Cronaca

Treno Milano-Salerno deragliato a Lodi: ecco chi sono i macchinisti morti

Treno  Frecciarossa Milano-Salerno deragliato a Lodi. Nell’incidente sono morti i due macchinisti. Il treno viaggiava ad una velocità di  298 chilometri all’ora. La tragedia si è consumata alle 5.34 di mattina quando  il Frecciarossa 1000 AV 9595 diretto a Salerno deraglia.

Treno deragliato a Lodi

L’incidente è avvenuto nei pressi della stazione di Livraga: il treno 9595 Milano-Salerno è deragliato e due vagoni si sono ribaltati. Le due vittime sono ferrovieri. In un primo momento uno dei due risultava disperso. Una trentina di persone sarebbero rimaste ferite non in modo grave.

Le possibili cause del disastro

Disastro colposo, omicidio e lesioni colpose. Per ora a carico di ignoti. «Stiamo verificando l’ipotesi dell’errore umano, che potrebbe essere legato ai lavori di manutenzione. Se vengono fatti, è perché qualcosa si è rotto». A metà pomeriggio il capo della procura di Lodi Domenico Chiaro tira le fila della prima giornata di indagini sul deragliamento del Frecciarossa. L’incidente, spiega, non è dovuto a un guasto improvviso o all’imprudenza del macchinista. Se quello scambio fosse stato posizionato in modo corretto, afferma il magistrato, il treno avrebbe continuato a filare dritto fino a Salerno.

Le vittime

Sono Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo i due macchinisti rimasti uccisi questa mattina nel deragliamento del treno Frecciarossa 9595 nel Lodigiano. I due ferrovieri sono morti sul colpo nel devastante impatto della motrice.

Mario Dicuonzo faceva da istruttore a decine di corsi di formazione per macchinisti dei treni dell’Alta velocità, organizzati da Trenitalia. Un ferroviere nel sangue, che tra pochi mesi sarebbe andato in pensione dopo 30 anni di lavoro.
Il padre era stato per diversi anni capostazione a Capua. E tutta la famiglia Dicuonzo – padre, madre e i tre figli maschi – ha vissuto a lungo nella casa della palazzina della stazione di Capua di proprietà delle Ferrovie di Stato. Mario aveva fatto il concorso per macchinista, per entrare nell’azienda dove aveva lavorato per tanto tempo il padre. La stessa scelta l’aveva fatto l’altro fratello Maurizio.

Da molti anni, viveva a Pioltello in provincia di Milano con la moglie Chiara e la figlia Federica. Lombardo e cittadino di Pioltello per adozione, ma ripeteva che la sua terra era l’Italia intera a bordo dei treni che conduceva con abilità e sapienza.

 

 

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