Cronaca

Macchinari non a norma: oggi è possibile procedere alla vendita?

Il tema dei prodotti e dei macchinari non a norma rimane un argomento di attualità, sia per le recenti notizie legate alle morti sul lavoro, sia per l'eco che hanno avuto i vari sequestri di merce non conforme proveniente dalla Cina

Il tema dei prodotti e dei macchinari non a norma rimane un argomento di attualità, sia per le recenti notizie legate alle morti sul lavoro, sia per l’eco che hanno avuto i vari sequestri di merce non conforme proveniente dalla Cina.

Nell’ultimo periodo, infatti, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli di Genova ha disposto il blocco di una partita di gruppi misuratori di energia elettrica provenienti dalla Cina e destinati a un’azienda lombarda, i quali non sarebbero stati in possesso del marchio CE di corretta conformità europea, nonché della manualista tecnica in italiano.

Il rischio, quindi, sia per chi importa sia che per chi vuole vendere degli utensili o degli strumenti produttivi non a norma di legge, è pecuniario (con multe che superano i 1000 euro) ma anche, nel peggiore dei casi, penale, e pertanto necessita di una riflessione approfondita.

Spesso, però, un imprenditore si trova di fronte a dei dubbi sul come procedere: è il caso di chi è in possesso di macchinari che non presentano la marchiatura di conformità CE perché troppo vecchi, essendo quindi stati realizzati prima che tale sigla divenisse obbligatoria nel nostro paese.

Oggigiorno, la vendita di macchinari non a norma è consentita soltanto attestando il rispetto dei requisiti di sicurezza attraverso una specifica dichiarazione di conformità. Si tratta di un procedimento obbligatorio, come sentenziato il 10/04/2003 dalla Corte di Giustizia europea, che obbliga l’Italia al rispetto dei requisiti di sicurezza minimi in tema di lavoro.

Le norme di riferimento da osservare sono contenute all’interno del Testo unico sulla sicurezza, emanato con il decreto legislativo numero 81/08, il quale tratta proprio di questo tema. In un allegato specifico (l’allegato V), si affronta l’argomento relativo ai requisiti di sicurezza a cui devono sottostare anche i proprietari o i costruttori di macchinari, inoltre vengono elencati i rischi da eliminare.

Vendere un macchinario non a norma

L’imprenditore che volesse procedere alla vendita di un macchinario non a norma è obbligato a presentare una dichiarazione di conformità redatta da tecnici specializzati, la quale certifica che, in seguito a un’attenta verifica e analisi dei rischi legati all’uso del macchinario, sono state effettuate le modifiche necessarie per adeguarlo ai nuovi standard di sicurezza richiesti dall’allegato V del Testo unico. In caso di permuta, invece, tale obbligo non ricade su chi sta cedendo il bene, bensì su chi lo riceve.

Il discorso cambia se il bene viene ceduto a terzi per farlo rottamare: occorrerà, infatti, che il proprietario del macchinario verifichi che la ditta deputata alla rottamazione sia in possesso di tutti i requisiti legali per il suo corretto smaltimento.

Inoltre, è importante ricordare che la legge vieta di vendere un bene non a norma classificandolo come rottame e facendolo passare sotto la dicitura “visto e piaciuto”. Se si dovesse verificare questa eventualità, la responsabilità giuridica rimane sempre di chi si è disfatto del macchinario.

È comunque possibile avviare una procedura di adeguamento da affidare a personale specializzato e competente: questa viene redatta in seguito alla valutazione dei rischi e costituisce un documento importante che attesta l’aggiornamento della documentazione tecnica, della manualistica e delle componenti che compongono la macchina (schemi elettrici e schemi pneumatici, ad esempio).

La presenza di tale dichiarazione di adeguamento non impone la presenza del marchio CE ma protegge il proprietario del bene dai possibili danni dovuti alla mancata conformità in merito ai requisiti sulla sicurezza.

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