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Il 24 agosto del 1862 la Lira diventa la moneta nazionale, lo stampo fu affidato all’Antica Zecca di Torino

A poco più di un anno dall'Unità d'Italia, la lira diventa moneta nazionale, con la firma da parte di Vittorio Emanuele II della legge n. 788

La Lira è stata la valuta italiana dal conseguimento dell’unità nazionale nel 1861 fino all’introduzione dell’euro. La sua è una storia che percorre tutta la nostra Penisola ed ha inizio nel 1862, quando re Vittorio Emanuele II introdusse – a pochi anni dall’Unità d’Italia – l’unificazione monetaria nazionale.

Si tratta di una moneta che ha visto tante tragedie, tanti trionfi e tante sconfitte, se solo banconote e monete potessero parlare sarebbe un vero e proprio excursus storico-culturale in grado di far luce sui segreti più oscuri ed intimi della nostra Nazione.

24 agosto 1862: la lira diventa moneta nazionale

A poco più di un anno dall’Unità d’Italia, il 24 agosto del 1849, la lira diventa moneta nazionale, con la firma da parte di Vittorio Emanuele II della legge n. 788 che introduce l’unificazione monetaria. Lo stampo delle lire viene affidato alla Zecca di Torino, affiancata dagli stabilimenti di Milano e Napoli, gli unici autorizzati a battere moneta, tutti posti sotto il controllo della Banca Nazionale del Regno d’Italia.


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L’antica zecca di Torino.

Cominciano a circolare le prime monete da 5, 10, 20, 50 e 100 (in lega d’oro) accanto ai tagli più piccoli in lega d’argento (1 e 2 lire, 20 e 50 centesimi) e in bronzo (1, 2, 5 e 10 centesimi). Su tutte è impresso il volto del Re, artefice dell’impresa unitaria, e sul dorso lo stemma del regno.

Tra vecchie e nuove monete

Nel frattempo viene ammessa la circolazione delle vecchie monete che differenziavano gli ex stati indipendenti, come gli zecchini di Venezia, le svanziche del Lombardo-Veneto, gli scudi di Modena, etc. In tutto sono 236 le diverse monete che circolano in Italia, 92 riconosciute dal sistema legale e 144, al di fuori di quest’ultimo.


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Il retro della leggendaria 5.000 lire.

Dal 1872 iniziano a comparire le banconote da mille lire e due anni dopo quelle da 500 lire che recano entrambe gli stemmi delle città di Genova e Torino e, in basso, il busto di Cristoforo Colombo. Con l’inizio dell’età repubblicana escono le prime 10mila lire che recano l’immagine di Dante Alighieri e hanno un taglio grande rispetto alle altre banconote.

Dallo SME e Maastricht

Nel marzo 1979 entrò in vigore il Sistema monetario europeo (SME) e nacque l’ECU, a cui parteciparono le monete di Germania, Francia, Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo. La fluttuazione delle monete venne limitata al 2,25% con l’eccezione della lira che beneficiò della banda allargata al 6%. La lira rimase nello SME fino al 1992, quando una gravissima crisi finanziaria in Europa costrinsero la sterlina britannica e la lira a uscire dallo SME. La lira rientrerà nello SME il 25 novembre 1996, col cambio di 990 Lire per un marco tedesco.


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Il 1º gennaio 1999 entrò in vigore l’euro, il cui tasso di cambio irrevocabile con la lira fu fissato il giorno precedente. Da quel momento la lira rimase in vigore solo come espressione non decimale dell’euro, anche se monete e banconote continuavano a essere denominate in lire. Da quella data, invece, per tutte le forme di pagamento “non-fisiche” (trasferimenti elettronici, titoli, ecc.), si adottò solo l’euro. Il 1999 fu anche l’ultimo anno in cui la zecca coniò ed emise le monete per la comune circolazione in lire. Il tasso di conversione irrevocabile fu di 1 936,27 lire italiane per 1 euro.

In realtà, l’art. 109 del Trattato di Maastricht prescriveva come già due anni prima dell’ingresso nella Unione Monetaria, fissato per il 1º gennaio 1999, i paesi candidati non avrebbero più potuto svalutare la propria moneta rispetto all’ECU. Nel 1992 la svalutazione della lira (allora con un ECU si compravano 1 587 lire, oppure 2,02 marchi tedeschi), nel 1997 per acquistare un ECU ne occorrevano 1 929,66, molto vicino al futuro cambio fisso di 1 936,27.

Euro e l’incostituzionalità della prescrizione della Lira

Dal 1° gennaio 2002 si avrà la doppia circolazione di lira ed euro, con il definitivo ritiro della prima il 1° marzo dello stesso anno. Inizialmente era stato fissato in dieci anni il termine per la prescrizione; di conseguenza le monete e banconote ancora in corso legale all’introduzione dell’euro potevano essere ancora cambiate presso le filiali della Banca d’Italia fino al 29 febbraio 2012.


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Monti tentò di effettuare una prescrizione immediata della Lira, la Corte Costituzionale riuscì a fermarlo.

Tuttavia, la manovra del governo Monti decretò la prescrizione immediata delle monete e banconote al 7 dicembre 2011 (art. 26 del D.L. n. 201/2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 6 dicembre 2011). Tale norma è stata poi dichiarata incostituzionale dalla sentenza n. 216 del 7 ottobre 2015 della Corte Costituzionale, riaprendo di fatto i termini per il cambio.

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