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“L’Italia è sicura?”, gli stranieri lo chiedono a Google: le ricerche di chi teme il coronavirus

Coronavirus,L’Italia è sicura?”: è una delle ricerche più frequenti su Google degli stranieri. L’aumento dei casi accertati e dei morti ha spinto le istituzioni ad attuare misure straordinarie e ha portato le persone a evitare luoghi affollati come piazze, cinema e bar. Una situazione che si rispecchia, appunto, anche all’interno del popolare motore di ricerca americano in cui le ricerche relative a questi luoghi e, in generale, ai viaggi, hanno subito un tracollo nel corso degli ultimi giorni.

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“L’Italia è sicura?”, le ricerche degli stranieri su Google per il coronavirus

Per osservare questi cambiamenti basta utilizzare Google Trends, uno strumento che il social mette a disposizione di tutti e che consente di visualizzare la mole di ricerche relative a una determinata parola o frase nel corso del tempo. Inserendo la frase “Is Italy safe”, per esempio, si nota subito una enorme impennata proprio a partire dal 22 febbraio, giorno in cui è stata diffusa la notizia del primo caso di Coronavirus a Codogno, in quasi tutti i paesi del mondo. A livello globale le ricerche di questa domanda sono aumentate del 100%. Anche per quanto riguarda “trip to Italy” Google evidenzia un interesse nel capire se viaggiare in Italia è sicuro in questo momento storico.

Crollano anche hotel, ristoranti e cinema

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Inserendo le parole “hotel”, “ristorante”, “cinema” o “teatro”, invece, è possibile notare che a partire da venerdì scorso le ricerche relative a questi termini hanno continuato a diminuire, di fatto dimezzandosi nel giro di una giornata. E se i ristoranti e i cinema generavano già un interesse altalenante (nel caso dei ristoranti si può notare il picco durante San Valentino), il crollo più evidente è quello relativo agli hotel, una chiave caratterizzata da una mole di ricerca pressoché costante e che a partire dal 22 febbraio è crollata di quasi il 50 percento. Trend opposto per le palestre, che invece registrano un’impennata anche del 90 percento, probabilmente per capire se erano ancora aperte.

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Una situazione che riguarda non solamente i luoghi di aggregazione ma anche e soprattutto i viaggi. Si nota cercando i termini relativi ai maggiori servizi di prenotazione online come Booking, le cui ricerche su Google hanno subito una diminuzione del 45 percento circa a partire dal 22 febbraio. Lo stesso è successo alle ricerche relative alla chiave AirBnB e a quella legata a Trivago. Anche The Fork, il servizio per prenotare i ristoranti, ha subito un enorme calo su Google, perdendo più del 50 percento di ricerche.

 

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