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Marco D’Amore e le parole sulla violenza dei videogiochi, è bufera di critiche sul web

Marco D'Amore è stato criticato dal web alcune parole dette sui videogiochi durante un'intervista

L’attore e regista Marco D’Amore, interprete di Ciro Di Marzio in Gomorra, ha rilasciato un’ intervista a un noto quotidiano nazionale menzionando i videogiochi durante il suo discorso, le sue parole però hanno sollevato non poche critiche sul web.

Marco D’Amore e le parole sui videogiochi

L’attore Marco D’Amore, alla domanda: “Cosa risponde a chi ha accusato Gomorra di presentare i criminali con una certa aura epica, tali da creare suggestione e forse anche imitazione?” in un’intervista per Il Quotidiano ha risposto in questo modo: “Mi sembra davvero immorale accusare Gomorra di provocare emulazione quando basterebbe conoscere i videogiochi con i quali passano il tempo i ragazzi: videogiochi che raccontano solo di futuri distopici in cui devono ammazzare, sventrare e violentare, e si esaltano di questo. Altro è parlare di fascinazione narrativa. Io sono cresciuto idolatrando i miti della letteratura efferata ma non è che sono diventato un omicida. Anche perché alle spalle avevo un certo contesto familiare e sociale”.

Le sue dichiarazioni hanno sollevato numerose polemiche, specialmente sui social, dove l’estratto è stato pubblicato dal curatore editoriale di Dylan Dog, Roberto Recchioni. Quest’ultimo ha risposto all’attore con un post pubblicandone anche l’anno di nascita. In questo modo ha voluto far intendere quanto le parole di D’Amore fossero abbastanza datate e conservatrici.

La risposta dell’attore

Proprio a questo commento ha risposto l’attore, sulla sua pagina Facebook, ha deciso di dare una spiegazione per quanto detto: “Io ho asserito (come faccio da anni!) che ogni tipo di esperienza narrativa contribuisce solo ad esorcizzare certi atti efferati e a prenderne le distanze!”, ha spiegato l’attore nel suo lungo post. “E per narrazione intendo quella televisiva, cinematografica oltre che quella scritta ed ovviamente quella virtuale! Tra l’altro l’esperienza virtuale comprende anche l’atto del gioco che è il primo strumento che abbiamo sin da bambini per codificare la realtà”.

 

 

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