Cronaca

A Bergamo molti casi di malattia di Kawasaki: allarme dei pediatri italiani

Che cos’è la malattia di Kawasaki di cui si sta parlando molto in queste ore? Si tratta di una strana sindrome che ha colpito molti bambini inglesi ma nota anche in Italia. Nelle scorse ore infatti la Società italiana di pediatria ha inoltrato una lettera a undicimila pediatri per chiedere di stare all’erta.

Malattia di Kawasaki, l’allerta ai pediatri

Angelo Ravello, segretario del gruppo di studio di Reumatologia della Società Italiana di Pediatria, ha scritto: “Nelle ultime settimane è stato osservato, in particolar modo nelle zone del paese più colpite dall’epidemia da Coronavirus un aumento della frequenza di bambini affetti da malattia di Kawasaki”.

A tal proposito, il noto virologo Giulio Tarro ha specificato che “Per ora è un’ipotesi azzardata, bisogna approfondire il tema senza però aumentare la sindrome di panico. È risaputo tra l’altro che lo stress psicologico deprime lo stato immunitario e ci espone a maggiori rischi”.

La situazione a Bergamo

Intanto i medici del dipartimento Pediatria dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo segnalano che contrarre il coronavirus peggiora la condizione della sindrome di Kawasaki. In un mese è stato registrato un numero di casi pari a quelli degli ultimi 3 anni.

Cos’è la sindrome di Kawasaki

La sindrome di Kawasaki o sindrome linfonodale muco-cutanea è una vasculite infantile delle arterie di media e piccola dimensione che colpisce soprattutto le arterie coronarie. È una malattia autoimmune caratterizzata da febbre prolungata, esantema, congiuntivite, mucosite, linfoadenopatia cervicale e poliartrite di gravità variabile. Se non diagnosticata in tempo può portare all’infarto del miocardio.

Epidemiologia

La sindrome di Kawasaki è una patologia che colpisce prevalentemente i bambini d’età inferiore ai 5 anni con un picco al secondo anno. È diffusa in tutto il mondo con andamento endemico e riaccensioni ogni 2-3 anni e picco in inverno e in primavera. È la seconda vasculite più frequente nel bambino dopo la porpora di Schönlein-Henoch. La sindrome di Kawasaki sembra colpire in Italia 14 bambini ogni centomila e non è al momento noto se sia sempre esistita o se abbia origini più recenti. La sindrome di Kawasaki si presenta con sintomi aspecifici e molto comuni nelle malattie pediatriche e proprio per questo motivo risulta subdola e difficile da diagnosticare. Il pediatra deve sapere eseguire una diagnosi precoce e soprattutto nel più breve tempo possibile.


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Cause

Si suppone una eziologia tossinfettiva e immunomediata che coinvolga superantigeni streptococcici e stafilococcici con successiva attivazione linfocitaria. Spesso la sindrome di Kawasaki esordisce dopo patologie virali non gravi.

Sintomi

  • Febbre molto elevata (40-41 °C) resistente al trattamento antibiotico e ai farmaci antipiretici, della durata di più di cinque giorni.
  • Congiuntivite bilaterale senza secrezione purulenta.
  • Manifestazioni a carico delle labbra, che si presentano caratteristicamente secche e arrossate, e della mucosa orale, con lingua di color fragola o addirittura violacea.
  • Manifestazioni a carico delle estremità con edema dei piedi e/o delle mani cui fa seguito, durante la seconda settimana di malattia, una caratteristica desquamazione lamellare delle dita delle mani e dei piedi, a partenza dalla regione intorno alle unghie.
  • Ingrossamento dei linfonodi del collo, che appaiono di diametro superiore al centimetro e mezzo, di consistenza dura, lievemente dolenti alla palpazione.
  • Rossori cutanei che possono avere caratteristiche diverse (simili a quelle del morbillo o della scarlattina o dell’orticaria), con distribuzione sul tronco, sugli arti e nella zona addominale e inguinale.

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