Cronaca

Lanciano il gatto in mare per gioco, arrestati per maltrattamenti: “È mio e ne faccio cosa voglio”

Due bagnanti sono stati arrestati con l’accusa di maltrattamento di animali in una spiaggia della Florida

Due ragazzi in Florida lanciano il gatto in mare per gioco e sono stati arrestati per maltrattamenti. Lo lanciavano in acqua come un frisbee, sotto lo sguardo indignato dei bagnanti presenti, come se fosse una cosa normale. “Se vuoi che smetta di lanciare il mio gatto, dammi subito mille dollari”, è la risposta che ha ricevuto Natalia Martin, una testimone del fatto, quando si è avvicinata alla coppia chiedendo di smettere di trattare il povero animaletto in quel modo.

Lanciano il gatto in mare per gioco, arrestati per maltrattamenti

A porre fine al maltrattamento è stata la polizia: gli agenti hanno arrestato John Laguerre e Jamarria Wayne, di 27 e 22 anni, con l’accusa di maltrattamento di animali e resistenza a pubblico ufficiale. I due avevano anche mancato di osservare il divieto di portare animali nella spiaggia. Il fatto è avvenuto a Sunny Isles Beach, località balneare della Florida, lo scorso 24 settembre. Vittima di questo episodio un cucciolo di gatto, che è stato in seguito adottato proprio da Martin.

La denuncia e il rilascio su cauzione

La coppia è stata successivamente rilasciata su cauzione, in attesa di affrontare un processo per “percosse e crudeltà contro animali”. A questo capo d’imputazione si è aggiunto anche quello di resistenza alla misura di arresto.

In seguito all’allontanamento della coppia dalla spiaggia, Martin si è subito fatta avanti per adottare il gattino: questo le è stato consegnato da un agente, ancora fradicio e avvolto in un asciugamano. In base a quanto emerso in seguito, Laguerre e Wayne non hanno tentato di rientrare in possesso dell’animale, consentendo alla donna di adottarlo.

Dopo il salvataggio il felino è stato portato da Martin in una struttura sanitaria locale per accertamenti. Qui ha ricevuto le cure dei veterinari e dopo due giorni è stato dimesso. Adesso vive in casa della donna, definita dai media locali il “buon samaritano” di questa storia.

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