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Hubble festeggia un decennio di ricerche sui giganti del Sistema Solare: dalla Grande Macchia Rossa di Giove ai misteriosi raggi scuri che attraversano gli anelli di Saturno

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Le ricerche

Hubble festeggia un decennio di ricerche sui giganti del Sistema Solare: dalla Grande Macchia Rossa di Giove ai misteriosi raggi scuri che attraversano gli anelli di Saturno, grazie al programma Opal del telescopio spaziale avviato nel 2014.

Hubble festeggia 10 anni di ricerche sui giganti del Sistema Solare

Dalla Grande Macchia Rossa di Giove, la tempesta più imponente del Sistema Solare, ai misteriosi raggi scuri che attraversano gli anelli di Saturno, dal polo Nord sempre più luminoso di Urano all’inatteso legame tra le nuvole di Nettuno e il ciclo solare: queste sono solo alcune delle peculiarità dei quattro giganti gassosi del nostro sistema planetario che il telescopio spaziale Hubble, frutto della collaborazione tra NASA e Agenzia Spaziale Europea, ha studiato con un livello di dettaglio senza precedenti.

Attualmente, lo strumento celebra dieci anni di queste indagini, iniziate nel 2014 con il programma Opal. Questa missione prevede che Hubble osservi questi pianeti una volta all’anno, quando si trovano più vicini alla Terra, consentendo un monitoraggio regolare e contribuendo a comprendere il funzionamento dei loro sistemi meteorologici e climatici.

La vasta quantità di dati raccolti fino ad ora si rivelerà utile anche per studiare il clima e le condizioni atmosferiche di pianeti simili che orbitano attorno ad altre stelle. Le immagini dettagliate fornite da Hubble rivelano venti, tempeste e vortici nell’agitata atmosfera di Giove, che si estende per migliaia di chilometri. Oltre a monitorare le dimensioni, la forma e il comportamento della Grande Macchia Rossa, lo strumento ha recentemente esaminato i tornado magnetici delle dimensioni della Terra, che oscurano i poli a intervalli regolari e sono visibili solo nella gamma degli ultravioletti.

Le ricerche

Per quanto riguarda Saturno, il programma Opal ha consentito di osservare le variazioni nei colori della sua atmosfera che si verificano di anno in anno, probabilmente a causa dell’altezza delle nuvole e dei venti. Inoltre, Hubble ha rivelato che le macchie scure temporanee che appaiono sugli anelli del pianeta, ruotando con essi per 2-3 cicli prima di svanire, seguono il ciclo delle stagioni, che su Saturno dura circa 7 anni.

Per quanto riguarda Urano, il telescopio ha permesso di osservare il polo Nord, attualmente orientato verso il Sole a causa dell’elevata inclinazione dell’asse del pianeta. Opal ha raccolto numerosi dati sulle tempeste generate da nubi contenenti cristalli di ghiaccio di metano, che sono emerse mentre la lunga estate di circa 42 anni si avvicinava all’emisfero settentrionale. La luminosità di quest’area è aumentata progressivamente in vista del solstizio d’estate, previsto per il 2028.

Hubble ha anche chiarito il mistero della grande macchia scura, delle dimensioni dell’Oceano Atlantico, che si trovava nell’atmosfera di Nettuno quando la Voyager 2 della NASA lo sorvolò nel 1989. Si tratta di tempeste temporanee che si manifestano con regolarità e possono durare da 2 a 6 anni. Le osservazioni hanno rivelato un collegamento tra la quantità di nubi presenti sul pianeta e il ciclo di attività solare di 11 anni, una scoperta che ha sorpreso i ricercatori, considerando che Nettuno è il pianeta più lontano del Sistema Solare e riceve solo lo 0,1% della radiazione solare che raggiunge la Terra.