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Il 20 aprile del 1949 nasce Jessica Lange, attrice statunitense

La carriera di Jessica Lange è un manuale di successo piuttosto originale, persino nel recupero in maturità, con il "rinascita" avvenuto nelle stagioni di "American Horror Story"

Vita da bohémienne a Parigi, modella a New York, star con due Oscar a Hollywood. La carriera di Jessica Lange è un manuale di successo piuttosto originale, persino nel recupero in maturità, con il “rinascita” avvenuto nelle stagioni di “American Horror Story”.

A 43 anni, a Broadway, affrontava la paura del palcoscenico con Un tram che si chiama desiderio; a 50 si cimentava con Shakespeare in Titus e a 62 spalancava le braccia all’esperienza televisiva (con “American Horror Story”): un successo strepitoso, inizio di un lungo sodalizio con il regista Ryan Murphy.

20 aprile 1949: nasce Jessica Lange, l’icona del cinema mondiale

Jessica Phyllis Lange nasce il 20 aprile 1949 a Cloquet, in Minnesota, terza di quattro figli, da Albert John e Dorothy Florence. Trascorre un’infanzia movimentata a causa dei continui spostamenti dovuti al lavoro del padre, marinaio, ma da adolescente si stabilisce definitivamente in Minnesota: qui studia arte e fotografia all’università, e conosce quello che diventerà il suo primo marito, il fotografo Francisco Paco Grande.


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Abbandonati gli studi per dedicarsi a uno stile di vita bohemienne, decide di spostarsi a New York, dove lavora come cameriera e condivide un appartamento con Grace Jones e Herry Hall, a Manhattan.

L’esordio

Dopo essere entrata nel mondo dello spettacolo come fotomodella, esordisce al cinema – scoperta da Dino De Laurentiis – a ventisette anni in “King Kong”, in cui interpreta Dwan: il suo film più celebre, anche se il più bistrattato dalla critica, per il quale viene scelta direttamente dal regista John Guillermin, guru delle pellicole d’azione.


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Trasferitasi in Francia, dove frequenta un corso di recitazione, torna a Los Angeles per girare, nel 1979, “All that jazz”, di Bob Fosse, che tuttavia non incontra il successo sperato. Dopo “How to beat the high cost of living” di Robert Scheerer, Jessica nel 1981 prende parte al fianco di Jack Nicholson a “Il postino suona sempre due volte”, il trasgressivo film di Bob Rafelson costellato di scene di violenza e sesso.

I grandi successi

Smessi i panni di una Cora Papadakis senza freni, la Lange cambia completamente aspetto in “Tootsie”, commedia di Sydney Pollack in cui interpreta una ragazza acqua e sapone; la pellicola, che nel cast annovera anche Geena Davis e Dustin Hoffman, le regala un premio Oscar, una nomination ai Bafta e un Golden Globe, e le permette di conoscere Sam Shepard, attore e scrittore.

Con Shepard Jessica andrà a vivere (dopo essersi separata da Francisco Grande, con cui è stata sposata dal 1970 al 1981) e avrà due figli (già nel 1981 era diventata madre di Alexandra, avuta dal ballerino Mikhail Baryshnikov).


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È questo un periodo d’oro per l’attrice americana, che dopo “Frances”, del 1982, viene chiamata per “Sweet dreams”, di Karel Reisz, in cui veste i panni di un’attrice. La pellicola di Bruce Baresford “Crimini del cuore” la vede particolarmente imbruttita per interpretare una donna piena di problemi.

Il secondo Oscar

I dimenticabili “Far North, estremo Nord”, di Sam Shepard, e “Un amore, una vita”, di Taylor Hackford, anticipano “Music box – Prova d’accusa”, la pesante denuncia al nazismo realizzata da Costa-Gravas. “Cape Fear – Il promontorio della paura”, di Martin Scorsese, è il thriller, con Robert De Niro, Nick Nolte e Juliette Lewis, che apre gli anni ’90 di Jessica, che dopo “La notte e la città” di Irwin Winkler recita in “Blue Sky”, diretta da Tony Richardson, nei panni di una donna che negli anni ’50 intende denunciare gli effetti degli esperimenti nucleari effettuati nella zona in cui abita: è il ruolo che le permette di vincere il suo secondo Premio Oscar all’età di quarantacinque anni, ma anche un Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico.


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Stephen Gyllenhaal la vuole in “Lontano da Isaiah”, mentre Jocelyn Moohouse la dirige in “Segreti”, in cui interpreta Ginny, sorella di Rose Cook Lewis – cui presta il volto Michelle Pfeiffer -, incastrata in una famiglia con un padre autoritario che compie violenze nei confronti delle figlie.

“Obsession”, “La cugina Bette” e “Prozac Nation” (lungometraggio di denuncia sociale) non lasciano il segno nella storia del cinema, a differenza di “Big Fish – Le storie di una vita incredibile”, di Tim Burton con Albert Finney.

Emmy ed “En Mexico”

Dopo aver recitato in “Non bussare alla mia porta” e in “Broken flowers”, rispettivamente di Wim Wenders e di Jim Jarmusch, la Lange vince un Emmy Award grazie all’interpretazione di “Grey gardens”, film televisivo in cui è affiancata da Drew Barrimore.


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Dopo aver pubblicato, nel 2008, “50 photographs”, scatti in bianco e nero da lei realizzati, con una speciale introduzione di Patti Smith, nel 2010 propone una nuova collezione di fotografie, intitolata “En Mexico”.

Nel 2010

Nel 2011, inoltre, Jessica Lange entra a far parte del cast di “American Horror Story”, serie televisiva in cui è Constance Langdon: ruolo che le vale un Golden Globe in qualità di migliore attrice non protagonista in una serie tv e il Gay and Lesbian Entertainment Critics Association Award.


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Candidata al premio Oscar anche per “Frances”, “Country”, “Sweet dreams” e “Music box – Prova d’accusa”, Jessica Lange in Italia è stata doppiata soprattutto da Vittoria Febbi (che le ha prestato la voce in “Broken flowers”, “King Kong”, “Cape Fear – Il promontorio della paura”, “Frances”, “La notte e la città”, “Sweet dreams”, “Segreti” e “Blue Sky”), ma anche, tra le altre, da Simona Izzo (ne “Il postino suona sempre due volte”), Serena Verdirosi (in “Obsession”), Emanuela Rossi (in “All that jazz” e “Tootsie“), Micaela Esdra (in “American Horror Story” e “Big Fish – Le storie di una vita incredibile”) e Angiola Baggi (in “Non bussare alla mia porta” e “Music box – Prova d’accusa”).

Vita privata

Nel 1968 si è fidanzata con il fotografo Francisco Paco Grande. I due si sono sposati nel 1970 e si separarono qualche anno dopo per poi divorziare nel 1981; nel 1976 si è legata con il ballerino, coreografo e attore statunitense di origine russa Mikhail Baryshnikov, da cui ha avuto una figlia, Aleksandra (1981); la loro relazione finì nel 1982. Da Sam Shepard ha avuto due figli, Hannah Jane (1986) e Samuel Walker (1987). È anche nonna di due nipoti.


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Ambasciatore di Buona Volontà per l’Unicef, con una particolare attenzione nei confronti della diffusione della consapevolezza dell’epidemia dell’Hiv in Congo e in Russia, l’attrice americana ha criticato pubblicamente l’ex presidente americano George W. Bush, definendo la sua amministrazione un regime di “belligeranza e ipocrisia”; inoltre, si è schierata a favore del rispetto dei diritti umani dei monaci buddisti in Nepal.

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