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Il 17 gennaio del 1962 nasce Jim Carrey: la storia del celebre comico statunitense

Noto ai più come una vernacolare maschera statunitense, Jim Carrey è stato un pluripremiato attore statunitense: percorriamo la sua storia

Jim Carrey (all’anagrafe James Eugene Redmond Carrey) è un attore, comico, cabarettista,imitatore, produttore cinematografico e produttore televisivo canadese naturalizzato statunitense.

17 gennaio 1962: nasce Jim Carrey, celebre comico statunitense

Nasce in Canada, nello specifico a Newmarket il 17 gennaio del 1962 (non lontano da Toronto) figlio di Kathleen e Percy. Commediante sin da bambino (a soli dieci anni invia il proprio curriculum al “The Carol Burnett Show”), cresce in condizioni economiche non troppo agiate, che costringono lui e la sua famiglia a trasferirsi nei sobborghi di Toronto e, per qualche tempo, a vivere addirittura in un furgone. Jim, dopo avere frequentato la Blessed Trinity Catholic School di New York, a sedici anni decide di lanciarsi nel mondo dei club e della comicità, imitando personaggi famosi come James Stewart e Michael Landon.


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A diciassette anni sceglie di spostarsi a Los Angeles, dove viene notato da Rodney Dangerfield mentre lavora nel “The Comedy Store”. Lanciato come comico, Jim Carrey prende parte ai provini del “Saturday Night Live”, in cerca di nuovi personaggi per la stagione 1980/81, ma non viene accettato. Dopo avere esordito nel programma tv “The duck factory” nei panni di Skip Tarkenton, debutta al cinema nel 1983 con “Introducing Janet”, mentre due anni più tardi è protagonista della commedia horror “Se ti mordoÂ… sei mio”, in cui veste i panni di un adolescente vergine, Mark Kendall, inseguito da una vampira di quattro secoli interpretata da Lauren Hutton.

Nello stesso periodo ottiene un piccolo ruolo in “Peggy Sue si è sposata”, di Francis Ford Coppola, e sposa Melissa Womer, che gli dà una figlia, Jane Erin; nel 1988, poi, presta il volto al rocker Johnny Squares nell’ultimo capitolo della pentalogia dell’ispettore Harry Callaghan, intitolato “Scommessa con la morte”.

I grandi successi

Dopo avere recitato al fianco di Damon Wayans e Jeff Goldblum nel demenziale “Le ragazze della terra sono facili”, Carrey esplode a livello internazionale negli anni Novanta. E’ in particolare “Ace Ventura – L’acchiappanimali” a consacrarlo come beniamino per il pubblico, nonostante le stroncature della critica (al punto che Jim Carrey viene candidato come peggiore attore esordiente ai Razzie Award): il box office, infatti, parla di settanta milioni di dollari incassati solo negli Stati Uniti. Di lì a poco sul grande schermo vengono proposti altri due film che consolidano il successo di Carrey: “The Mask – Da zero a mito” (che solo nella prima di settimana programmazione negli Stati Uniti supera i venti milioni di dollari di incassi), nel quale può mettere in mostra la sua eccezionale mimica facciale, e “Scemo & più scemo”.


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Le impronte delle mani di Jim Carrey alla Leicester Square di Londra.

Dopo aver vestito i panni dell’Enigmista in “Batman Forever”, l’interprete canadese divorzia dalla moglie e riprende le sembianze di Ace Ventura per “Ace Ventura – Missione Africa”, prima di essere diretto da Ben Stiller in “Il rompiscatole” e di risposarsi con l’attrice Lauren Holly (il matrimonio, tuttavia, durerà meno di un anno). Il successo di pubblico equivale anche a un conto in banca sempre più ricco: nel 1997 Jim Carrey, per interpretare in “Bugiardo bugiardo” un avvocato costretto a non poter mai mentire, ottiene un compenso di venti milioni di dollari. Non solo commedie, comunque: nel 1998 è il protagonista del drammatico “The Truman Show“, pellicola che gli vale un Golden Globe come migliore attore protagonista e che mette in scena la vita di un individuo la cui esistenza è stata sempre ripresa dalle telecamere di un programma tv a sua insaputa.

Gli anni Novanta

Alla fine degli anni Novanta Jim ottiene la parte di Andy Kaufman nel film a lui dedicato, “Man on the moon”, superando la concorrenza di Edward Norton: grazie a questo ruolo, conquista un altro Golden Globe nel Duemila. Tornato a lavorare con i fratelli Farrelly (che già l’avevano diretto in “Scemo & più scemo”) per “Io, me & Irene”, divertente commedia in cui interpreta un agente schizofrenico innamorato di Renée Zellweger, appare sul grande schermo anche come protagonista de “Il grinch”, favola su pellicola dove Jim Carrey è un orco che vuole sabotare il Natale.


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Poco dopo accetta il ruolo di uno sceneggiatore cinematografico in “The Majestic”, diretto da Frank Darabont e scritto da Michael Sloane: il film, ambientato negli anni Cinquanta delle persecuzioni maccartiste, mette in scena le vicende di un uomo (Carrey) che perde la memoria e si ritrova in un Paese in cui viene erroneamente scambiato per un eroe di guerra. Lo scarso riscontro commerciale ottenuto da “The Majestic” viene prontamente riscattato, nel 2003, con “Una settimana da Dio”, commedia diretta da Tom Shadyac che nel mondo sfiora i cinquecento milioni di dollari di incassi.

Ulteriori successi e il passaggio al thriller

In seguito, Jim è il protagonista del contorto “Se mi lasci ti cancello”, film dalla trama difficile che ottiene un successo di critica più che di pubblico, al punto da valere all’interprete canadese un Golden Globe come migliore attore (mentre la co-protagonista Kate Winslet riceve una nomination agli Oscar come migliore attrice). Dopo la mega-produzione (investiti quasi 150 milioni di dollari) “Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi”, in cui assume le sembianze del Conte Olaf, Carrey nel 2005 si fidanza con la modella Jenny McCarthy (la loro relazione durerà fino al 2010) e recita in “Dick e Jane – Operazione furto”, remake di “Non rubare se non è strettamente necessario”, dove veste i panni di Dick, uomo che perde il lavoro a seguito della bancarotta della sua compagnia.


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Passa, quindi, al thriller con “Number 23”, di Joel Schumacher (che era dietro la macchina da presa anche in “Batman Forever”), che vede nel cast anche Danny Huston e Virginia Madsen. Divenuto doppiatore nel 2008 per il cartone animato “Ortone e il mondo dei Chi”, Carrey recita in “Yes Man” e in “I love you Phillip Morris”, pellicola dedicata all’artista e truffatore Steven Jay Russell che tuttavia trova diverse difficoltà nel reperire un distributore.

Il film, che vede Ewan McGregor come co-protagonista, viene proiettato al Sundance Film Festival e al Festival di Cannes: in Italia verrà distribuito con il titolo “Colpo di fulmine – Il mago della truffa”. Successivamente, Carrey si avvicina al motion capture per il film prodotto da Walt Disney “A Christmas Carol”, in cui interpreta ben sette personaggi (tra cui Ebenezer Scrooge da vecchio e da bambino e i tre fantasmi). Nel 2011 recita per Mark Waters in “I pinguini di Mr. Popper”, e prende parte al cortometraggio “Drunk History Christmas”. Nel 2013 regala un cameo a “Anchorman 2: the legend continues”, ed è nel cast di “The incredible Burt Wonderstone”, di Don Scardino.

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