Cronaca

Il 20 settembre 1975 nasce Juan Pablo Montoya, un pilota che ha preso il testimone di grandi talenti sudamericani

Percorriamo alcuni tratti biografici di Juan Pablo Montoya, un pilota che nella sua carriera ha portato a casa ben sette Gran Premi di Formula Uno

La Formula Uno è da sempre un circuito automobilistico ricco di tecnologia e alla portata di pochi, questo perché rappresenta una concatenazione di eventi sportivi di livello che richiedono requisiti superiori, coraggio e spirito di sacrificio.

Per queste ragioni, il merito del colombiano Juan Pablo Montoya è grandissimo, anche perché ha avuto modo di prendere il testimone di grandi piloti sudamericani come Fittipaldi, Senna, Fangio e Reuteman che nella Formula Uno hanno lasciato il segno, rappresentando, insieme al brasiliano Rubens Barrichello, la Formula Uno del nuovo millennio.

20 settembre 1975: nasce Juan Pablo Montoya, pilota automobilistico colombiano

Juan Pablo Montoya Roldán nasce a Bogotá il 20 settembre del 1975 figlio di Pablo (pilota del motorsport colombiano) e di Libia Roldán.

Ha studiato al Colegio San Tarsicio sito presso la sua città natale e all’età di nove anni stava già vincendo il suo primo Campionato Nazionale di kart per bambini.

I primi anni di carriera

Nel 1986 vince la categoria juniores nei kart e per i successivi tre anni ha vinto diversi titoli, sia nazionali che internazionali, nella categoria Kart Komet.

Successivamente ha partecipato ai Campionati del Mondo Junior Kart nel 1990 e nel 1991 dove i risultati non riflettono il suo rapido adattamento e la sua velocità. Tuttavia, nella sua prima partecipazione a un Campionato del Mondo a Lonato, in Italia, Juan Pablo ha stabilito il giro più veloce e il record della pista nelle prime prove libere dell’evento.

Nel 1992, Montoya continua nella Formula Renault Cup in Colombia e nello stesso anno ha partecipato alla serie americana Barber Pro Series per poi passare l’anno successivo al Campionato Swift GTI, che ha quasi completamente dominato vincendo 7 gare su 8.


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L’affermazione

Stando a quanto riporta “Wikipedia”, il 1994 è stato un anno molto impegnativo per Montoya, in quanto ha gareggiato in 3 diverse categorie: Sudam 125 Karting Championship, Barber Pro Series (dove è arrivato terzo) e la Formula N messicana (in cui ha vinto il titolo), anche in quest’anno si è diplomato dalla sua scuola.

Per i successivi tre anni ha continuato a partecipare in diverse categorie, ottenendo sempre buoni risultati. Nel 1995 ha conquistato il terzo posto nella Formula Vauxhall britannica e ha vinto la Sei Ore di Bogotá stabilendo un nuovo record della pista.

Nel 1996 ha gareggiato nel campionato britannico di Formula 3 e si è piazzato terzo nella classifica finale e per la sua grande partecipazione ha ottenuto un posto per correre in Formula 3000. Ha anche partecipato al Masters di Formula 3, ottenendo un quarto posto e ripetendo un altro trionfo nella Sei Ore di Bogotá, mentre gareggiava per Mercedes-Benz nella gara di Silverstone della Deutsche Tourenwagen Meisterschaft.


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Ai tempi della grande Williams

Nel 1997, ha gareggiato con il team Marko nella Formula 3000 internazionale, finendo al secondo posto. All’inizio di quest’anno l’agente di Montoya, David Sears, lo ha fatto notare a Frank Williams, proprietario del team Williams F1, che lo ha assunto come collaudatore. Il colombiano ha mostrato la sua velocità nelle prove di Jerez con tempi molto vicini a quelli di Jacques Villeneuve (campione di quell’anno), e nel resto delle prove a cui ha partecipato.

L’anno successivo Montoya ha gareggiato di nuovo nella Formula 3000 internazionale, in cui è stato campione contro Nick Heidfeld e Gonzalo Rodríguez, con quattro vittorie, nove podi e sette pole position in dodici gare.

Spicca la sua partecipazione al Gran Premio di Pau, in cui ha vinto magistralmente portando un giro di vantaggio al secondo classificato.


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Jacques Villeneuve, campione del mondo di Formula Uno nel 1997.

Kart

Nel 1999, dopo Williams e Chip Ganassi, si è trasferito oltre atlantico e ha partecipato alla serie CART negli Stati Uniti. Nel suo primo anno è stato brillantemente incoronato campione in un torneo che è stato definito nell’ultima gara dopo una stagione serrata con lo scozzese Dario Franchitti, mentre Alex Zanardi ha combattuto in Formula Uno su una Williams che non ha potuto esibirsi.

Montoya vince sette gare. Le prime tre sono state vinte in linea a partire da Long Beach, Nazareth e Brasile, dopo la vittoria a Cleveland segue un’altra striscia di tre vittorie con Mid-Ohio (dove nel 1987 ha vinto anche il colombiano Roberto Guerrero) e sulle piste di Chicago (di proprietà di Ganassi) e Vancouver.

Ha anche raggiunto sette pole, ed è stato consacrato come il più giovane pilota a vincere questa categoria a 24 anni e il miglior rookie nella storia della stessa.


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Durante l’anno Duemila è rimasto nella stessa squadra, ma il cambio di telaio (a Lola) e motore (a Toyota), produsse cambiamenti nell’affidabilità, nelle prestazioni del veicolo e negli errori della squadra determinanti, che gli hanno impedito di ottenere almeno le 5 vittorie che aveva quasi assicurato a Nazareth, Fontana, Laguna Seca e Road America.

In questo modo viene lasciato fuori dalla disputa per un nuovo titolo, finendo nono in classifica generale e vincendo solo 3 gare (tutte su ovali). Inoltre, grazie al suo indiscutibile talento naturale, è stato in grado di raggiungere 7 pole (4 consecutive) e 6 giri più veloci. Nello stesso anno raggiunge la sua conquista più illustre vincendo la leggendaria 500 Km di Indianapolis al suo primo tentativo, poi la Indy Racing League (ora IndyCar).


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Formula Uno (Williams e McLaren)

Nel 2001, dopo il suo periodo negli Stati Uniti, Montoya è tornato al team Williams, ma questa volta non come collaudatore, bensì come pilota di partenza. Nella sua prima stagione è stato a dir poco devastante, conquistando una vittoria (Gran Premio d’Italia a Monza) e tre pole.

La stagione 2002 per il pilota colombiano si inizia con due secondi posti nelle prime due gare, seguiti da un quarto e un quinto posto e da due podi che permettono al colombiano di essere secondo in classifica dietro il grande Schumacher. I tre ritiri successivi e il recupero di Barrichello regalano Montoya il terzo posto, con cui conclude il campionato.

Il pilota colombiano rimane con la Williams-BMW fino al 2004, anno in cui le carenze del suo veicolo non gli permettono di lottare per il campionato, andando dietro a due nuovi contendenti, Jenson Button e Fernando Alonso. Tuttavia, ha ottenuto una brillante vittoria al Gran Premio del Brasile 2004 e il giro più veloce nella storia della Formula Uno al Gran Premio d’Italia 2004 a Monza.


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Montoya con la Williams nel 2003.

Per il 2005,Montoya è entrato a far parte del team McLaren-Mercedes per due stagioni in compagnia del finlandese Kimi Räikkönen. Dopo solo due gran premi, subisce un in infortunio alla spalla giocando a tennis, problema che gli ha impedito di partecipare sia al Gran Premio del Bahrain che al Gran Premio di San Marino.

Dopo alcuni alterchi, come nelle prove del Gran Premio di Monaco 2005, in cui Montoya è stato penalizzato per aver causato un incidente e al Gran Premio del Canada 2005, in cui è stato squalificato dalla gara dopo essere uscito dai box a un semaforo rosso durante il periodo della Safety Car; Juan Pablo ha conquistato la sua prima vittoria con la McLaren al Gran Premio di Gran Bretagna del 2005. Riesce a vincere altre due gare quell’anno (Italia e Brasile).

Nella stagione 2006, né Montoya né il team hanno raggiunto i risultati sperati (solo due podi in 10 gare, con una vettura meno veloce del suo predecessore ma altrettanto fragile); così Juan Pablo non riesce a finire il campionato, lasciando definitivamente la Formula Uno.


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Montoya in Meclaren nel 2005.

Dopo la Formula Uno

Dopo la Formula Uno Juan Pablo Montoya ha affidato gran parte della sua seconda fase di carriera alle ruote coperte, emigrando prima in NASCAR con il team Chip Ganassi Racing e poi sempre con Genassi e col team Team Penske nella IndyCar (in questi periodi ha vinto la 24 Ore di Daytona nel 2007, 2008, 2013 e la 500Apolis nel 2015). Attualmente corre nella IndyCar con il team Arrow McLaren SP.


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Vita privata

Montoya è sposato con la connazionale Connie Freydell e ha tre figli, Sebastian nato nel 2005 (anch’egli pilota automobilista, attualmente impegnato nella Formula 4 per il team italiano Prema Powertrain), Paulina nata nel 2006 e Manuela nata nel 2010. La famiglia vive a Miami.

Il 30 settembre 1999, Juan Pablo Montoya ha ricevuto la Croce di Boyacá dal presidente Andrés Pastrana Arango a causa dei suoi successi sportivi.


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La famiglia Montoya.

 

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