Cronaca

Manager arrestato a Milano, ex moglie conferma al pm maltrattamenti

Dieci anni fa lo denunciò . Ora i magistrati hanno ripreso in mano il fascicolo della separazione per rileggere i documenti

L’ex moglie di Antonio Di Fazio, il manager arrestato a Milano con l’accusa di aver drogato e violentato una studentessa 21enne, ha confermato il contesto di maltrattamenti e narcotizzazioni evidenziato da altre presunte vittime. La donna è stata sentita al palazzo di Giustizia dalla pm Alessia Menegazzo. Nel suo racconto ha ricostruito la sua vita con l’ex marito, dal quale si è separata nel 2012.

Manager arrestato: l’ex moglie conferma maltrattamenti al pm

Dieci anni fa la donna si separò da Di Fazio e all’epoca lo aveva denunciato per maltrattamenti. Denunce che ora vengono rilette da inquirenti e investigatori sotto una luce diversa e sulla base degli ultimi episodi contestati al 50enne.

I pm stanno anche rivalutando gli atti contenuti nella causa di separazione. Lo schema che sembra riproporsi simile a quello seguito con altre presunte vittime, riguarda soprattutto l’uso di narcotici con cui anche lei sarebbe stata stordita e sarebbe stata tenuta in uno stato di “soggezione” psicologica.

Si allunga la lista delle presunte vittime: almeno 7

Intanto il racconto di altre due ragazze, presunte vittime di violenze, è stato messo a verbale dagli inquirenti nell’indagine a carico di Antonio Di Fazio. Queste nuove testimonianze si aggiungono a quelle di altre giovani sentite nei giorni scorsi dalla pm Alessia Menegazzo e dalla procuratrice aggiunta Maria Letizia Mannella.

Tanto che le presunte vittime, per cui si stanno mettendo in fila i riscontri, potrebbero essere già salite in totale a sette e, inoltre, si stanno rivalutando le denunce, che risalgono a quasi una decina di anni fa e che presentò l’ex moglie. In più, altre donne potrebbero farsi avanti e sono in corso identificazioni.

Si indaga sulla azienda farmaceutica spuntata dal nulla

Al lavoro assieme alla Procura di Milano c’è anche la Direzione distrettuale antimafia
milanese guidata dalla procuratrice Alessandra Dolci. L’imprenditore 50 enne era amministratore unico di Global Farma, un’azienda creata in piena pandemia e che da quando è scoppiata l’emergenza ha iniziato a vendere prodotti anti-covid con ricavi milionari.

Una storia manageriale che merita approfondimenti sia sul fronte patrimoniale (oltre ai carabinieri indagano anche la Gdf e il pm Pasquale Addesso) che su quello relativo a possibili legami con la ‘ndrangheta. L’imprenditore, che avrebbe tenuto segregate ragazze anche per settimane, le minacciava, tra l’altro, anche paventando legami con personaggi della criminalità organizzata, su cui ci sono accertamenti.

La rete di complici e il ruolo della sorella

Gli investigatori stanno accertando se Di Fazio avesse allestito una rete di complici-arruolatori che gli procuravano le ragazze. C’è poi da chiarire il ruolo della sorella di Di Fazio. Quest’ultima, medico oncologo presso una clinica di San Marino, scriveva le ricette delle benzodiazepine, poi utilizzate dal fratello per stordire le vittime per renderle inermi. Sentita dagli inquirenti, la donna ha continuato a difendere il fratello, il quale aveva pure denunciato una presunta estorsione, mai avvenuta, da 500mila euro da parte della 21enne.

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