Cronaca

Milano, nel grattacielo andato a fuoco un appartamento costa anche 785mila euro

Incendio Milano, quanto costa un appartamento nel grattacielo andato in fiamme nel pomeriggio di domenica 29 agosto

Dove si trova il grattacielo distrutto da un incendio a Milano e quanto costa un appartamento al suo interno? L’incendio ha praticamente distrutto un palazzo di 15 piani in via Antonini, nella periferia sud di Milano. Sul posto sono accorse numerose squadre dei Vigili del fuoco e molte ambulanze. L’incendio, iniziato attorno alle 17.45 di domenica 29 agosto, ha interessato due civici, il numero 32 e il numero 34 di Via Antonini, dove abitano, secondo quanto si è appreso, circa 70 famiglie. C’è anche Mahmood, il vincitore del Festival di Sanremo 2019, tra i residenti del palazzo. Lo hanno confermato alcuni residenti. “Lo vedevamo sempre”, ha detto una ragazza.


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Incendio Milano, dove si trova il grattacielo e quanto costa un appartamento

Denominata la Torre del Moro, si tratta di una torre esclusiva con finiture di alto livello e servizi quali la portineria attiva tutto il giorno. Un grattacielo alto 20 piani situatio in via Antonini a Milano, dove risiedono 70 famiglie e che ora rischia di essere abbattuto. In alcuni punti del palazzo i pompieri stanno ancora spegnendo le fiamme divampate domenica pomeriggio mentre procedono le verifiche in ogni singolo appartamento della torre di 18 piani.

William Bernardelli, consulente immobiliare che per lo Studio Dazzi aveva curato tempo fa la commercializzazione di un appartamento dell’edificio, ha spiegato a Fanpage: “Costruire una roba del genere in quella location dal punto di vista imprenditoriale ai tempi era un po’ un’avventura, perché lì si presumeva di poter costruire per poter vendere a livelli diversi.

“La nostra commercializzazione era stata una rivendita da parte di privati – precisa -. Avevamo collaborato all’inizio con il costruttore ma poi loro avevano avuto uno sprint nelle vendite, avevano venduto tutto lasciando fuori delle strutture che avevano finito in seguito, delle ville urbane. Che io ricordi i prezzi erano di mercato dei tempi, non raggiungevamo i cinquemila euro al metro quadro se parliamo della prima vendita dal costruttore al primo inquilino. Poi – aggiunge Bernardelli – naturalmente l’esercizio del mercato che ha mosso i valori ha dato la possibilità di rivendita a prezzi diversi”.

Per acquistare un appartamento di 150 metri quadri al 16esimo piano, come quello venduto dallo Studio Dazzi, uno sfortunato inquilino aveva pagato ben 785mila euro, oltre 5200 euro al metro quadro. “Non so se quell’appartamento, che abbiamo tenuto sul nostro sito perché era bellissimo, sia stato toccato dall’incendio”, dice il consulente, affranto per le 60 famiglie che nel rogo hanno perso tutto. Lascia sgomenti, adesso, vedere le foto di come si presentavano le case nella Torre del Moro, ormai ridotta a uno scheletro annerito.

Potrebbe essere abbattuta la Torre del Moro

Non ci sarebbe il rischio di un crollo della facciata esterna ma potrebbero verificarsi alcuni cedimenti interni, si apprende in ambienti giudiziari. È ancora prematuro ma quando saranno svolti tutti gli accertamenti strutturali sarà anche valutata l’ipotesi di demolire l’intera “Torre del Moro”.

Ci sarebbe il cosiddetto fenomeno dell”effetto camino‘ tra le concause del rogo. È questa una delle prime ipotesi elaborata dagli investigatori e degli inquirenti al lavoro: le fiamme si sarebbero propagate con maggiore forza sfruttando l’aria che circola in un’intercapedine tra i pannelli che ricoprono la facciata del grattacielo e la struttura del palazzo. Al momento le ipotesi di reato al vaglio del dipartimento Tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro della Procura di Milano sono quelle di disastro o incendio colposo.

In che condizioni era il palazzo

Stavamo verificando la possibilità di pulirlo e anche una verifica della stabilità perché non lo abbiamo mai fatto” ha detto l’amministratore della Torre, Augusto Bononi, “Quindi nel breve si voleva approfittare delle agevolazioni fiscali per fare una pulizia – ha aggiunto – e poi verificare gli stati di ancoraggio delle lastre e dei pannelli“. “È troppo presto per fare una stima dei danni” aggiunge “Ai residenti che dicono ‘abbiamo perso’, li conforto rispondendo che per fortuna tutto è successo in un pomeriggio d’estate. Nel palazzo ormai dovrebbero esserci solo cani e gatti”.

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