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Chi era Luigi Einaudi, il secondo Presidente della Repubblica Italiana

Annoverato tra i padri della Repubblica Italiana, la sua personale declinazione del pensiero liberale resta ancora attuale

Luigi Einaudi, il Capo dello Stato eletto dal Parlamento Repubblicano, è stato uno dei massimi rappresentanti della dottrina del liberalismo economico, teorizzando la non scindibilità tra libertà politica e libertà economica. Lottò, sia per mezzo della stampa sia in parlamento, per la perequazione tributaria e la moralizzazione della vita parlamentare.

Luigi Einaudi, l’impronta etica del fondatore

Nato a Carrù, in provincia di Cuneo, e morto a Roma nell’ottobre del 1961, fu attivo come economista, politico e giornalista italiano. E’ stato il secondo Presidente della Repubblica Italiana e gli sono state conferite lauree “honoris causa” dall’Università di Oxford, dall’Università di Parigi, da quella di Trieste e dall’Università di Algeri.


Einaudi


Laureatosi in Giurisprudenza presso l’Università di Torino, si avvicinò in quegli anni al movimento socialista, dalle cui idee si distaccherà a partire dai primi anni del Novecento.

Nella sua lunga carriera ricoprì la cattedra di “Scienza delle finanze” all’università torinese, di “Legislazione industriale ed Economica politica” al Politecnico di Torino e “Scienza delle finanze” all’Università Bocconi di Milano.

Carriera del padre della Repubblica

Fu, inoltre, membro dell’“Accademia dei Lincei”, socio dell’“Accademia delle Scienze” di Torino e membro del Consiglio Direttivo dell’“Istituto Italiano per gli Studi Storici” fondato da Benedetto Croce, oltre che presidente onorario della “International Economic Association” e di molte altre accademie e associazioni internazionali.


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Costretto a fuggire in Svizzera dal regime fascista, dopo la caduta di quest’ultimo rientrò in Italia ricevendo la nomina a Rettore dell’Università di Torino nel 1943 e, due anni dopo, a Governatore della Banca d’Italia.

Nel 1948 divenne Capo dello Stato

Eletto senatore nel 1948, ricoprì gli incarichi di Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Finanze e del Tesoro nel IV Governo De Gasperi. Grazie alla sua politicaeconomica, caratterizzata dalla diminuzione delle tasse e dei dazi doganali, egli pose la basi per il boom economico che caratterizzò la nazione negli anni ’50 e ’60.

Nel 1948 completò la carriera istituzionale con l’elezione a Capo dello Stato.


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Einaudi era convinto assertore del liberalismo, applicato in tutti gli aspetti della vita politica, sociale ed economica. Secondo l’economista, l’uomo è spinto a perfezionarsi solo se è libero di realizzarsi secondo le proprie attitudini e, più è competente o creativo, più rende migliore la sua opera.

Era anche fautore di un’unica politica economica europea, basata sulla libertà economica, in grado di reggere le pressioni provenienti da oriente e confrontarsi con quelle americane.

La morte

Luigi Einaudi morì a Roma il 30 ottobre 1961 e fu sepolto nella tomba di famiglia a Dogliani, il paese nel quale amava passare le vacanze e discorrere con la gente dei problemi quotidiani.


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Fra le altre cose che vanno dette, bisogna ricordare che Luigi Einaudi si è sempre dedicato personalmente alla conduzione della sua azienda agricola presso Dogliani, applicandovi i più moderni sistemi colturali.

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