Scienza e Tecnologia

Il lato oscuro di Telegram: porno, armi, droga e pedofilia a portata di app

[titolo_paragrafo]Telegram e il mercato delle Armi in Siria[/titolo_paragrafo]

Nel luglio 2017, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, bloccò ogni tipo di rifornimento ai ribelli siriani, mentre la Gran Bretagna fermò l’addestramento delle milizie anti-Assad. Trovandosi con le spalle al muro, i guerriglieri si ritrovarono a corso di armi e munizioni, ma qualcosa presto cominciò a bollire nella loro testa

Telegram diventò infatti luogo di offerte e domande di pistole, fucili, proiettili, persino droni e piccoli cingolati, da usare durante le offensive nei territori occupati in Medio Oriente. Gli oggetti in questione proverrebbero da un giro di passaparola e passamano tra i diversi gruppi armati ma anche da scorte incontrollate targate Usa. 

In pochi mesi, Telegram divenne punto di riferimento per i miliziani perché mai avevano sentito il bisogno di rifornirsi in autonomia di armamenti, quando era compito degli alleati distribuirne in lungo e in largo.

Non si può negare però che lo staff e il team di sicurezza del servizio si messaggistica istantanea spesso intervengano per chiudere questi canali, ma la mole di lavoro è così tanta che a volte risulta impossibile riuscire a scovare ogni lato pericoloso dell’app. Gli addetti ai lavori, infatti, fanno molta fatica a scovare contenuti illegali sulla sua piattaforma, visto il successo che ha avuto e la particolare tecnologia su cui si basa, quella crittografica appunto, che rende molto difficile risalire alla vera identità di ogni account e ai post scambiati privatamente.

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