Cronaca

Humanity 1 arriva nel porto di Catania: sbarcati 144 migranti su 179

La ONG insiste: "sono tutti profughi, lasciare il porto senza farli sbarcare è illegale"

Nel porto di Catania, durante la notte scorsa, è entrata la nave Humanity 1 della Ong Sos Humanity. A bordo c’erano 179 naufraghi, ed è stata scortata da una motovedetta della Guardia costiera.

Humanity 1 arriva nel porto di Catania

Come previsto dal nuovo decreto, è stata eseguita una ispezione sanitaria per individuare fragili, donne e bambini, i soli ai quali è permesso di sbarcare. Secondo la ong, al termine dell’ispezione ci sono 35 naufraghi, e non 24 come detto in precedenza, che restano a bordo della nave. Si tratta di uomini adulti, senza problemi medici. Sarebbero quindi sbarcati a Catania 144 dei 179 migranti che erano a bordo della nave.

Controlli in corso per i restanti 35 migranti

Come ha spiegato Petra Krischok, portavoce di Sos Humanity, parlando con i giornalisti sul molo di Levante dopo che i primi migranti sono fatti scendere dalla nave della ong: “I primi a sbarcare sono stati minorenni e bambini piccoli accompagnati dalle madri. I controlli sono ancora in corso, ma Catania non ci è stato assegnato come porto sicuro“.

Non sono io il capitano, non decido io – ha aggiunto – ma lasciare il porto di Catania se non dovessero sbarcare tutti i migranti che sono a bordo della nave sarebbe illegale, perché sono tutti profughi“. Al porto, oltre al personale della Guardia costiera, ci sono anche forze dell’ordine, ambulanze, volontari della Protezione civile e bus di linea urbana, che sono stati usati per il trasporto delle persone sbarcate verso il Palaspedini, il palazzetto dello sport di piazza Spedini.

La struttura – conferma Marco Romano della Protezione civile del Comune di Catania – è pronta ad accogliere tutti gli ospiti presenti sull’Humanity 1. Anche se prende consistenza la voce che domani dovrebbero arrivare altre navi di ong a Catania,cercheremo di dare come sempre il massimo dell’ospitalità“.

Gli attivisti chiedono l’apertura dei porti

Poco distante nel porto, dietro uno striscione dalla scritta #portiaperti, una trentina di attivisti ha inscenato una protesta allo slogan di “tutti liberi e tutte libere“, chiedendo lo sbarco immediato di tutti i naufraghi. Secondo quanto prevede il nuovo decreto, durante l’ispezione andranno individuati persone fragili, donne e bambini: gli unici – secondo il provvedimento – che hanno i requisiti per sbarcare. La Humanity 1 è una della quattro navi di ong che da giorni chiedono un porto sicuro per gli oltre mille migranti che hanno complessivamente a bordo, stazionando al largo delle coste orientali della Sicilia, nel Catanese.

Ma dal Viminale ribadiscono la linea adottata: “le persone che hanno i requisiti possono sbarcare“, ma “gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali“. Posizione rimarcata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che, da Milano, sottolinea che l’Italia si fa “carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario“, ma, spiega, “senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera” e “senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro“.

Una posizione, questa del governo, che, secondo Piantedosi ha portato a fare “registrare qualche apertura alla discussione” in Europa. “Non voglio dire che sarà accettato domattina dai nostri partner“, precisa il ministro, però ieri “si è registrata una discussione che noi volevamo riattivare“.

L’ispezione della Humanity 1

L’Humanity 1, una delle navi con migranti al largo della Sicilia, ieri ha ricevuto la notifica del decreto del governo e nelle prossime ore ci sarà l’ispezione delle autorità italiane per individuare, tra i 179 a bordo, fragili, donne e bambini, che saranno fatti sbarcare. Gli altri dovranno lasciare le acque italiane in un tempo adeguato. E intanto saranno avviate interlocuzioni con Paesi europei come la Francia che si sono detti disponibili ad accoglierne una quota.

L’opposizione alle decisioni del Governo

Ma per la ong Sos Humanity il provvedimento “è illegale” perché le 179 persone soccorse sono “rifugiati, in uno stato vulnerabile, alcuni di loro visibilmente traumatizzati: hanno bisogno di cure mediche e psicologiche. E lancia l’allarme scorte alimentari con “due pasti caldi che possono essere forniti solo per altri tre giorni”. Contesta la posizione del governo anche Aboubakar Soumahoro, deputato della Camera di Verdi e Sinistra italiana, che è a Catania: “Salirò sulla nave #Humanity1 nelle prossime ore – annuncia sui social – se il governo #Meloni terrà sospese le vite umane nelle acque territoriali italiane per propaganda ideologico-identitaria. Le vite umane si salvano. È finita la campagna elettorale. Governare è rispettare la Costituzione“.

E il suo collega di partito, Nicola Fratoianni, parla di “straziante e cinico gioco sulla pelle dei naufraghi da parte del titolare del Viminale“. Per il segretario della Cgil, Maurizio Landini, “è inaccettabile che non si aiutino le persone che stanno sulle navi dove ci stanno anche tanti bambini“.

Le navi che chiedono un porto sicuro per i migranti

“Forte preoccupazione” è espressa dalla Comunità di Sant’Egidio: “da prefettura, ong coinvolte e autorità marittime – afferma il presidente Emiliano Abramo – ci dicono che ancora non è arrivata nessuna autorizzazione allo sbarco

Le quattro navi delle ong continuano a chiedere un porto sicuro: “a dieci giorni dal primo soccorso è inaccettabile l’attesa a cui sono sottoposti i profughi a bordo“, dice Candida Lobes, responsabile comunicazione Msf che gestisce la Geo Barents, su cui si trovano 572 persone.

Abbiamo razionato l’acqua e stiamo finendo le scorte alimentari – aggiunge – e in questa situazione non possiamo farci carico anche della gestione delle richieste d’asilo, che non è di nostra competenza“.

Oltre alla nave di Medici senza frontiere e la Humanity 1 al largo di Catania c’è anche la Rise Above, con 90 naufraghi a bordo. Continua a restare fuori dalle acque territoriali italiane, rimanendo però vicino al suo ‘confine’, la norvegese Ocean Viking, che ha soccorso 234 migranti. Intanto due navi, non di ong, con a bordo, complessivamente, 147 migranti e due cadaveri, sono arrivate nel porto di Augusta, nel Siracusano.

Sono la Jean Francois Deniau, dell’assetto Frontex, che ha soccorso 88 persone, e la petroliera Zagara che, in due operazioni, ha messo in salvo 59 migranti, recuperando anche due corpi. Ancora uno sbarco a Roccella Ionica, dove sono arrivati 81 migranti.

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