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Jovanotti racconta la malattia della figlia: ”Credevo di essere quello forte in famiglia”

Jovanotti ha dovuto convivere con la malattia della figlia e ha scelto di raccontarlo come testimonianza

Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, sarà ospite della quarta serata del Festival di Sanremo 2022 e duetterà con Gianni Morandi e Mousse T. Durante una conferenza dell‘Istituto Europeo di Oncologia, Jovanotti ha raccontato della malattia affrontata dalla figlia, poi ha fatto un regalo speciale al pubblico, ”credevo di essere quello forte”, ha infatti sostenuto. Ne ha parlato anche ieri, 3 aprile, ospite a Che Tempo che fa, da Fabio Fazio.

Jovanotti racconta la malattia della figlia

Jovanotti, ospite a sorpresa nell’Istituto Europeo di Oncologia ha regalato alle proprie pazienti giunte da tutta Italia per l’annuale riunione, chiamata, ”Ieo per le donne”. Questo evento, ricordiamolo, era stato interrotto per due anni e mezzo a causa della pandemia da Covid-19.

Il cantante si trovava nel teatro Manzoni e ha raccontato, al pari di alcune pazienti, la propria esperienza col cancro. La sua esperienza riguarda la figura di padre, in quanto ha dovuto combattere accanto a sua figlia malata. Ha alla fine regalato al pubblico che lo ascoltava un paio di canzoni, famosissime, accompagnandosi con la chitarra. Al termine dell’evento ha ovviamente ricevuto molti applausi entusiasti.

Il racconto di Lorenzo Cherubini

”Qualche anno fa mia figlia Teresa”, ha spiegato Jovanotti, ”ha scoperto di avere un nodulo al seno e allora ho fatto una telefonata all’IEO. Mi hanno passato Paolo Veronesi’‘. ”Allo Ieo ho trovato degli amici. Poi per fortuna il nodulo si è dimostrato non preoccupante: un fibroadenoma. Si dice così, no? Ormai conosco anche questi termini”. Ma un paio di anni dopo Teresa scopre di avere un linfonodo che le fa male: ”Siamo andati da un infettivologo, che le ha fatto fare un esame e mi ha detto di essere un po’ preoccupato e consigliato di farla vedere ‘meglio’. Quindi ho richiamato Paolo”

”Nel frattempo”, ha poi continuato, ”ci eravamo sentiti per gli auguri di Natale, lui era venuto a un concerto. Ed è cominciata un’avventura che è continuata l’estate scorsa con mesi difficili. Solo oggi, che Teresa (20 anni) per fortuna sta bene e la malattia è scomparsa e ha ripreso la sua scuola, comincio a rendermi conto in maniera un po’ più razionale di tutto quello che è successo, degli incontri che ho fatto, delle scoperte che ho fatto rispetto alle persone vicine a me, alle mie due ragazze, mia moglie e Teresa, che hanno affrontato questo viaggio con una forza che mi ha sorpreso. Io credevo di essere quello forte del gruppo e invece ero quello che aveva le gambe che cedevano”.

Le parole della figlia Teresa Cherubini

Questo, il post della ragazza su Instagram: “Tutto è iniziato ad agosto del 2019 con uno prurito alle gambe. Non ci ho dato peso pensando che sarebbe andato via con il tempo, ma non è stato così. I mesi passavano e non faceva che peggiorare. A giugno 2020 si era sparso per tutto il corpo, non riuscivo a dormire più di un paio d’ore a notte, avevo la pelle piagata. Quando mi si è ingrossato un linfonodo sono il braccio ho capito che era qualcosa di più serio e questo ha portato finalmente ad una diagnosi e ad un piano di cure”.

“In questi ultimi mesi ho fatto 6 cicli di chemioterapia seguita dai meravigliosi dottori ed infermieri dell’Istituto Europeo di Oncologia ( @ieoistitutoeuropeodioncologia ) a Milano. La chemio non mi ha fatto cadere i capelli del tutto, ma il 9 dicembre dopo l’ultimo trattamento ho deciso di rasarmi come segno di un nuovo inizio”.

“Dopo mesi di ansie e paure la storia è finita, e posso raccontarla, perché da ieri, 12 gennaio 2021 sono ufficialmente guarita. Sono stata incredibilmente fortunata ad avere una famiglia, amici e team di medici spettacolare che mi hanno seguito e aiutato durante tutti questi mesi (…). Per un certo verso il cancro è una malattia molto solitaria, ma il supporto di chi ti sta vicino è fondamentale per superarla, io non ce l’avrei fatta senza di loro. La paura non é andata via, e ci vorrà del tempo perché possa fidarmi di nuovo del mio corpo, ma non vedo l’ora di ricominciare a vivere”.

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