Cronaca

Dall’11 febbraio stop alle mascherine all’aperto: ecco dove restano obbligatorie e fino a quando

Mascherine all'aperto e green pass, le novità. Stop all'obbligo delle mascherine all'aperto da venerdì 11 febbraio

Mascherine all’aperto ma anche al chiuso, riaperture, stato emergenza, Green pass. Alcune misure per contenere la pandemia covid in Italia sono già state allentate, come è avvenuto nella scuola, o sono in procinto di essere alleggerite, come l’uso delle mascherine. Altre restrizioni invece devono ancora entrare in vigore, come l’obbligo di Green pass rafforzato o Super green pass per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età.

Mascherine all’aperto e green pass, le novità

Stop all’obbligo delle mascherine all’aperto da venerdì 11 febbraio ma bisogna comunque portarle sempre con sé. Le mascherine restano obbligatorie al chiuso fino al 31 marzo e all’aperto in caso di assembramenti. E’ quanto prevede l’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Si attendono invece decisioni riguardo allo stato d’emergenza in scadenza il 31 marzo. “L’obiettivo del governo è che non venga prorogato dopo il 31 marzo e confido che ci siano le condizioni per non prorogarlo“, ha affermato qualche giorno fa il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

Nell’ordinanza del ministro della Salute si legge che “fino al 31 marzo 2022 è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private”. E viene specificato inoltre che l’obbligo “non sussiste quando, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantito in modo continuativo l’isolamento da persone non conviventi. Sono fatti salvi, in ogni caso, i protocolli e le linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché le linee guida per il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico“.

“Le disposizioni sull’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie – prosegue il documento – sono comunque derogabili esclusivamente in applicazione di protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico”. Si precisa inoltre che l’uso della mascherina “integra e non sostituisce le altre misure di protezione dal contagio”.

Obbligatorio, fino al 31 marzo, portare sempre con sé la mascherina e indossarla anche all’aperto in caso di assembramento, secondo quanto prevede l’ordinanza. “Fermo restando quanto diversamente previsto da specifiche norme di legge o da appositi protocolli sanitari o linee guida, nei luoghi all’aperto – si legge nel documento – è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli laddove si configurino assembramenti o affollamenti“.

Durante l‘attività sportiva non è obbligatorio indossare le mascherine di protezione anti-Covid, sottolinea l’ordinanza firmata dal ministro della Salute. Il provvedimento ricorda anche che “non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo”

Green pass e obbligo vaccinale

Quanto al Green pass, Costa ha indicato una possibile data di progressivo allentamento a partire dalla seconda metà di marzo. “Faccio un ragionamento semplice e di buon senso”, ha spiegato: “Il Green pass è stato molto utile per incentivare la vaccinazione e allora dobbiamo tenere presente che è fondamentale somministrare la terza dose perché è quella che ci protegge maggiormente dalle conseguenze gravi dalla malattia. E allora – ha detto Costa – se consideriamo che nel nostro Paese circa 48 milioni di cittadini sono vaccinati e 35 milioni hanno ricevuto la dose booster, significa che abbiamo circa 13 milioni di dosi da somministrare”. “Se procediamo con questo ritmo – ha sottolineato – è facile pensare che per metà marzo avremo completato la dose booster a 48 milioni di concittadini. Da lì sicuramente inizierà una nuova fase e, così come abbiamo introdotto gradualmente le restrizioni, con la solita gradualità inizieremo un allentamento delle misure”.

“Se alla fine di marzo avremo raggiunto il 95% o più della popolazione italiana che sarà protetta (vaccinati più guariti) dalle conseguenze gravi del Covid, si potrà ripensare o eliminare il Green pass lasciandolo solo per alcune situazioni specifiche (aerei, ospedali, Rsa, eccetera)”, ha detto dal canto suo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova.

Ora come ora dunque resta esteso l’uso del Green pass base e di quello rafforzato, diventato illimitato per chi ha tre dosi di vaccino oppure è guarito e ha almeno due dosi di vaccino. Per chi ha due dosi (o una più la guarigione), il certificato vale 6 mesi. Dall’1 febbraio il certificato verde – che si ottiene con il vaccino, se si è guariti dal Covid ma anche con un tampone negativo effettuato 48 ore prima se antigenico o 72 ore se rapido – è necessario anche per andare negli uffici postali, in banca o dal tabaccaio per comprare le sigarette. E’ inoltre inoltre necessario per entrare negli uffici pubblici, negli uffici finanziari e nelle attività commerciali (ossia i negozi). Ma le esigenze alimentari e di prima necessità, sanitarie, di sicurezza e di giustizia saranno sempre garantite – andare in una caserma, ad esempio, per sporgere denuncia – senza bisogno di esibire il certificato verde. Il Green pass non serve dunque per entrare in tutti i negozi che vendono in prevalenza prodotti alimentari e bevande (ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati e altri esercizi non specializzati di alimenti vari). Libero anche l’accesso ai mercati all’aperto, nei negozi per il commercio al dettaglio di prodotti surgelati.

Sempre dall’1 febbraio sono scattate le sanzioni per tutti gli over 50 (salvo chi ne è esentato per motivi di salute) che non sono vaccinati contro il covid: per tutti coloro che non sono in regola con l’obbligo vaccinale, infatti, è prevista una sanzione di 100 euro una tantum. La sanzione è irrogata dall’Agenzia delle Entrate, attraverso l’incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali.

Dal 15 febbraio prossimo, inoltre, il nuovo decreto introduce l’obbligo di Green pass rafforzato o Super green pass per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età che accederanno ai luoghi di lavoro. “L’obbligo non sussiste in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore, nel rispetto delle circolari del Ministero della salute in materia di esenzione dalla vaccinazione anti SARS-CoV-2; in tali casi la vaccinazione può essere omessa o differita. L’avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante, determina il differimento della vaccinazione”.

Discoteche e stadi

L’11 febbraio dovrebbero riaprire anche le discoteche. Se fosse così, si entra con Green pass rafforzato, al chiuso è obbligatoria la mascherina tranne quando si è in pista a ballare. Nelle discoteche all’aperto invece si potrà stare senza mascherina.

Sta invece per cambiare la capienza degli stadi passerà al 75% dall’inizio di marzo. La Figc è al lavoro con il governo per tornare con una capienza degli stadi al 100% entro la metà del prossimo mese, compatibilmente con la gestione dell’emergenza covid in Italia. L’ipotesi è concreta: la Figc, a quanto apprende l’Adnkronos, ha avuto rassicurazioni che si va verso questa possibilità, passando dal 1 marzo per una capienza al 75%, come emerge dopo gli ultimi colloqui tra il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, e il Ministro della Salute, Roberto Speranza, anche in considerazione del calo della curva dei contagi.

“Il ministro della Salute Roberto Speranza e la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali stanno lavorando congiuntamente a un percorso graduale che prevede la riapertura a capienza massima degli impianti sportivi all’aperto ed al chiuso“, si legge in una nota congiunta di Speranza e Vezzali. “Si lavora a un primo allargamento, a partire dal 1° marzo, che porterà al 75% ed al 60% il limite delle capienze rispettivamente all’aperto ed al chiuso. Per poi proseguire con le riaperture complete qualora la situazione epidemiologica continuasse il suo trend di calo”.


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