Curiosità

Come organizzare il matrimonio nel 2021: regole da seguire, tampone e test rapidi

Sono in tanti ad aver rinviato le nozze a causa della pandemia, ma ora c’è chi si organizza per non rimandare il giorno del fatidico sì. Ecco come e con che

Tra chi aspetta di sposarsi da un anno e chi è stato costretto ad annullare le nozze o spostare la data del matrimonio a causa del Covid, le ultime notizie sul Covid e i recenti Dpcm impongono regole molto precise sulle celebrazioni religiose ed i banchetti. Come fare, dunque, a organizzare le nozze in tempo di Covid? Oltreoceano, negli Usa, le celebrazioni sono riprese, anche con un numero di invitati consistente, come a New York dove il Governatore, Andrew Cuomo, ha autorizzato cerimonie con un massimo di 150 persone presenti. Con un requisito, però: sottoporsi ai test anti-Covid. E in Italia?

Matrimonio in tempo di Covid: come fare? Le regole

Se mascherine e distanziamento restano d’obbligo ovunque e a maggior ragione in occasione di incontri con altre persone, la scelta di sottoporre gli invitati a tampone e/o test rapidi si sta diffondendo e sta diventando la “chiave” per poter organizzare le nozze. Secondo gli esperti, in vista del wedding day e in particolare di momenti come il ballo e il ricevimento, è opportuno avvertire amici e parenti dell’opportunità di eseguire tamponi tre giorni prima dell’evento e un test rapido di riconferma il giorno dell’evento. L’obiettivo è assicurare i massimi livelli di sicurezza sia agli sposi che agli altri partecipanti alla cerimonia.

Coefficiente Covid per il numero di invitati

Ma a quanti invitati si può arrivare? Dato per scontato che esistono limitazioni differenti a seconda della colorazione delle zone (con l’ovvia conseguenza che in zona rossa è vietato ogni spostamento non necessario) gli esperti consigliano di ricorrere al “Coefficiente Covid”. Come riferisce l’Ansa, per esempio, se si dispone di una sala 300 mt quadrati / coefficiente covid 1,8 mt quadrati = capienza massima invitati. Questo coefficiente terrebbe conto anche delle distanze di sicurezza imposte dai decreti.

Cosa prevedono i decreti

Secondo il decreto del 16 gennaio 2021 (in scadenza il 5 marzo) restano sospesi tutti i ricevimenti nei luoghi al chiuso e all’aperto, “ivi compresi quelli conseguenti a cerimonie civili e religiose”, ma sono consentite sia le cerimonie religiose che quelle civili, purché si svolgano nel rispetto di tutte le misure di prevenzione per il contenimento del contagio da SARS-CoV-2.

Per le funzioni religiose rimangono invariate le norme già precedentemente stabilite con il protocollo dell’allegato A 2 del decreto del 7 agosto del Governo in accordo con la CEI, il quale sancisce il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1 metro e l’utilizzo mascherina per la protezione delle vie respiratorie. L’accesso alla chiesa può essere regolato da volontari che, muniti di guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento, favoriscano l’accesso e l’uscita degli invitati, nel rispetto della distanza interpersonale di almeno 1,5 metro. Si consiglia, inoltre, l’utilizzo di più ingressi, ove presenti, distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli destinati all’uscita.

I riti civili

Le stesse misure preventive valgono anche per i riti civili, per i quali, ove sia possibile si consiglia l’utilizzo di spazi esterni. La capienza massima del luogo di culto o sala in cui avrà luogo la cerimonia viene stabilita da un ente legale tenendo conto della distanza minima di 1 metro laterale e frontale.

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