Cronaca

Italia verso la zona gialla, tre regioni a rischio. Campania in bilico

Italia verso la zona gialla. Sono tre le regioni che rischiano il passaggio di colore, con la Campania che resta in bilico

Covid, tre regioni in Italia rischiano il passaggio di colore alla zona gialla, con la Campania che resta in bilico. Secondo i dati dell’ultimo monitoraggio dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), dopo un’estate spensierata durante la quale l’Italia è stata interamente colorata di bianco, il rischio di tingersi di giallo dalla prima settimana di settembre tocca alcune regioni, in particolare: Sicilia, Sardegna e Calabria. Anche la Campania insieme ad altre rimane in bilico.

Covid e zona gialla, il rischio per tre regioni

Infatti la percentuale di occupazione di terapia intensive e quella dei reparti ordinari si sta alzando repentinamente avvicinandosi a quei parametri che, in vigore da luglio, fissano al 10% la prima e al 15% la seconda. Valori che insieme all’incidenza (più di 50 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti) determinano il passaggio dalla fascia di colore bianca a quella gialla.

In base ai dati Agenas, forniti dal Ministero della Salute e riferiti alla settimana dal 16 al 22 agosto, in tutta Italia la percentuale di posti letto occupati nelle terapie intensive è stabile al 5%, quella nei reparti ordinari è al 7%, mentre l’incidenza è di 73,75 casi per 100mila abitanti. Vicine ai parametri dati sono invece i valori registrati in particolari regioni.

Quali regioni rischiano la zona gialla?

La Sicilia, che aveva già sfiorato la zona gialla durante lo scorso monitoraggio, vede salire i ricoveri nei reparti vorticosamente; infatti, la percentuale di occupazione delle terapie intensive è del 9%, quella nei reparti ordinari ha decisamente superato la soglia con il 19%. Anche l’incidenza va decisamente oltre i parametri: 186,27 casi per 100mila abitanti.

In bilico, invece, si pongono la Sardagna e la Calabria. L’isola registra il 12% dell’occupazione delle terapie intensive, in area medica la percentuale è del 10% e con un’incidenza di 144,26 casi per 100mila abitanti.

In Calabria se da una parte calano i ricoveri in area medica che scendono sotto la soglia del 14%, dall’altra l’occupazione nelle terapie intensive resta al 7% e l’incidenza supera nettamente il limite con 84 casi ogni 100mila abitanti.

Si alzano i valori anche di altre regioni. La Toscana con l’8%, l’Umbria, il Lazio e l’Abruzzo con il 7% si avvicinano alla soglia critica del 10% dell’occupazione in terapia intensiva. La percentuale rimane invece bassa nel resto delle regioni: l’Emilia-Romagna ha il 6%; Friuli-Venezia GiuliaLiguriaMarchePuglia e Veneto sono al 5%; la Campania si ferma al 4%; Lombardia e Molise sono al 3%, mentre Piemonte e Bolzano sono al 2%; segnano lo 0% il Trento e Valle d’Aosta.

Cosa succede in Campania?

La Campania vede, invece la percentuale dei ricoveri in area medica salire (9%) insieme alla Basilicata (10%), al Lazio e all’Umbria (entrambi 8%), alla Toscana (7%). Seguono Emilia-RomagnaPuglia e Valle d’Aosta (6%). Con il 5% AbruzzoLiguriaLombardiaMarcheBolzano e Trento. Sotto il 3% Friuli-Venezia Giulia e Veneto, mentre il Piemonte 2%.

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