Cronaca

Covid, gli esperti non hanno dubbi: serve un lockdown. Cosa farà Mario Draghi?

Il nuovo premier ha intenzione di usare i poteri del governo sulle regioni e di seguire l'esempio Merkel in Germania

Gli esperti non hanno dubbi: per arginare i contagi Covid, e impedire la diffusione delle varianti, è necessario un nuovo lockdown totale in Italia. Ma cosa farà il Governo guidato da Mario Draghi? È la domanda che in molti si stanno ponendo nelle ultime ore.

Covid, gli esperti propongono un nuovo lockdown. Cosa farà Draghi?

Il Governo guidato dall’ex presidente della Banca centrale europea deve decidere sul lockdown totale con chiusura delle scuole che il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi ha chiesto al ministro Roberto Speranza: un’ipotesi che vede favorevole anche il professor Andrea Crisanti.

La polemica è scoppiata ieri dopo una dichiarazione rilasciata all’Ansa da Ricciardi, che ha chiesto “un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata”, aggiungendo che ne avrebbe parlato con il ministro Speranza.

Cosa che nel frattempo deve aver fatto, visto che in serata si è presentato a Che tempo che fa per dire che il ministro è d’accordo e adesso deve decidere il governo: “Credo che il ministro Speranza sia convinto di questa nuova fase, spero che il presidente del Consiglio Draghi recepisca e che il governo appoggi, ma dipende dal governo”. E ancora:  “Ci siamo parlati, non si è pronunciato perché sono decisioni che deve prendere il governo e il presidente del Consiglio. Spero che il presidente del Consiglio recepisca e vada in questa direzione”.

Cosa deciderà Draghi sul lockdown?

Sul lockdown Draghi ha davanti a sé l’esempio della Germania e il fatto che con la cancelliera Angela Merkel, che si ritirerà a settembre, ha avuto per molto tempo un filo diretto. E cosa è successo in Germania? È successo che qualche giorno fa proprio la Merkel si è presentata in Parlamento dopo il nuovo prolungamento del lockdown tedesco, che è uno dei più duri d’Europa, dicendo che lo scorso autunno ”non siamo stati abbastanza attenti e non siamo stati abbastanza rapidi” nel contrastare il virus.

La cancelliera, allora, si era scontrata più volte con i primi ministri dei land, riluttanti ad accettare misure più restrittive.  Per questo la seconda ondata ha travolto la Germania mentre i governatori dei Lander si opponevano al lockdown più rigoroso: allora l’esplosione dei casi, ha precisato la cancelliera, “è stata conseguenza di un modo di procedere tentennante”.

Dopo due mesi di lockdown duro, finalmente i contagi rallentano: nelle ultime 24 ore ne sono registrati 10.237, un numero lontano dai record di dicembre. E anche i morti non sfiorano più i mille al giorno di fine anno: nelle ultime 24 ore se ne sono registrati 666, secondo il Robert Koch Institut. L’esempio di Merkel sarà molto importante per Draghi: in primo luogo perché in attesa dei numeri e di una loro eventuale crescita ha già fatto capire che ha intenzione di usare i poteri del governo nei confronti delle Regioni e degli altri Enti Local.

Secondo una fonte a lui vicina citata all’epoca dall’Ansa, Draghi ha “il peso per mettere le persone con le spalle al muro”. E può usufruire degli strumenti previsti dalla Costituzione, che il governo giallorosa non ha mai voluto utilizzare, quell’articolo 120 in cui si afferma che “il governo può sostituirsi a organi delle Regioni…nel caso di…pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica, nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione”. E poi perché proprio per questo, come conclude Repubblica, Draghi non si lancerà in riaperture avventate, cercando semmai di tutelare le lezioni scolastiche. Ma accanto all’eventuale contenimento, pretende uno scatto sui vaccini.

D’altro canto da governatore sugli enti locali aveva già posto il problema: “L’esperienza degli ultimi anni, dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, mostra come il processo decisionale condiviso fra Stato e Regioni sia faticoso e spesso inefficace”, aveva detto all’assemblea della Banca d’Italia del 31 maggio 2007.

E dal 2010 al 2020 i sette governi che si sono alternati alla guida dell’Italia hanno impugnato 536 leggi regionali perché in contrasto con i poteri centrali. Intanto nell’intervista rilasciata oggi al Messaggero Ricciardi cita proprio l’esempio tedesco tanto caro a Draghi: “Il tracciamento va rafforzato, proprio come sta facendo adesso la Germania che sta reclutando personale a tutto spiano. Al ministro ho sottoposto la necessità di proporre al governo tre cose: lockdown breve e mirato, tornare a testare e tracciare, vaccinare a tutto spiano”.

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