Cronaca

Incinta non vaccinata morta di Covid, i familiari: “Tragedia che si sarebbe potuta evitare”

Incinta non vaccinata morta di Covid. "Quella di Adriana è una tragedia che si sarebbe potuta evitare", lo hanno denunciato i familiari

Incinta non vaccinata morta di Covid. “Quella di Adriana è una tragedia che si sarebbe potuta evitare” ne sono convinti famigliari di Adriana Tanoni, la ventottenne incinta di Aprilia, morta nella notte tra il 20 e il 21 gennaio scorsi a seguito di complicanze per polmonite interstiziale bilaterale da Covid-19.

Incinta non vaccinata morta di Covid, la denuncia dei familiari

La famiglia della donna che ha contratto il Covid-19 a fine dicembre scorso in stato di gravidanza e non era vaccinata vuole che si faccia chiarezza, per capire se, qualora medico di base e strutture sanitarie avessero provveduto a farla ricoverare prima, con le opportune cure si sarebbe potuta salvare.

Sulla vicenda a seguito della denuncia presentata dalla famiglia di Adriana tramite l’avvocato Sebastiano Russo, la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un’inchiesta e indaga per omicidio colposo, un fascicolo per ora aperto contro ignoti. Nella denuncia è infatti riportato che Adriana si sarebbe presentata con la febbre in diversi ospedali, ma che è sempre tornata a casa.

La denuncia

Secondo quanto denunciato dai famigliari Adriana non era vaccinata perché sarebbe stata consigliata dalla ginecologa che seguiva la sua gravidanza di non vaccinarsi, mettendola invece in guardia contro i rischi che avrebbe potuto riscontrare. La professionista al Corriere della Sera ha però smentito dichiarando invece di aver raccomandato alla paziente di fare il vaccino, proprio come a tutte le altre gestanti che seguiva e che vaccinarsi è l’unico modo per proteggersi”. Dopo aver contratto il Covid come sostengono i famigliari la ginecologa le avrebbe poi detto di rivolgersi al medico di base, data la febbre si è recata in ospedale, prima al Policlinico Agostino Gemelli e poi al Policlinico Umberto I, dove in entrambe le strutture le sarebbe stato detto che avrebbe dovuto attendere a lungo nel tendone esterno.

Il parto cesareo d’urgenza e il decesso

Tornata a casa il 4 gennaio i famigliari hanno chiamato un’ambulanza, che l’ha tarsportata all’ospedale di Ariccia, dove però non sarebbe stata ricoverata. Una seconda ambulanza è arrivata a casa ma questa volta il personale sanitario si sarebbe limitato a visitarla in giardino, senza verificare se avesse contratto la polmonite da Covid-19. Le condizioni di salute di Adriana si sono aggravate nei giorni successivi: il 7 gennaio un’ambulanza l’ha porta via per sempre dalla sua abitazione, prima all’ospedale di Latina, dove le è stata refertata la polmonite bilaterale interstiziale ed è stata trasferita all’Umberto. Il 13 gennaio i medici le hanno praticato un cesareo d’urgenza per farla partorire e mettere in sicurezza il bambino ed è morta a distanza di una settimana.


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