CronacaPolitica

Il magistrato Gratteri resta contrario alla riforma della giustizia

Il magistrato Nicola Gratteri non è convinto della riforma della giustizia, "Torniamo alla prescrizione prima della riforma Bonafede e della riforma Orlando"

Sono stati fatti degli errori e gli errori si pagano. Questo è un momento di debolezza della magistratura. La politica risponderà dopo 30 anni di strapotere della magistratura. Questa riforma aumenterà i problemi“, afferma amareggiato Nicola Gratteri, intervistato da Alessandro Floris nella scorsa puntata di DiMartedì.

Anzi, secondo il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, la riforma della giustizia è una ripicca da parte della politica nei confronti della magistratura. Così come molti colleghi, Gratteri resta della sua idea e ritiene la riforma Cartabia nociva, al punto che potrebbe addirittura rappresentare un ostacolo per i processi di mafia, terrorismo e corruzione.

Il magistrato Gratteri: “Riforma della giustizia è la peggiore”

“Lei ha detto, la riforma della giustizia di questo governo è la peggiore. Peggio pure delle leggi Berlusconi. Lo pensa davvero?”, domanda Floris al magistrato Gratteri.

“Si, certo, perché il termine improcedibilità dovrebbe sparire da questa riforma. Improcedibilità vuol dire che io sono sull’autostrada Napoli- Roma, mi si dà il tempo di due ore per arrivare a Roma. Se a Frosinone c’è un incidente ed io riparto dopo tre ore mi si dice: No, tu non puoi partire. Ma io devo arrivare a Roma. Se sono dal medico, dall’oncologo, e ci sono trenta persone che devono essere visitate quella mattina, il medico fa in tempo a visitarne venti. Gli altri dieci dicono: Torniamo domani, torniamo il giovedì? No! Lei non può essere più visitato. Ma io sono malato di tumore. Questo vuol dire improcedibilità”, tuona il capo della Procura di Catanzaro.

La riforma della giustizia ed i processi particolarmente complessi

“Se lei sta tenendo in carcere una persona, non finisce mail il processo?”, insiste Floris.

“Non è un esempio calzante”, ribadisce Gratteri, “perché da sempre i processi con detenuti hanno la priorità. Anche quella seconda riforma fatta dopo le proteste, dopo che non c’era la sicurezza che anche con il voto di fiducia sarebbe passata la riforma, è un aggiustamento parziale. Anche i processi di mafia si concludono con priorità”.

“Se io sono un politico, lei sta indagando e su di me grava l’immagine di un politico corrotto e non riesco mai ad ottenere sentenze ed intanto il tempo passa, la politica mi fa fuori?”, chiede il conduttore.

“Torniamo alla prescrizione prima della riforma Bonafede, prima della riforma Orlando. Torniamo al sistema vecchio, che è meno dannoso”, ripete il magistrato Gratteri.

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