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Marcello Mastroianni: biografia, carriera e morte del leggendario attore italiano

La vita e la carriera di uno dei più grandi interpreti italiani: Mastroianni conquistò, negli anni '60 e '70, il mondo intero

Marcello Mastroianni è stato tra gli interpreti italiani più conosciuti e apprezzati all’estero negli anni ’60 e ’70, soprattutto per i ruoli da protagonista nei film di Federico Fellini e per le pellicole recitate in coppia con Sophia Loren. Capace di destreggiarsi perfettamente sia nei ruoli drammatici che in quelli comici, Mastroianni viene generalmente affiancato ai grandi della commedia all’italiana, del calibro di: Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi.

È stato per tre volte candidato all’Oscar al miglior attore: per Divorzio all’italiana (1963), per Una giornata particolare (1978) e per Oci ciornie (1988). Ha vinto 2 Golden Globe, 2 Premi BAFTA, 8 David di Donatello, 8 Nastri d’argento, 5 Globi d’oro e un Ciak d’oro.

Come Jack Lemmon e Dean Stockwell, ha ottenuto in 2 diverse occasioni il Prix d’interprétation masculine al Festival di Cannes, nel 1970 per Dramma della gelosia e nel 1987 per Oci ciornie. Ha vinto per 2 volte la Coppa Volpi alla Mostra internazionale d’arte cinematografica per Che ora è? e Uno, due, tre, stella!. Nel 1990 gli è stato conferito il Leone d’oro alla carriera.


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Marcello Mastroianni, vita e carriera del celebre attore italiano

Marcello Mastroianni, all’anagrafe Marcello Vincenzo Domenico Mastroianni, nasce a Fontana Liri il 28 settembre del 1924. Sin dalla tenera età ebbe la fortuna di respirare aria di cinema: ancora bambino, infatti, ebbe la possibilità di recitare in piccoli ruoli in alcuni film del grande De Sica (che negli anni ’30 era un maestro riconosciuto).

In seguito, conseguita la maturità liceale, si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio, senza però mai interrompere il rapporto con lo spettacolo e in particolare con il teatro.

Inseritosi nei gruppi del Centro Universitario Teatrale, fu notato nientemeno che da Luchino Visconti, il quale lo chiamò con sé per interpretare importanti ruoli in lavori teatrali di recente concezione come, ad esempio, “Un tram chiamato desiderio” e “Morte di un commesso viaggiatore“, oppure più classici come “La locandiera” e “Le tre sorelle“.

Parallelamente, ha modo di lavorare ancora nel cinema, dove viene sempre chiamato per effettuare alcune comparsate che, con il tempo, cominciano a diventare cospicue. Il film che lo rivela è “Le ragazze di Piazza di Spagna“, dove interpreta la parte del giovanotto simpatico ed estroverso, girato da Luciano Emmer nel ’52, regista che aveva già diretto Mastroianni due anni prima in “Domenica d’agosto“.

Già in quelle prime prove, Mastroianni si rivelò particolarmente adatto alla delicata introspezione di un cinema che stava a metà strada tra il neorealismo e la commedia all’italiana.

Questa sua predisposizione venne confermata in “Giorni d’amore” di De Santis, dove l’attore potè rivivere le sue origini ciociare in una chiave di lieve comicità. Si andava delineando al caratteristiche principale dell’attore Mastroianni, quella cioè di incarnare la figura di un uomo buono e sottilmente malizioso, scapestrato ma con giudizio, dolce e lievemente melanconico.

In seguito, la sua cifra stilistica si improntò quasi sempre a questo aureo modello, anche quando, come nei film di Blasetti o Lizzani, gli venivano proposte parti drammatiche. Quelle caratteristiche vennero poi abbinate in alcuni film, a ‘mò di contrasto, alla malizia femminile della giovane Sophia Loren, da cui scaturirono nella metà degli anni cinquanta film come “Peccato che sia una canaglia”, e “La fortuna di essere donna”.

I grandi successi

Ma la svolta della sua carriera arriva con “La dolce vita” (1960), epocale pellicola di costume in cui Mastroianni è un moderno antieroe e che segna pure l’inizio d’un lungo e fortunato sodalizio artistico con Federico Fellini. Con Fellini fornì i memorabili esiti anche in “Otto e mezzo” (1963), vestendo i panni di una sorta di alter ego del regista riminese.. In seguito, nei primi anni sessanta, ottenne un personale trionfo in “Divorzio all’italiana” e “I compagni“.


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Fece coppia con Sophia Loren in vari film di De Sica e apparve in diversi film di Ferreri tra i quali “La grande abbuffata“, “Ciao maschio” e “Storia di Piera“. Ha lavorato con Petri da “L’assassino“, con Scola da “Dramma della gelosia” a “Splendor” e “Che ora è?“, attraverso “Una giornata particolare” che fu una delle sue prove migliori. Il prosieguo della sua carriera è stato un susseguirsi di successi a fianco dei più grandi registi.

Negli ultimi anni, si ricorda la sua interpretazione ad un film di impegno civile come “Sostiene Pereira” e il montaggio dei suoi ricordi personali, apparsi postumi, nel film-documentoRicordo, sì io mi ricordo“.

Protagonista di grande versatilità e di indiscussa bravura (si è detto che in certi film sembrava essere in grado di poter lavorare soltanto con l’espressione dello sguardo), ha trasmesso l’immagine di un uomo colto e sensibile, alieno da pose divistiche, che guardava con fastidio alla pubblicizzazione della sua vita privata da parte della stampa scandalistica.

Ha rappresentato con grande generosità la cinematografia italiana a livello internazionale, ma non ha mai purtroppo un pur meritatissimo Oscar.

La morte

Marcello Mastroianni si spense il 19 dicembre 1996 nella sua casa a Parigi. Di lui il regista Dino Risi, che lo conosceva bene anche per averlo diretto, disse:

“Era l’anima più bella del nostro cinema, l’italiano medio e pulito. Mastroianni era forse quello con cui era più piacevole lavorare: e questo per una ragione semplicissima, non rompeva mai le scatole. Non gli ho mai sentito dire “Questa battuta così non va”. Aveva una grande duttilità e disponibilità. Non parlava: semplicemente, faceva l’attore, vestendo i panni del personaggio con una capacità straordinaria. Mastroianni aveva il pregio di farsi piacere anche i film che non gli piacevano”.

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