Inchiesta

La mafia siciliana: clan e famiglie piĆ¹ potenti in Sicilia


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Da segnalare come lā€™anziano capo dei MADONIA, sebbene si trovi ristretto in regime detentivo speciale di cui allā€™art. 41-bis dellā€™Ordinamento penitenziario, goda ancora ā€œdi rispettoā€ nellā€™ambiente criminale, mantenendo il proprio ruolo di vertice. Le figure dei ā€œcapiā€ succedutisi nel tempo sarebbero, in qualche modo, una sua espressione e per questo investiti della ā€œreggenzaā€ del sodalizio con lā€™affiancamento di anziani sodali.

Proprio in ragione della citata origine agro-pastorale della mafia nissena, le famiglie piĆ¹ importanti sono dislocate nella parte periferica del territorio provinciale, tanto che la famiglia del capoluogo provinciale ĆØ incardinata e dipende dal mandamento di Vallelunga, un paese di poco piĆ¹ di 3.000 abitanti, fortemente decentrato, nel cuore della Sicilia agricola. Gli altri due mandamenti, nella parte meridionale della provincia, fanno capo rispettivamente a Riesi (anchā€™esso centro abitato decentrato rispetto al capoluogo e caratterizzato da unā€™economia arretrata, causa, nel tempo, di unā€™intensa emigrazione della popolazione) ed a Gela, che merita una descrizione a parte per la tipicitĆ  delle organizzazioni mafiose ivi insistenti. La cittĆ  di Gela, infatti, ĆØ il centro che ha evidenziato le maggiori potenzialitĆ  di sviluppo, anche industriale, della provincia, tanto che avrebbe potuto rappresentare un punto di riferimento e di traino produttivo per tutto il territorio.

Il tessuto economico e sociale appare, tuttavia, pesantemente permeato e dominato da piĆ¹ tipi di organizzazioni mafiose, le quali si riferiscono sia a Cosa nostra, sia alla piĆ¹ recente, ma non per questo meno aggressiva e pericolosa organizzazione denominata Stidda, in origine composta da fuoriusciti delle piĆ¹ consolidate consorterie e ad esse contrapposta.

Attualmente la Stidda ha assunto una posizione di non belligeranza rispetto alle organizzazioni criminali storiche ed ĆØ portatrice di un proprio ruolo nel panorama delinquenziale siciliano. In tale scenario, nellā€™ambito di Cosa nostra, la famiglia RINZIVILLO risulta predominante rispetto agli EMMANUELLO, fortemente colpiti da alcune attivitĆ  dā€™indagine: le due famiglie, un tempo in contrasto, non risultano oggi in contrapposizione, preferendo anzi operare secondo veri e propri accordi di cooperazione.

Lo stesso atteggiamento si riscontra nelle relazioni fra le consorterie di Cosa nostra e quelle stiddare, nellā€™ambito delle quali, come giĆ  accennato, viene a realizzarsi un rapporto di sostanziale non belligeranza, finalizzato alla piĆ¹ efficiente spartizione dei proventi illeciti. Non da ultimo, alla giĆ  articolata descrizione della composizione criminale gelese, va aggiunta la presenza di un terzo gruppo, composto da giovani malavitosi, funzionante come una sorta di manovalanza sia per Cosa nostra che per la stidda e delegato, allā€™occorrenza, al compimento di azioni delittuose specifiche.

Questo variegato panorama criminale rende, nella zona di Gela, particolarmente evidente lā€™attivitĆ  spesso cruenta delle consorterie, che si concretizza nel numero elevato di danneggiamenti, anche mediante incendio, verosimilmente riconducibili a pratiche estorsive. Con riferimento alle principali manifestazioni economico-criminali si conferma, nel semestre, la tendenza a limitare, per quanto possibile, le azioni violente, prediligendo i reati che consentono un immediato accumulo di denaro, quali lo spaccio di stupefacenti, le estorsioni, lā€™usura e lā€™acquisizione degli appalti.

A fronte del limitato numero di omicidi, per i quali non sempre ĆØ evidente il risvolto mafioso, la condizione di assoggettamento ed omertĆ , tradizionalmente diffusa nei territori sottoposti alla pressione mafiosa, impedisce lā€™emergere delle dimensioni effettive del reato di usura, in quanto raramente le vittime denunciano tale reato, cosƬ come le estorsioni loro imposte. Per quanto riguarda gli stupefacenti, le organizzazioni mafiose mantengono il controllo del settore non solo con lā€™approvvigionamento e lo spaccio ma anche, negli ultimi anni, con la coltivazione, avvalendosi di soggetti vicini alle consorterie.

In alcuni casi ĆØ stato accertato il ricorso a canali di rifornimento provenienti da altre aree territoriali ed alla concomitante commissione di reati in materia di armi. Se lo spaccio di droga ĆØ necessario per ottenere una pronta liquiditĆ , la pratica delle estorsioni resta uno dei canali preferenziali dei sodalizi mafiosi per esercitare la propria pressione sulla popolazione, tenendola cosƬ assoggettata, e per incamerare immediatamente, anche in questo caso, forti somme di denaro. Non di rado, lā€™attivitĆ  estorsiva risulta prodromica allā€™acquisizione di attivitĆ  economiche e produttive, da intestare a persone terze, come ĆØ stato accertato per alcuni soggetti riconducibili alla famiglia di Riesi. Con riferimento allā€™infiltrazione delle consorterie negli apparati amministrativi degli Enti locali, si segnala lo scioglimento, nel mese di aprile, degli organi elettivi del Comune di Bompensiere (CL).

Gli accertamenti sono stati svolti da parte di una Commissione interforze – alla quale ha preso parte anche un esponente della locale articolazione DIA – nominata nel dicembre 2017 dal Prefetto di Caltanissetta e che ha poi presentato le risultanze delle verifiche effettuate nel successivo marzo 2018. Tra queste, appaiono significative quelle relative al fatto che ā€œā€¦esponenti della compagine politica e dellā€™apparato burocratico del comune, alcuni dei quali con pregiudizi di natura penale, annoverano frequentazioni ovvero relazioni di parentela sia con componenti della famiglia malavitosa riconducibile al primo cittadino che con soggetti appartenenti a consorterie criminali di altri territori della provincia [ā€¦.]

Gli accertamenti ispettivi hanno altresƬ evidenziato una fitta rete di collegamenti tra funzionari in servizio presso lā€™ufficio tecnico comunale, amministratori locali e imprenditori legati alla locale criminalitĆ  organizzata che si sono aggiudicati, ripetutamente, lavori pubblici di consistente valore economicoā€.

Altre pervicaci forme di inquinamento del tessuto istituzionale provinciale sono emerse in unā€™altra attivitĆ  investigativa avviata, fin dal 2014, in seguito alla collaborazione di un esponente di spicco di Cosa nostra, giĆ  reggente della famiglia di Serradifalco (CL). Lā€™indagine, conclusa nel maggio 2018, ha coinvolto il presidente pro-tempore della Camera di Commercio di Caltanissetta e di RetImpresa Servizi srl di Confindustria il quale, in forza della vicinanza ad un noto esponente di spicco della citata famiglia di Serradifalco, era riuscito, dallā€™iniziale posizione di piccolo imprenditore locale, in successione di tempo: dapprima ad ottenere posizioni di assoluto rilievo allā€™interno di Assindustria Caltanissetta e del Consorzio Area Sviluppo Industriale e, successivamente, ad organizzare una rete di relazioni, estesa anche a funzionari ed ufficiali delle Forze dellā€™ordine con ruoli di rilievo, dai quali, in cambio di favori personali e di carriera, riceveva informazioni utili ad estendere la propria capacitĆ  di penetrazione allā€™interno degli Enti pubblici e delle Associazioni di categoria, nonchĆ© allā€™occorrenza spendibili per gli interessi della citata consorteria criminale. Inoltre lā€™attivitĆ  del Gruppo provinciale interforze presso la Prefettura di Caltanissetta, al quale partecipa anche la DIA, nellā€™esaminare le posizioni delle societĆ  per la verifica di sussistenza dei requisiti antimafia, ovvero nel valutare gli esiti di accessi ai cantieri, ha prodotto 2 provvedimenti interdittivi antimafia e 3 dinieghi per lā€™iscrizione alle c.d. white list.

Nel semestre in esame la DIA di Caltanissetta ha proceduto al sequestro e alla confisca di beni riconducibili ad esponenti di rilievo della realtĆ  criminale gelese. In particolare, un primo provvedimento ha attinto persone legate ai RINZIVILLO, ritenute di incondizionata fiducia. Lā€™esecuzione del provvedimento, delegata dalla locale DDA, trae origine dalla disamina da parte della DIA di Caltanissetta di due operazioni sospette e dalla successiva delega di indagine disposta dalla citata Procura distrettuale.

Anche un altro personaggio molto vicino alla famiglia RINZIVILLO e alla stidda, ĆØ stato colpito da un sequestro patrimoniale della DIA. Le investigazioni hanno dimostrato lā€™intestazione fittizia di beni, aggravata dallā€™aver favorito la predetta organizzazione mafiosa. Il primo provvedimento ĆØ stato successivamente integrato con il sequestro di un gregge di ovini, composto da piĆ¹ di 1.400 capi.

Un provvedimento di confisca ha, invece, colpito un soggetto inserito nella famiglia mafiosa degli EMMANUELLO, al quale ĆØ stata anche applicata la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Giova evidenziare che lo stesso, completamente asservito agli ordini dei capimafia e promotore di attivitĆ  illecite legate alla gestione di commesse lavorative allā€™interno di grandi realtĆ  gelesi, ĆØ stato successivamente raggiunto da un ordine di carcerazione.

Come in precedenza accennato, anche un soggetto gravitante nellā€™orbita mafiosa di Cosa nostra operante nel cosiddetto ā€œValloneā€ – area settentrionale della provincia dominata dalla famiglia di Vallelunga, da sempre facente capo ai MADONIA – ĆØ stato colpito da una confisca di beni, tra i quali due imprese per servizi funerari, in seguito ad una operazione giĆ  coordinata dalla DDA di Caltanissetta. Infine, ĆØ stato confiscato un fabbricato (non accatastato) sito in Gela, appartenente ad un personaggio legato da interessi affaristici con la famiglia RINZIVILLO, giĆ  tratto in arresto nel gennaio 2009 insieme ad altre 32 persone, tutte riconducibili al predetto sodalizio.

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Francesco Piccolo

Giornalista professionista, direttore del network L'Occhio che comprende le redazioni di Salerno, Napoli, Benevento, Caserta ed Avellino. Direttore anche di TuttoCalcioNews e di Occhio alla Sicurezza.

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