Politica

Manovra, arriva il reddito alimentare: cosa prevede la proposta del Pd

La proposta prevede la ridistribuzione dei generi alimentari di prima necessità recuperati dalla grande distribuzione

Nella Manovra Finanziaria per il 2023, il Pd propone il reddito alimentare. Un’idea che costerebbe solo 50 milioni e prevede la redistribuzione dei generi alimentari di prima necessità recuperati dalla grande distribuzione.

Cos’è il reddito alimentare

Il reddito alimentare potrebbe aiutare quelle persone che sono in condizioni di estrema indigenza. L’idea è del deputato Pd Marco Furfaro. La proposta prevede lo stanziamento di un fondo di 50 milioni di euro presso il ministero del Lavoroper finanziare la sperimentazione del reddito alimentare e combattere lo spreco e la povertà alimentare“.

In sostanza si tratterebbe di mettere a disposizione di chi è in difficoltà i pacchi alimentari che restano invenduti. In questo modo, come spiega su Facebook lo stesso Furfaro, si aiuterebbero 600mila bambini e “tre milioni di italiane e italiani“. Sono questi, dice il deputato, “i numeri di un’emergenza di cui si parla troppo poco: sono i cittadini che hanno bisogno di aiuto per mangiare, tramite mense o pacchi alimentari. Persone, cioè, che guadagnano nulla o troppo poco per poter fare la spesa“.

Limitare gli sprechi

C’è poi un altro numero, dice ancora Furfaro, “che racconta ancora meglio questa grande ingiustizia”, ovvero le “230mila tonnellate di cibo che, nel settore della grande distribuzione alimentare, viene invenduto e poi gettato. Uno spreco immorale”.

Secondo il Pd la misura avrebbe un costo molto limitato, ma enormi benefici per chi ha bisogno di un aiuto.  “Il reddito alimentare, se introdotto, non prevedrebbe alcun esborso di denaro diretto – spiega ancora il parlamentare dem -, ma generi alimentari di prima necessità recuperati dalla grande distribuzione e distribuiti attraverso una collaborazione con il Terzo Settore a chi ne ha bisogno”.

Lo stanziamento di 50 milioni sarebbe infatti “una cifra irrisoria rispetto ai costi che portano povertà, malnutrizione, mancato accesso alle cure delle stesse persone coinvolte”. La proposta in ogni caso non è nuova essendo contenuta anche nel programma con cui il Pd si è presentato alle elezioni del 25 settembre. Resta da vedere se troverà il consenso di altre forze politiche.

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