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Matteo Messina Denaro, al momento dell’arresto indossava un orologio Richard Mille

Ecco la marca e il prezzo dell'orologio al polso del camorrista al momento dell'arresto

Il boss latitante da 30 anni arrestato nella mattinata di oggi, Matteo Messina Denaro indossava un orologio di lusso. Ecco la marca e il prezzo dell’orologio al polso del camorrista al momento dell’arresto.

Arresto Matteo Messina Denaro, indossava un orologio di lusso

Si tratta di un orologio di lusso dal valore inestimabile. È spuntato al polso del superlatitante al momento dell’arresto in una clinica privata di Palermo nella mattinata di oggi, lunedì 16 gennaio 2023.

La marca

La marca è famosissima: Richard Mille. È un marchio di orologi svizzero del gruppo Richard Mille, fondato nel 2001 da Dominique Guenat e Richard Mille, a Breuleux, in Svizzera .

Secondo diverse fonti, la produzione annuale di Richard Mille è di circa 5.000 orologi. Insomma nello stesso lasso di tempo, più o meno, Audemars Piguet ne produce circa 31.000.

Il prezzo

A seconda dell’edizione scelta del noto brand, il prezzo varia tra i 100.000 e i 200.000 euro. Richard Mille ha presentato alla fine del 2019 l’RM 11-04 Automatic Flyback Chronograph Roberto Mancini.
In particolare, quello indossato dal boss ha un valore che varia dai 30 ai 35mila euro: si tratta della versione Jack Miller.
La foto

Le parole dei carabinieri che raccontano il curioso particolare

“Da questi elementi – aggiungono gli inquirenti – abbiamo dedotto che le sue condizioni economiche sono tutt’altro che complicate. E ci è perfino sembrato in buona salute e di buon aspetto. Mai avremmo detto che fosse malato. Ovviamente anche lì sarà curato come ogni altro cittadino. Attraverso una serie di attività tecniche avevamo avuto contezza che il latitante era all’interno della clinica – spiega Lucio Arcidiacono, comandante del Ros di Palermo – In una delle vie, già individuate perché c’era un accesso laterale alla struttura, Matteo Messina Denaro è stato bloccato. Non ha opposto nessuna resistenza e si è subito dichiarato senza fingere l’identità finta. Guardandolo c’era ben poco da verificare perché il volto era quello che ci aspettavamo di trovare. Non abbiamo trovato un uomo distrutto o di bassa fortuna, era ben curato ma è stato costretto a esporsi a causa delle sue condizioni di salute. Si è affidato a persone del suo contesto territoriale ma ancora siamo in una fase preliminare per accertare la rete di protezione. La clinica? Non abbiamo elementi per indicare che ci siano complicità dall’interno”.

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