Cronaca

L’audio di Matteo Messina Denaro sul traffico e l’insulto a Falcone

Matteo Messina Denaro si lamentava del traffico per la commemorazione di Giovanni Falcone. È quanto emerge da una intercettazione datata 23 maggio 2022, giorno in cui ricorre la commemorazione delle stragi a Palermo. L’audio è del boss di Cosa Nostra arrestato lo scorso 16 gennaio, in una telefonata all’amante. Messina Denaro era in ritardo e si giustifica, insultando la memoria del giudice Falcone e di tutte le vittime delle stragi mafiose.

Matteo Messina Denaro, l’audio sul traffico e l’insulto a Falcone

Sono qua, bloccato, con le 4 gomme a terra. Cioè non nel senso di bucate, ma bloccate perché sono sull’asfalto e non mi posso muovere. Per le commemorazioni di sta minchia. Porco mondo” recita un estratto dell’audio tra Matteo Messina Denaro e la donna divulgato dal Corriere della Sera e che sarà integralmente trasmesso oggi nel programma di La7 di Massimo Giletti Non è l’Arena.

“Anna, la ragazza (badante, ndr) che sta insieme a mia madre, ieri sera mi ha cercato. Ha trovato un foglio scritto di mia madre di suo pugno. Mia madre non c’è più con la testa, ma scriveva un sacco di cose. Cose sensate, a volte” dice il boss che prosegue “Si rivolge a me dicendomi che quando sarà morta al suo funerale vuole la banda musicale. E deve suonare sempre un unico motivo: la Radetzky March. Ma chi lo dice che io muoio dopo di lei? Lei non lo sa ma io lo so. Siccome però lei vuole questa cosa, io la farò, perché le volontà delle persone si mantengono. Mia madre era così, un tipo estroso, io ho preso un po’ da lei“.

La conversazione prosegue così: “Nella mia vita ho avuto momenti terribili, anche se non si vede. E non parlo del tumore. E quindi so per esperienza che quando si sta male come stai male tu ora, non si deve parlare: perché so che tu non vuoi sentire. Ma pur volendo tacere, per rispettare questo tuo momento, una cosa te la voglio dire: e parlo solo perché ho già vissuto questo tuo momento. Io ho subito un intervento pesante, cinque ore e 40 minuti. Speravo fosse tutto finito, e invece mi hanno dovuto operare di nuovo. Altre sei ore e 30 minuti. Poi la chemio. Che voglio dire? Che dopo tutto questo sono qua. Ci sono ancora. Il tuo percorso è simile al mio. Dobbiamo soffrire ma ce la farai. Scusami, ma io non voglio tue risposte… quando ti sentirai io ci sarò“.

Lo stato di abbandono

Messina Denaro racconta poi del suo stato di fragilità: “Mi sento abbandonato. Come un randagino con una gamba spezzata in mezzo a una pozzanghera durante questa notte di Natale. Tutto questo per me è lo squallido (come definisce l’ospedale, ndr), avrei bisogno di affetto. Ma è giusto elemosinare affetto?”.

Paolo Siotto

Giornalista pubblicista dal 2015, collabora per l'Occhio da giugno 2019 dopo diverse esperienze con testate locali tra cui il quotidiano Metropolis. Redattore per Fantacalcio e Calciomercato.it, nel tempo libero ama dedicarsi alla buona musica.

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