscire a trovare rimedio alle sue sofferenze. Mentre si trovava a Cannes, nella notte del 1° gennaio 1892 tentò il suicidio. Dopo qualche giorno fu trasportato a Parigi e ricoverato presso una clinica psichiatrica, dove, ormai in preda alla follia, il 6 luglio 1893, morì all’età di quarantatre anni. Maupassant ebbe tre figli da Joséphine Litzelmann, unica figura femminile di qualche importanza nella sua vita.


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La tomba di Guy de Maupassat.

Tra le sue opere meritano di essere ricordate le raccolte di novelle: La casa Tellier (1881), La signorina Fifi (1882), Miss Harriet (1884), Le sorelle Rondoli (1884), Chiaro di luna (1884), Horla (1887), La mano sinistra (1889) ed i romanzi: Una vita (1883), che narra con viva partecipazione le miserie di una donna sposata, Bel-Ami (1885), sulla figura di un giornalista senza scrupoli, Mont-Oriol (1887), Pierre e Jean (1888), Forte come la morte (1889), Il nostro cuore (1890).

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