Italia è in cima alle classifiche europee per utilizzo del contante. Le regioni che lo utilizzano maggiormente sono laCalabria, Abruzzo, Molise e Campania
Utilizzo del contante in Italia
L’utilizzo del contante è uno dei fattori principali che alimentano il rischio di riciclaggio. Rischio, quindi, alto in tutto il Paese, ma non uguale ovunque: a livello regionale sono Calabria, Abruzzo, Molise e Campania a mostrare una preferenza quasi assoluta per la carta moneta.
Ma quando si aumenta la definizione la mappa del rischio cambia, e indica una dorsale che si concentra nel Centro Italia, dalle province del Lazio a quelle di Toscana e Romagna per poi allargarsi alle autonomie speciali del Nord, dove la tentazione del riciclaggio è favorita anche dalla vicinanza dei confini. Non è solo la Svizzera, insomma, a rappresentare ancora un polo di attrazione per le transazioni in nero, perché lo stesso fenomeno si incontra vicino ad Austria, Slovenia e Croazia.
La benzina del riciclaggio
La benzina principale del riciclaggio, non arriva dalle monete 2.0, ma dal vecchio tradizionale contante. Che in Italia circola a fiumi, molto più che negli altri principali Paesi Ue. In un anno, secondo l’ultima elaborazione dei dati relativi al 2016, nei Paesi dell’area euro si fanno transazioni in contanti per 129 miliardi. Ma la geografia della frequenza, misurata dal peso del contante sul totale degli scambi, punta decisamente sul Mediterraneo: e in cima, dietro a piccoli Paesi come Cipro e Malta e alla Grecia, il primo dei big europei è proprio l’Italia, tallonata dalla Spagna. Fra i Paesi del centro-Nord si inserisce tra i più attivi anche l’Austria, mentre in Germania i valori in gioco sono grandi per le dimensioni dell’economia tedesca.