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Il Casu Marzu tra tradizione e controversie: il formaggio sardo nel museo dei cibi più disgustosi

Il Casu Marzu tra tradizione e controversie: il formaggio sardo nel museo dei cibi più disgustosi
Casu Marzu

Sapori intensi e forti, riservati a palati coraggiosi. Al Disgusting Food Museum, con sedi in Svezia e a Berlino, i piatti più estremi del mondo vengono esposti come vere e proprie opere d’arte gastronomica.

Tra le specialità presenti, accanto a proposte decisamente fuori dal comune come il Ttongsul, un vino coreano ottenuto da feci umane con una gradazione alcolica del 9%, o gli insetti fritti tipici dello street food cambogiano, si trova anche il Casu Marzu, il celebre formaggio sardo con i vermi.

Il Casu Marzu è davvero dannoso per la salute?

La presenza del Casu Marzu nel museo ha scatenato un acceso dibattito, soprattutto sui social, dove molti hanno difeso la tradizione e il gusto deciso di questo formaggio tipico. Per gli amanti della gastronomia sarda, il confronto con altri alimenti presenti nell’esposizione appare eccessivo.

Al centro della discussione vi è la questione sanitaria. Da anni, infatti, si discute sulla sicurezza del consumo di questo formaggio pecorino, ottenuto attraverso un processo di fermentazione che porta alla formazione di larve vive al suo interno. Nel 2005, uno studio dell’Università di Guelph, in Canada, aveva dimostrato che il Casu Marzu, se consumato con moderazione, non rappresenta un rischio per la salute. Tuttavia, nel 2009, il Guinness World Records lo ha inserito nella classifica dei formaggi più pericolosi del mondo.

I principali rischi derivano dalla possibile ingestione delle larve vive, che potrebbero causare disturbi digestivi. Nonostante la Regione Sardegna da anni richieda il riconoscimento DOP (Denominazione di Origine Protetta), l’Unione Europea ne ha vietato la produzione e la commercializzazione, ritenendolo non conforme alle normative igienico-sanitarie.

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