Almanacco

Il 17 settembre del 1994 ci lascia Karl Popper, colosso del pensiero novecentesco

Colosso del pensiero novecentesco, Karl Raimund Popper occupa una posizione assolutamente cruciale all’interno della filosofia della scienza del secolo scorso, avendo operato una vera e propria linea di demarcazione nel dibattito epistemologico; tanto che si può tranquillamente affermare, e lo si riscontra facilmente anche sui manuali, come nella filosofia esista un prima di Popper e un dopo Popper. Il suo cosiddetto razionalismo critico infatti lo ha condotto a elaborare modelli applicabili non solo alla ricerca scientifica ma anche alla dimensione teorica nel suo insieme.

Prima del suo “avvento”, la scuola di pensiero allora di moda era costituita dall’epistemologia empiristica, esemplificata dal cosiddetto “circolo di Vienna”, con cui Popper entrò in contatto nel 1934, basata sulla convinzione che le leggi scientifiche siano il frutto di procedimenti induttivi, ossia procedimenti che attraverso generalizzazioni operate sulla base di evidenze osservative traggono poi leggi generali.

17 settembre 1994: muore Karl Popper, filosofo ed epistemologo austriaco

Nato a Vienna il 28 luglio 1902 da una famiglia della media borghesia di origini ebraiche, Karl Popper studia presso l’Università di Vienna. Nella prima gioventù rimane attratto dal marxismo e di conseguenza entra a far parte dell’Associazione degli Studenti Socialisti, diventando anche membro del Partito Socialdemocratico d’Austria, partito che a quel tempo aveva adottato pienamente l’ideologia marxista. Deluso dalle restrizioni filosofiche imposte dal materialismo storico di Marx, abbandona l’ideologia marxista, accorgendosi di aver «accettato acriticamente, dogmaticamente, un credo pericoloso», rimanendo da allora in poi un sostenitore del liberalismo sociale per tutta la sua vita.


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In particolare il 1919 è l’anno che lo costringe a rivedere le sue convinzioni ideologiche: assistendo ad una conferenza di Einstein a Vienna, riferisce di essere rimasto «sbalordito» nel vedere messe in crisi «la meccanica di Newton e l’elettrodinamica di Maxwell» che fino allora «erano accettate fianco a fianco come verità indubitabili». Popper viene colpito dal modo in cui Einstein andava alla ricerca di esperimenti cruciali, sfidando gli scienziati a sottoporre la propria teoria generale della relatività alla prova spettroscopica, dichiarando che «se non esistesse lo spostamento delle righe spettrali verso il rosso a opera del campo gravitazionale, allora la teoria della relatività generale risulterebbe insostenibile».

Nel 1928 consegue il dottorato in Filosofia e tra il 1930 e il 1936 insegna nelle scuole secondarie. Nel 1937, in seguito all’avvento del nazismo decide di emigrare in Nuova Zelanda per via delle sue origini ebraiche, e diventa lecturer di filosofia presso l’Università di Canterbury a Christchurch. Nel 1946 si trasferisce nel Regno Unito, dove insegna logica e metodo scientifico alla London School of Economics e diventa professore nel 1949.

Collaborazione con von Hayek

Sviluppa intanto una forte amicizia con l’economista liberale della scuola austriaca Friedrich von Hayek. Condividendo l’idea che le ideologie del nazismo e del socialismo siano accomunate dallo stesso errore metodologico di fondo, le due grandi menti si influenzano a vicenda, sentendosi uniti nella loro lotta al totalitarismo. Nel 1944 Popper, in una lettera diretta a von Hayek, scrive: «Penso di aver appreso da te più di quanto qualsiasi altro pensatore mi abbia trasmesso, eccetto forse Alfred Tarski». Popper dedica a von Hayek la pubblicazione intitolata Conjectures and Refutations (1963); successivamente von Hayek ricambia il favore dedicando a Popper Studies in Philosophy, Politics, and Economics, e scrivendo che «sin dalla pubblicazione del 1934 di Logik der Forschung aderii completamente alla teoria generale metodologica popperiana».


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Popper rimane inoltre profondamente grato nei confronti di Hayek per avergli salvato la vita intellettuale, come scrive a più riprese nelle sue lettere ad Hayek; grazie ad Hayek La società aperta e Miseria dello storicismo furono pubblicati (non senza fatica) e, grazie ad Hayek, Popper viene chiamato alla London School of Economics quando aveva già quasi abbandonato la speranza di lasciare la Nuova Zelanda, dove, prima della Seconda guerra mondiale, aveva trovato la cattedra che gli aveva consentito di emigrare dall’Austria, grazie allo stesso Hayek.

Ultimi anni e morte


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La tomba di Karl Popper.

Proclamato baronetto dalla regina Elisabetta II nel 1965, Karl Popper nel 1976 è ammesso come membro alla Royal Society. Egli si ritira dall’insegnamento nel 1969 ma rimane intellettualmente attivo fino al 1994, anno della sua morte. Durante la sua vita Popper viene insignito di diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Lippincott dell’American Political Science Association, il Premio Sonning, la Medaglia Otto Hahn per la Pace e l’ingresso alla Royal Society, alla British Academy, alla London School of Economics, al Kings College di Londra e al Darwin College di Cambridge. Anche l’Austria gli riserva diversi riconoscimenti.

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