Politica

Lockdown Pasqua, primo litigio tra Matteo Salvini e Nicola Zingaretti

Malumori anche sulle nomine dei sottosegretari. Nei Cinquestelle non si ferma l’esodo: esce Emanuele Dessè. Di Maio: M5S “Ora moderato e liberale”

Primi segnali di malumore nel governo Draghi in vista delle nuove decisioni su Pasqua, rispetto alla probabile chiusura a causa del Covid 19. “Mi rifiuto di pensare ad altre settimane e altri mesi, addirittura di chiusura e di paura. Se ci sono situazioni locali a rischio, si intervenga a livello locale. Però parlare già oggi di una Pasqua chiusi in casa non mi sembra rispettoso degli italiani”. L’invito ad “abbassare i toni” che qualche giorno fa il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha rivolto al leader della Lega è caduto nel vuoto.

Litigio tra Matteo Salvini e Nicola Zingaretti

Anche oggi da Matteo Salvini arrivano parole che suonano come provocazioni verso le scelte del governo e che stavolta causano la reazione durissima del segretario del Pd, Nicola Zingaretti. “Vedo che, sulla pandemia, Salvini purtroppo continua a sbagliare e rischia di portare fuori strada l’Italia”, dichiara. “Prima sono state le mascherine, che erano inutili, ora cavalcando la stanchezza di tutti, si attaccano le regole per la Pasqua. Quello che è irrispettoso per gli italiani e gli imprenditori è mettere a rischio le loro vite e prolungare all’infinito la pandemia e quindi la possibilità di avere la ripresa economica. Buon senso e coerenza”, conclude il segretario, “è avere una linea indicata dal governo e rispettarla. Così si sta in una maggioranza e si danno certezze alle persone. I problemi si risolvono, non si cavalcano”.

L’affermazione del peso della Lega nell’esecutivo

Dalla nascita dell’esecutivo Draghi, in cui Pd e Lega si ritrovano alleati, è la prima volta che i due capipartito arrivano a i ferri corti. Ma il segnale giunto oggi dal Nazareno è chiaro: se Salvini pensa di poter fare e dire quello che vuole non siamo disposti ad accettarlo. E non è un caso che la replica di Zingaretti arrivi all’indomani delle nomine di sottosegretari e vice-ministri. Che hanno sancito per la Lega un’ottima affermazione: Salvini ha portato a casa 9 incarichi sugellando definitivamente una forte presenza nella squadra di governo.

E vincendo persino la partita di Nicola Molteni che sale al Viminale a fare da ‘guardiano’ alla tanto avversata ministra, Luciana Lamorgese. E spuntandola pure su Gian Marco Centinaio, ex ministro delle Politiche agricole, che torna in quel dicastero come sottosegretario, e della cui nomina M5s e Pd non volevano saperne. Dunque, una vittoria su tutta la linea quella del segretario di via Bellerio. Uno spostamento a destra dell’asse del governo che non piace ai dem. E a cui si aggiungono continue esternazioni da parte di Salvini in quello stile ‘populista’ duro a morire, che sta creando non poco fastidio e imbarazzo.

Nuovo terremoto nei Cinquestelle

Ma se il centrodestra può ritenersi soddisfatto – è andata bene anche a Forza Italia che porta a casa sei deleghe, tra cui quella importantissima all’Editoria –  nei Cinquestelle i malumori crescono. E l’esodo è senza fine. Oggi lascia il senatore Emanuele Dessì che sul Movimento dice: “Questa non è più casa mia”, approderà nella nuova componente “Alternativa c’è”. “Fino all’ultimo”, riferisce una nota, “ho sperato che qualcosa potesse cambiare, ma inutilmente. Non sono mai stato d’accordo nel dare la fiducia a questo governo ma ho voluto, con l’assenza il giorno del voto, dare un ulteriore possibilità di ripensamento. Oggi però devo andare via”. L’ex vice-ministro Stefano Buffagni, parla di “gestione disastrosa”. E da fonti di stampa si apprende che anche che altri potrebbero lasciare.

Intanto, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sancisce pubblicamente la giravolta politica dei pentastellati: il M5s “è cresciuto, è maturato”, dice in un’intervista a Repubblica. “Questo governo rappresenta il punto di arrivo di un’evoluzione in cui i 5 stelle mantengono i propri valori, ma scelgono di essere finalmente e completamente una forza moderata, liberale, attenta alle imprese, ai diritti, e che incentra la sua missione sull’ecologia”. Gli risponde Max Bugani, volto storico dei grillini: “Quindici anni di battaglie per diventare una costola di Berlusconi?”.

Sinistra Italiana: “finita la storiella del governo dei migliori”

Critiche sulle nomine arrivano anche da Sinistra italiana che adesso è all’opposizione: “E’ finita la storiella del governo dei migliori. A leggere la lista” dei sottosegretari, “la Lega fa la parte del leone”, sostiene Nicola Fratoianni. “Va all’ambiente, prende la cultura con chi si vantava che non leggeva un libro da 3 anni, mette alla Difesa una personalità come la Pucciarelli che in questi anni si è distinta sui social sempre con cose irripetibili. Di fronte a questo quadro il giudizio non può che essere molto negativo”.

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